Gli uccelli più comuni in Italia: le principali specie che potreste vedere nelle vostra città. Un elenco di nomi e caratteristiche di splendidi volatili.
Chiunque ha la fortuna di vivere in campagna, sa cosa vuol dire svegliarsi con il canto melodioso degli uccellini, ma non è raro che ciò possa accadere anche in città. Ma quali sono le specie di uccelli più comuni in Italia?
Quando parliamo di fauna parliamo di un aspetto molto vasto del nostro Paese, questo vale anche per i volatili. Esistono così tante varietà che spesso non conosciamo questi piccoli animali e non sappiamo distinguere le loro specie, raggruppando tutti sotto il nome di uccelli.
Questi piccoli esseri sono animali che popolano le nostre città e spesso nidificano proprio presso le nostre case, altrettante volte li vediamo sorvolare i nostri cieli e tante altre riempire le nostre piazze. Ma quali sono le specie di uccelli più comuni in Italia?
La Rondine comune il cui nome scientifico è Hirundo rustica, ma generalmente chiamata rondine, è un uccello migratore appartenente all’ordine dei Passeriformi. Questo uccello è possibile vederlo in quasi tutto il continente europeo fatta eccezione per l’Islanda, Paese nel quale nidifica solo sporadicamente, e per le zone montuose del nord della Norvegia.
Nel nostro Paese nidifica soprattutto in Sardegna, Sicilia; risulta assente in alcune zone della Calabria e nella Puglia meridionale, è infatti fra gli uccelli più comuni in Italia. Il suo habitat è costituito dalle zone agricole, mentre durante il periodo di svernamento si riuniscono in dormitori nei canneti.
La Rondine è un piccolo uccello di circa 20 cm, con un’apertura alare oscilla tra i 32 e i 35 cm circa; il peso va dai 16 ai 25 g. il suo piumaggio ha una colorazione blu-nerastra sul dorso e grigiastra sul ventre; sulla gola è presente una striscia rossa.
Il maschio risulta essere più colorato della femmina ed ha una coda più lunga. Raggiunge la maturità sessuale intono all’anno di vita, dove costituisce la coppia e restano fedeli l’uno all’altro. La femmina di rondine depone 4 o 5 uova e le cova per circa due o tre settimane fino al momento della schiusa.
Alla nascita i pulcini vengono alimentati per circa tre settimane dai genitori e una curiosità di questi piccoli è che pesano di più degli esemplari adulti a causa dell’eccesso di piumaggio che perderanno alla prima muta. La vita media di una rondine è di circa 4 anni.
Il Piccione domestico o il Piccione torraiolo, appartiene all’ordine Columbiformes, della famiglia Columbidae. È un uccello presente in tutti i continenti, in Italia i piccioni selvatici propriamente detti si trovano lungo le coste e in alcune aree rocciose interne delle isole e delle regioni meridionali, dove vive in colonie, dove nidifica in qualsiasi mese dell’anno.
Il Piccione è un uccello dal corpo compatto e lungo circa 30-36 cm e dal peso variabile tra i 250 ed i 380 grammi, petto arrotondato, capo piccolo e zampe molto corte, il piumaggio è soffice ma molto pieno, la colorazione delle piume è molto variabile va dalle tonalità del grigio e a quelle del blu: la testa, il collo ed il petto sono color ardesia, la parte inferiore del corpo è grigio-azzurra mentre il dorso è di colore grigiastro molto chiaro.
Caratteristica del piccione sono inoltre le piume iridescenti del collo e del petto, le quali formano la particolare sfumatura metallica – verde intenso, indaco e viola. Questo uccello ha una resistenza fisica molto spiccata e una pregiata vista che gli permette di distinguere colori e luce.
Non è nota alcuna differenza tra maschio e femmina e si tratta anche di una specie monogama che raggiunge la maturità sessuale all’incirca tra i 6 e gli 8 mesi. Il periodo riproduttivo del Piccione domestico è concentrato nei mesi primaverili da marzo a giugno anche se, in presenza di cibo abbondante e condizioni climatiche favorevoli, può durare la maggior parte dell’anno.
La femmina depone circa 2 uova alla volta, l’incubazione è di circa 18 giorni, durante i quali maschio e femmina si alternano alla cova. Al momento della schiusa sono entrambi ad occuparsi della prole e dopo circa 25-32 giorni, i piccoli piccioni prendono il volo. L’aspettativa di vita in natura del Piccione domestico oscilla tra i 3 ed i 5 anni, anche se condizioni favorevoli possono aumentare notevolmente la sua longevità.
