I colibrì sono le più piccole specie di uccelli del mondo, i loro pulcini hanno le dimensioni di un centesimo. Vediamo quali le caratteristiche, l’habitat e l’alimentazione.
Il colibrì è un uccello di cui stupiscono le dimensioni, infatti tra le varie specie esistenti abbiamo: il colibrì ape è la più piccola specie di colibrì (2,2 grammi) ed è anche il più piccolo di tutti gli uccelli del mondo. Il colibrì gigante è la specie più grande e pesa circa 20 grammi.
Il colibrì, appartiene alla famiglia dei trochilidi (Trochilidae), misura mediamente circa 8,9-10 cm e il peso è di circa 3 grammi. Questo uccello ha un piumaggio molto colorato e iridescente. Grazie ad esso, il colibrì è in grado di rendersi invisibili agli occhi dei predatori, confondendosi così con la vegetazione.
Alcune specie hanno caratteristici becchi, tanto da ricordarlo nel nome, come eremita becco a sega o colibrì becco a spada. Ogni specie di colibrì è adatto a succhiare un tipo particolare di nettare dai fiori: per questo particolare motivo la lingua e il becco cambiano da esemplare a esemplare, in base alle esigenze, alle abitudini e al territorio di questi piccoli uccelli.
La caratteristica di questo uccello è il veloce movimento delle ali che sbattono fino a 90 volte al secondo e il cuore che lavora con una frequenza di 1200 battiti al minuto. Questo uccello ha una vita media pari a 4/5 anni. Caratteristica eccellente del colibrì è la memoria.
Conosce ogni fiore sul suo territorio e quanto tempo impiegheranno per ripristinarsi, nonché la posizione, anno per anno, delle mangiatoie costruite dall’uomo nel loro territorio e nelle rotte di migrazione. Il maschio in particolare è molto territoriale soprattutto nei pressi del nido.
In caso di pericolo emette un segnale vocale di avvertimento, ma nel caso in cui tale avvertimento venisse ignorato, si lancia direttamente in volo in picchiata vero il nemico per colpirlo.
Il suo habitat è rappresentato da i boschi umidi tropicali e subtropicali delle Ande del nord. Predilige le aree boschive e forestali, ricchi sia di fiori che di prati e praterie, ma un buon numero di questi uccelli vive abbastanza bene anche nelle grandi città, zone fredde, zone calde, luoghi esposti a nevicate e ambienti desertici.
È presente esclusivamente nel continente americano. Anche se sono diffusi in tutto il continente, la maggior parte delle specie si trovano nelle zone tropicali e subtropicali dell’America centrale e di quella meridionale. Alcune specie di colibrì che vivono in Alaska, è il posto più freddo per loro. Il clima più caldo in cui si trovano è in Cile.
In Colombia e Venezuela esiste una grande varietà di colibrì: più di 200 specie. Ma è in Ecuador che si trovano più tipi di colibrì che in qualsiasi altro luogo, 163 delle specie sono state identificate in questa regione. Il colibrì costruisce il suo nido con rami, piume e fili di ragnatela che modella con la sua lingue e con le zampe.
Nella stagione della riproduzione è il maschio a darsi da fare e non risulta per niente monogamo ma anzi può accoppiarsi con una dozzina di femmine. Successivamente il suo ruolo termina lì. Sarà la femmina ad occuparsi di tutto, dalla schiusa delle uova, all’alimentazione dei pulcini appena nati.
Diventando anche molto aggressive dal punto di vista territoriale, se possibile, evitando l’approccio di qualsiasi altro animale in prossimità del loro nido. Dopo un lungo corteggiamento la femmina è pronta all’accoppiamento ed entra nel territorio del maschio.
Quest’ultimo gonfia il petto e la gola per mostrare le sue bellissime piume, poi scuote la testa da un lato all’altro in modo che le piume riflettano la luce e si esibisce in una danza di accoppiamento, nel tentativo di attirare l’attenzione delle femmine.
Un altro modo in cui un maschio mette in mostra la sua magnificenza, è quello di esibirsi in quello che viene chiamato un “tuffo di corteggiamento“: il maschio vola fino a circa 18 metri di altezza, dopodiché scende in picchiata il più velocemente possibile.
Durante la discesa verso il basso, il colibrì emette dei suoni ronzanti, scoppiettanti e fischianti. Quando arriva a circa 5 centimetri appena sopra la femmina, il colibrì disegna un rapido arco in volo risalendo di altri 18 metri per ripetere l’esibizione altre tre o quattro volte, sperando di ottenere l’attenzione della femmina che ha puntato o di altre femmine nell’area circostante.
L’accoppiamento avviene in volo in questa insolita posizione frontale e dura solo per circa quattro secondi. L’incubazione delle uova dura circa 18 giorno dopodiché nascono i piccoli che misurano circa 8 millimetri.
La madre li nutre ogni 15-20 minuti rigurgitando nettare e moscerini della frutta cacciati in volo. Dopo 21 giorni i piccoli, perfettamente in salute e con un peso di 6,5 grammi, fanno il loro primo volo.
Il colibrì si nutre prevalentemente di nettare, che si procurano tramite i fiori. Si tratta di una sostanza naturale, composta quasi interamente da zucchero. Un componente essenziale per questo uccello, in quanto possiede un metabolismo molto veloce, ragion per cui deve nutrirsi di zucchero per ottenere le notevoli quantità di energia immediata di cui ha bisogno.
Il colibrì recupera il nettare da qualsiasi tipo di fiore, ma predilige i fiori dal colore arancio e rosso. Inoltre siccome questo uccellino ha bisogno anche di proteine, non vive di soli fiori ma cerca di procurarsi anche piccoli insetti come: formiche, lombrichi, api, vespe, che rappresentano circa un quarto di tutto ciò che il colibrì mangia.
È raro, ma a volte puoi vedere un colibrì nutrirsi della linfa di un albero. Nel caso in cui un picchio lasci una falla trasudante di linfa in un albero, il colibrì si fionderà per potersi nutrire. Ricordiamo che questo uccello svolge un ruolo molto attivo nel processo di impollinazione delle piante da cui consuma il nettare.
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Raffaella Lauretta
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