Il pellicano simbolo di pietà, amore e carità per il prossimo. Vediamo quali le caratteristiche, l’habitat e l’alimentazione di questo uccello.
Il pellicano è un uccello dalle abitudini acquatiche che appartiene alla famiglia dei Pelecanidi e all’ordine dei Pelecaniformi. Si stima che esistano da 30 milioni di anni. È considerato uno degli uccelli migratoriche che si muove in stormi, è possibile trovarlo in varie regioni, ha l’abitudine di cacciare in gruppo e si riproduce in colonie.
Caratteristiche del pellicano
Il pellicano è un uccello dalle dimensioni abbastanza grandi, può raggiungere una lunghezza da 1,2 a 2 metri e un peso da 3,5 a 12 chilogrammi a seconda della specie. Ma nonostante sia un uccello pesante, volare è più facile perché ha sacche d’aria sotto la pelle. Questi lo aiuta a mantenere il volo per lunghe ore.
I maschi sono più grandi delle femmine, consentendo loro di differenziarsi quando fanno parte di un gruppo. La maggior parte delle specie ha un colore piumaggio chiaro, ad eccezione dei pellicani peruviani e marroni.
La sua caratteristica principale è il becco molto lungo con una specie di uncino con una forma curva sul bordo superiore del becco, da cui una grande borsa sporge dalla parte inferiore del stesso, che si forma con i muscoli della lingua.
Ha la capacità di bere acqua salata e trasformarla in acqua dolce per rimanere idratata. La coda ha una forma quadrata ed è relativamente corta rispetto al suo corpo e ha ali abbastanza larghe che le permettono di volare senza problemi. Sulle gambe possiede delle dita palmate con una membrana che gli consente di nuotare e muoversi facilmente in acqua.
A livello comportamentale è un uccello territoriale ma allo stesso tempo gregario, vive in gruppo, vola in gruppo e caccia e si riproduce in gruppi. È molto comunicativo e utilizza una varietà di canzoni per comunicare tra loro. Ad esempio, per attirare un compagno e avvertire il gruppo del pericolo.
Habitat e riproduzione
Gli habitat che il pellicano predilige sono i laghi e i mari interni. Per nidificare necessita di rive ricche di canneti e, per pescare, di specchi d’acqua poco profonda. Questo uccello vive nelle zone costiere, quindi non sono visibili nelle aree polari, tanto meno nelle acque profonde, e le uniche isole dove si possono vedere sono le Isole Galapagos.
La famiglia dei pellicani comprende 6 specie. Delle sei specie di pellicani, 2 vivono nel Continente Nuovo, e 4 nel Continente Antico. E perciò è possibile vederli l’Europa sud-orientale, l’Asia meridionale e centrale, l’America e l’Africa.
Per la riproduzione questa specie sembra prediligere coste di laghi poco profondi e aree paludose. Il corteggiamento del maschio avviene con il mostrare alla femmina i colori accesi della livrea e l’esile cresta. Una volta che si forma la coppia viene trovato o costruito un nido piuttosto rozzo e formato da grossi rami e tronchi, magari già presenti sulle rive dei corsi d’acqua prescelti.
Spesso il nido viene realizzato semplicemente sopra il terreno e addobbato con residui vegetali. Sembra che in alcune aree i nidi possano essere realizzati anche su alberi ma comunque nascosti da predatori.
Fondamentalmente è il maschio che cerca i materiali per realizzarli, a volte portandoli nel sacco del becco alla femmina che li riceve e li accumula fino a creare un nido molto semplice. Pronto il nido la femmina depone solitamente due uova (1-4), che vengono covate per circa un mese o poco di più.
L’incubazione è condiviso sia dalla madre che dal padre e sono collocati sopra i piedi o sotto, dove è facile vedere lo scambio di turni durante i 30-36 giorni che questo processo può richiedere. La schiusa avviene con un discreto successo in quanto spesso è solo uno dei pulcini a sopravvivere. Sia il maschio che la femmina si occuperanno del nutrimento dei pulcini.
L’alimentazione avviene con il rigurgito del cibo che è già stato pre-digerito per facilitare il processo, e dopo una settimana i giovani saranno in grado di mangiare direttamente dal sacco dei becchi dei genitori.
Al compimento delle 6 alle 8 settimane di età, i piccoli camminano da soli vicino al loro nido, nuotando e nutrendosi insieme ad altri membri della colonia. Tra le 10 o 12 settimane dopo la nascita inizieranno a fluttuare e continueranno a vivere con i genitori e raramente si lasceranno nutrire da loro.
Verso i 3 o 4 anni, raggiungeranno la maturità sessuale e quindi la riproduzione. La durata della vita di questo uccello è tra i 15 e 25 anni allo stato brado.
Alimentazione del pellicano
Il pellicano è sicuramente un animale carnivoro, si nutre principalmente di pesci ma non disdegna anche altri animali acquatici come: tartarughe, piccoli uccelli, vari tipi di crostacei e persino alcuni tipi di anfibi.
È un animale diurno ragion per cui il momento in cui si dedica alla pesca della sua alimentazione è durante il giorno. Si occupa della pesca al mattino o prima del crepuscolo, passando il resto del giorno a bagnarsi, interagendo con altri esemplari. Si bagna immergendosi in acqua e sbattendo le ali. Nei periodi estremamente torridi apre il becco e allarga le ali per raffreddarsi.
È un eccellente pescatore e risulta molto a suo agio nell’acqua. La pesca infatti avviene con un tuffo deciso nelle acque, anche profonde e non sono è in grado di rimanere in superficie riunito in gruppi che circondano piccoli banchi di pesci portandoli in linea con le profondità mentre con le ali colpisce l’acqua e poi afferra la preda.
Data la conformazione del becco, composto da una sacca inferiore, riesce a catturare una grossa quantità di pesce, cattura i pesci prendendoli con la punta del becco, quindi lanciandoli verso l’alto e aprendo il becco, procede ad afferrarli con la borsa e poi li ingoia interi con la coda del pesce.
La tecnica che utilizza per la cattura richiede però un po’ di tempo, periodo nel quale altri uccelli approfittano di questo tempo per rubargli il pesce. Ad esempio il gabbiano becca, il pellicano sulla testa per confonderlo in modo che possa rubare il pesce quando apre il becco, ma lo stesso pellicano ruba il pesce ai propri congeneri.
Purtroppo quando si trovano in acqua, concentrato nell’attività di pesca, può finire vittime dei coccodrilli che può azzannarlo improvvisamente. Quando sono a terra, soprattutto in Africa e nelle colonie, può subire attacchi da sciacalli e addirittura leoni.
Se disturbati, ad esempio dall’uomo o da grossi mammiferi, può abbandonare il nido per mettersi in salvo, lasciando indifesa la prole.
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Raffaella Lauretta