La tortora uccello dei cieli italiani, ma spesso confusa con il piccione domestico. Vediamo quali invece le sue caratteristiche, l’habitat e l’alimentazione.
La tortora è un uccello abituato a vivere a stretto contatto con l’uomo, ma diversamente dal piccione cerca di evitarlo. Infatti rispetto al piccione, con il quale condivide la stessa famiglia, evita gli ambienti troppo frequentati dall’uomo ed è quindi molto più probabile vederla appollaiata su un albero o in un punto alto.
Si può vedere la tortora nei centri urbani con parchi, giardini, orti e viali alberati, ma soprattutto è possibile sentirla. Il suo verso è molto singolare e riconoscibile, questo verso è generato dai maschi, quando si posano su una certa superficie emettono un forte e profondo “Tu-tuuu-tu” come forma di comunicazione per richiamare le femmine.
La tortora comune (Streptopelia Turtur) è un uccello che appartiene alla famiglia dei columbidi, proprio come il piccione e la colomba. Il corpo della tortora è molto più slanciato del piccione domestico, misura circa 32 cm e pesa all’incirca 180gr.
Il suo colore è il grigio-rosso o caffellatte, leggermente più scuro sul dorso, un caratteristico collarino nero, che cinge il collo fine. In pratica delle riconoscibili striature bianche e nere che si trovano sul suo collo. Possiede ali con punte bruno scuro e in volo la coda appare bianca a base nera.
Durante il volo della tortora, si può osservare una notevole striscia di luce trasversale nella coda, che distingue chiaramente questa specie di uccello. La velocità di volo di questi uccelli raggiunge i 60 km / h. Non esiste differenza nel colore del piumaggio, l’unica differenza tra la femmina e il maschio è la dimensione più grande di quest’ultimo.
Il piumaggio dei giovani uccelli, invece, è simile al costume degli adulti, tuttavia non è così luminoso, le gambe sono marroni, gli occhi sono marroni, non ci sono macchie sul collo. È una specie gregaria al di fuori del periodo riproduttivo, quando la si può osservare anche in stormi di centinaia di individui e facilmente è possibile osservarla anche insieme ad altri uccelli, come ad esempio i passeri.
E proprio per la loro capacità di condivisione, l’aspetto tenero e il comportamento docile che spesso c’è il piacere di allevarle, in particolare all’aperto. Un allevamento abbastanza semplice basteranno voliere di grandi dimensioni attrezzate con mangiatoie, beverini e casette nido nelle quali le tortore avranno l’opportunità di allargare la famiglia.
L’habitat che maggiormente predilige la tortora è composto da pinete litoranee, boschi di latifoglie, frutteti, vigneti, pioppeti. Tende a nidificare in centri urbani con parchi, giardini, orti e viali alberati, in ambienti rurali con cascinali.
In Italia è presente sulla penisola, ma anche in Sicilia, Sardegna e varie isole minori. Inoltre è presente anche in Europa, Medio Oriente e attraverso Pakistan e Afghanistan, sino all’India e al Nepal. La tortora rientra fra gli animali fedeli al proprio partner, quando questo uccello sceglie il proprio partner lo fa per la vita e non lo abbandona più.
Tutto ciò non ha per niente un retroscena romantico ma è più una questione di convenienza. Infatti la tortora combina questa sua scelta in base non all’affetto o al piacere ma fa una scelta di costituzione verso il suo partner, lo individua per la sua forza e la sua resistenza fisica. Ragion per cui una volta individuato quello giusto non conviene abbandonarlo.
Durante la stagione degli amori il maschio si esibisce in canzoni per corteggiare la femmina e le alterna spesso con i voli, durante i quali vola in aria, sbatte vigorosamente le ali e poi vola via, puntando il suolo. Una volta stabilita la coppia, per nidificare gli uccelli, scelgono: giardini, aree del parco, piantagioni forestali.
Come materiale per la costruzione di un nido, vengono utilizzate radici di piante e arbusti. Da questo momento, la femmina può deporre le uova più volte durante l’anno e con un massimo di due uova per volta.
Successivamente alla schiusa delle uova, quando ormai sono trascorse due settimane, i piccoli prendono vita, ma impiegano circa due settimane per imparare a spiccare il volo. Fino a quel momento saranno i genitori a provvedere all’alimentazione dei piccoli, attraverso la somministrazione di un nutriente particolare.
Una sostanza secreta al livello del gozzo, detta anche “latte dei colombi”. Questa sostanza viene proprio usata come nutrimento da dare ai piccoli prima dello svezzamento. Proprio come tutte le specie appartenenti alla grande famiglia dei columbidi, anche la tortora possiede la capacità di produrla. Successivamente allo svezzamento, i piccoli potranno finalmente spiccare il volo e provvedere da soli al sostentamento.
La tortora risulta essere un animale granivoro, essa si nutre principalmente di semi di miglio, granturco e frutta di ogni tipo, finocchi, cardi e simili. Anche se a seconda dell’ambiente gli animali si adattano e anche questo uccello ne è capace, ad esempio la tortora marina non disdegna i piccoli molluschi e quando ne ha la possibilità ama ampliare la propria dieta con questi altri alimenti.
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