Malattia di Pacheco nel pappagallo è una malattia degli uccelli altamente infettiva. Vediamo le cause, i sintomi e il trattamento.
È sempre più gradita la presenza, in famiglia, di volatili come animali domestici, tra questi al primo posto abbiamo i pappagalli.
Questi simpatici pennuti, in particolari quelli capaci di parlare, sono di estrema compagnia in casa.
Sono a tutti gli effetti animali domestici e in quanto tali necessitano di cure e di attenzioni da parte del proprietario.
Se si convive con uno di questi uccelli è importante conoscere i atteggiamenti per poter capire quando si comporta in modo anomalo e sospettare di un problema di salute.
Nell’articolo di oggi parleremo della malattia di Pacheco nel pappagallo, dei sintomi, delle cause e come curarla.
La malattia di Pacheco nel pappagallo è causata dall’Herpesvirus, tale virus colpisce maggiormente la famiglia dei pappagalli.
Solitamente l’uccello contrae la malattia tramite le feci, le secrezioni nasali di altri uccelli infetti, ma anche polvere di piume, peli e aria contaminata, cibo, acqua e superfici viventi.
È bene sapere che l’herpesvirus della malattia di Pacheco, può sopravvivere a lungo al di fuori del corpo dell’uccello e per questo motivo, infettare un uccello da qualsiasi superficie contaminata.
Una volta infettato, l’uccello, generalmente, muore entro pochi giorni dalla contrazione della malattia, a prescindere che abbia o meno sviluppato i sintomi.
Altre cause possono essere:
La malattia di Pacheco è in grado di recare danno a diversi organi del pappagallo, tra questi anche fegato, milza e reni. Laddove, l’uccello dovesse sopravvivere all’infezione, il danno all’organo persisterà.
I principali sintomi della malattia di Pacheco nel pappagallo, sono:
Generalmente, questi segnali di malessere nel pappagallo compaiono entro 3-7 giorni dall’infezione, ma non alcuni uccelli sono asintomatici.
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Per poter diagnosticare la presenza dell’infezione, il veterinario eseguirà un test.
Una volta stabilita la diagnosi, procederà con il trattamento che funziona meglio durante le fasi iniziali dell’infezione, (ovvero prima che si manifestino i segnali) ma purtroppo comporta danni ai reni.
Esiste, ad ogni modo il vaccino, disponibile in due dosi e vengono somministrate agli uccelli infetti a intervalli di quattro settimane, per poi proseguire con una dose di richiamo all’anno.
Anche per il vaccino, purtroppo, ci sono state segnalazioni di effetti collaterali e quindi è opportuno farlo solo gli uccelli a rischio (quelli dei negozi di animali).
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Quindi la cosa migliore da fare in questi casi, è la prevenzione. In che modo prevenire l’infezione?
Mettendo in quarantena tutti gli uccelli sospettati per uno o due mesi circa, assicurandosi di non trasmettere il virus ad altri animali.
Inoltre, sarà necessario disinfettare con la candeggina, tutte le superfici di casa e della gabbia e sostituire i filtri dell’aria in casa.
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