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Polli e volatili

La civetta: caratteristiche, habitat e alimentazione

La civetta un rapace per tratti attraente per altri inquietante. Vediamo quali le caratteristiche, l’habitat e l’alimentazione.

La civetta.(foto Pixabay)

La civetta, nella cultura e nella tradizione popolare, viene collegata al cattivo presagio e alla sfortuna. Quando un esemplare si poggiava sul proprio tetto di casa e si metta a cantare era considerato un segno di malaugurio. Contrariamente a quello che si pensava nell’antica Grecia, in quanto era ritenuto un simbolo di fortuna, conoscenza, e speranza.

Mentre per i cacciatori è sempre stato un uccello utile al richiamo di altri uccelli, in quanto la civetta ha dei comportamenti che per altri uccelli risultano ammiccamenti e altri addirittura seduttivi. Proprio da questo atteggiamento si è coniato l’espressione ‘civetta’ riferita ad una donna vanitosa.

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Caratteristiche della civetta

La civetta si trova in tutto l’Emisfero nord, in Europa, Asia ed Africa del nord ed è molto abbondante principalmente nelle tre penisole meridionali europee.(Foto Pixabay)

Come prima cosa dobbiamo sfatare il falso mito che la civetta sia la femmina del gufo, in quanto questi due rapaci condividono molte somiglianze oltre al fatto che appartengono alla stessa famiglia (Strigidi) ma di generi diversi.

Infatti i gufi sono classificati sotto il genere Bubo e Asio, mentre la civetta appartiene al genere Athene. La civetta è un rapace dalle dimensioni non molto grandi con un corpo tozzo che misura circa 23 cm e ha un peso di circa 100 ai 200 g. possiede delle ali corte e arrotondate con un’apertura alare di circa 60 cm.

Le zampe, piuttosto lunghe e in parte ricoperte da peluria. La colorazione del piumaggio è grigio-bruna con macchie di bianco nella parte superiore; la parte inferiore invece è prevalentemente bianca con screziature brunastre. la testa è larga ed appiattita; gli occhi sono di colore giallo, grandi e cerchiati di nero.

Il becco può essere giallo-grigiastro o verde-oliva; ha la forma ricurva ed è piuttosto robusto. Questo rapace è dotato di sensi molto sviluppati sia l’udito sia la vista a 110° risulta essere fondamentale per la caccia. Molto caratteristici invece sono i suoi che emette in particolare nel periodo della riproduzione.

Questi suoni variano sia da individuo a individuo che da situazione a situazione. La civetta è un uccello prevalentemente notturno, ma risulta attiva e comunque sempre molto vigile anche nelle tarde ore pomeridiane e nelle prime ore del mattino. È un animale longevo, in libertà la civetta può avere una vita media pari a 16 anni.

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Habitat e riproduzione

Per quanto riguarda la riproduzione la civetta è matura sessualmente all’età di un anno circa  (Foto Adobe Stock)

La civetta tende ad evitare le zone che si trovano oltre i 1.000 m di altitudine, perché le condizioni climatiche ne condizionerebbero eccessivamente il reperimento del cibo. Infatti in Italia è possibile vederla praticamente ovunque tranne nelle zone alpine, è infatti il rapace notturno più diffuso anche in altre parti del mondo come le zone caldo-temperate dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa settentrionale.

La civetta come habitat, predilige le zone ad agricoltura mista, cascine con piante vecchie, edifici abbandonati, aree industriali, dove, nonostante non sia per niente favorevole il sistema agricolo, raggiunge comunque un numero discreto di presenze. Addirittura numerose coppie si sono poi stabilite nelle aree sub-urbane e nei centri storici di molte città.

Per quanto riguarda la riproduzione questo uccello è matura sessualmente all’età di un anno circa e inizia a nidificare tra marzo e giugno. Periodo nel quale la femmina depone da 2 a 5 uova bianche in piccole cavità tra le rocce, negli alberi, nei muri di vecchi edifici, ma anche in tane abbandonate di mammiferi di media taglia.

La cova dura circa 4 settimane e per tutto questo periodo sarà il maschio a provvedere all’alimentazione e quindi a dedicarsi alle attività di caccia. Dopo circa un mese avviene la schiusa delle uova e vengono fuori i pulcini che lasciano il nido, ma diventano del tutto indipendenti solo a 2-3 mesi di vita.

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Alimentazione della civetta

La civetta per cacciare usa il metodo dell’agguato.(Foto Pixabay)

La civetta, durante la notte lascia il suo nido per andare alla ricerca dei suoi principali alimenti come: topi, uccellini, rettili, anfibi, pipistrelli e non solo l’alimentazione della civetta comprende qualche insetto e coleottero.

La civetta per cacciare usa il metodo dell’agguato, come abbiamo visto per il giaguaro, nell’articolo precedente. Si apposta su di un ramo, ma anche su di un palo della luce o qualsiasi posto dove possa avere una buona visuale dall’alto verso il basso, questo posto è definito posatoio. La tecnica di caccia di questo rapace, mette in risalto la capacità di questo uccello, di volare velocemente in linea retta e di volare radente al terreno a grande velocità prima di colpire.

Piombando sulla preda a grande velocità colpendo in modo diretto, senza lottare o inseguire, agguanta la preda a terra e la riporta al posatoio, trattenendola per una zampa e tornando tornando al posatoio strada facendo uccide la preda a beccate.

Arrivata al suo nido, ripulisce l’animale con cura, eliminando pelle o penne, anche se come tutti gli altri rapaci appartenenti alla famiglia degli Strigiformi, è in grado di inghiottire la preda intera o a grandi pezzi per poi rigurgitare piume, peli, essa, denti, cheratina.

La civetta di suo non ha molti nemici, le uniche minacce sono l’uomo e qualche animaletto come: lo scoiattolo o la martora. La martora è un animale carnivoro, dall’apparenza tranquilla ma può distruggere i nidi delle civette.

Raffaella Lauretta

 

Raffaella Lauretta

Sono una giornalista pubblicista, con una passione profonda per gli animali. Sono regolarmente iscritta all'Ordine dei Giornalisti. Scrivo articoli su problematiche di salute degli animali, curiosità e argomenti legati alla promozione dell'adozione responsabile degli animali domestici. Nel tempo libero amo fare volontariato nelle strutture e rifugi per animali meno fortunati.

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