L’Oca egiziana, era considerata sacra dagli antichi Egizi. Vediamo quali le caratteristiche di questa specie da cortile rara.
L’Oca egiziana, è un uccello facente parte della famiglia Anatidae, molto apprezzato per la sua forma elegante e per il suo notevole piumaggio.
Tanti gli appassionati che adorano abbellire il loro cortile o perché no, anche il loro giardino, con questi meravigliosi esemplari rari di oche.
Alcuni esemplari, però, sono fuggiti da zoo o da collezioni private e si sono rinselvatichiti.
Conosciamo meglio le caratteristiche, le origini, l’habitat e cosa mangia questa splendida Oca egiziana.
L’Oca egiziana, misura 63-73 centimetri di altezza, possiede un’apertura alare di 134-154 centimetri e un peso di 1,1-1,4 kg.
I maschi si presentano leggermente più grandi delle femmine. Il piumaggio di base risulta essere grigio o camoscio-rossiccio, con qualche variazione nel singolo esemplare.
La caratteristica principale però è il capo, con il becco marrone scuro, la parte superiore bruna, il sottogola e il collo invece bianco-grigio.
Sul petto mostra una macchia di colore bruno, sia negli individui dalla colorazione grigia sia negli individui dalla colorazione marroncina.
Le ali hanno bande verdi e bianche ma di base mostrano un bruno scuro. Infine, le zampe sono rosate, mentre gli occhi sono arancioni.
I giovani invece hanno colori meno accesi, il capo è privo di tracce di bianco, in petto manca la macchia bruna e le zampe e il becco sono di color bruno-grigio.
L’ Oca egiziana, è un esemplare monogama e perciò si accoppia con un singolo partner per tutta la vita.
Una volta raggiunta la maturità sessuale, si accoppiano e sia il maschio sia la femmina si prendono cura della prole fino a quando non sono abbastanza grandi da prendersi cura di sé stessi.
La femmina è molto più rumorosa del maschio ed emette uno starnazzo molto rauco, in particolare quando vuole segnale pericolo per i piccoli.
Il maschio, invece, emette uno starnazzo rauco ma debole, che emette raramente solo quando è eccitato o aggressivo.
Il nome della specie, aegyptius, deriva dal latino Aegyptius ovvero “egiziano”.
È l’unico membro esistente del genere Alopochen nome che viene dal greco ἀλώπηξ/alōpēx ossia “volpe”, e χήν/chēn ossia “oca”, in riferimento al colore rossastro del dorso.
L’Oca egiziana, è collocata all’interno della sottofamiglia Tadorninae, poiché si ritiene che sia più strettamente imparentata con le casarche (genere Tadorna).
L’Oca egiziana si è diffusa ben oltre il suo areale africano, come infatti si trova in Gran Bretagna, Danimarca, Paesi Bassi, Belgio, Francia, Germania e Italia, probabilmente generate da esemplari fuggiti da zoo e collezioni private.
Alcune popolazioni rinselvatichitesi si sono stabilite anche oltre oceano, come in Texas, Florida, California e Nuova Zelanda.
In cattività quest’oca si adatta bene, è tranquilla e gregaria, molto apprezzata dagli allevatori per il suo aspetto elegante. Riesce a stare bene anche insieme ad altre specie di anatidi.
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L’Oca egiziana è una specie onnivora e frugale che si nutre di semi, foglie, erbe e germogli, anche se possono integrare la loro dieta anche con insetti, vermi e altri piccoli animali.
Mentre i piccoli si nutrono in gran parte di invertebrati acquatici, in particolare di plancton d’acqua dolce, fino a che non riusciranno a seguire i genitori.
L’Oca egiziana gode di buona salute, tuttavia, proprio come le altre oche può essere vittima di qualche malanno o comunque delle principali patologie della specie.
Le principali malattie delle oche sono:
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