Il Passero italiano anche detta “passera d’Italia”, è un uccello passeriforme della famiglia Passeridae. È una specie molto legata al passero comune in quanto molto simile a lui, nell’aspetto. È presente in tutto il bacino del Mediterraneo, sebbene con maggior predominanza nel nostro paese.
Si incontra spesso per le strade, nei parchi e nei giardini, nei campi e nelle fattorie. Infatti non è raro incontrarlo mentre si esibisce nei suoi caratteristici bagni di polvere per liberarsi dai parassiti o interra alla ricerca di briciole di cibo. Misura circa 16 cm e pesa all’incirca 30 grammi.
Le caratteristiche fisiche sono differenti tra maschio e femmine per grandezza e piumaggio che è molto più tenue e questo vale anche per il becco che cambia colorazione durante le stagioni. Il maschio ha capo e dorso di un colore bruno striato di nero, una macchia al petto nera e ostentata con fierezza, mentre il petto e le guance sono chiare.
Il passero raggiunge la maturità sessuale intorno ai 4-6 mesi, dove va a formare una coppia solida e monogama con il partner. Successivamente la femmina depone tra le 4 e le 5 uova a cova, e vengono incubate per 10 giorni da entrambi i membri della coppia.
Alla schiusa saranno entrambi i genitori ad occuparsi dei piccoli e a sfamarli fino a due settimane, momento in cui mettono le ali. Il passero ha un’aspettativa di vita di 7 anni, che può estendersi fino ai 13 se si trova in cattività.
La tortora comune il cui nome scientifico è Streptopelia turtur è un uccello che fa parte della famiglia dei Columbidi, alla quale appartengono più di 300 specie, fra le quali anche il piccione. È una specie migratrice è possibile vederla in Italia un po’ ovunque fatta eccezione per le Alpi e qualche zona della Puglia.
Da noi giunge nella stagione primaverile nel periodo compreso tra fine aprile e maggio e riparte da metà agosto a settembre. È ben distribuita come nidificante in Europa, in Africa settentrionale e in Asia occidentale; le zone di svernamento sono l’Africa subtropicale e quella tropicale.
Il suo habitat preferenziale è costituito da zone alberate e ricchi di cespugli e boschi, ma oggi non è raro vederla anche nelle periferie di città, sempre che siano presenti delle aree verdi abbastanza ampie. La tortora è un uccello che misura circa 26-30 cm e il suo peso oscilla tra i 110 e 160 g circa, ha un aspetto al quanto slanciato, il becco nerastro è relativamente corto e ha la base ricoperta di pelle.
Non esiste differenza tra maschi che le femmine, il piumaggio è bruno-grigiastro; il petto rosato. Sul collo sono presenti striature bianche e nere. La coda, nera con bordature bianche, è lunga e arrotondata. Raggiunge la maturità verso i 6 mesi di vita, quando forma una coppia stabile e monogama con il partner e si riproduce.
A quel punto la femmina depone generalmente 2 uova con un intervallo di un giorno e mezzo. Delle uova saranno entrambi ad occuparsene e le coveranno a turno per circa due settimane. Alla schiusa i piccoli sono alimentati da entrambi i genitori e dopo circa tre settimane lasceranno il nido.
La cornacchia comune il cui nome scientifico è Corvus corone rientra fra gli uccelli più comuni in Italia. È un uccello appartenente alla famiglia dei Corvidi, uccelli passeriformi presenti in tutto il mondo con circa 130 specie. È nota anche come cornacchia nera o, più semplicemente, come cornacchia; non va confusa con la cornacchia grigia (Corvus cornix).
La cornacchia è molto simile al corvo, ma la si può distinguere in quanto le sue dimensioni sono lievemente minori e perché sul becco non è presente la placca di colore bianco. Questo uccello è possibile vederlo nelle zone euroasiatiche. In Italia questo uccello è particolarmente presente nelle zone montane e le popolazioni sono distribuite uniformemente lungo l’arco alpino e quello subalpino, anche se non mancano nidi a quote più basse.
In origine era un uccello migratore mentre oggi è considerato un uccello sedentario e perciò con la tendenza a vivere nelle stesse zone per tutto l’arco dell’anno. La cornacchia misura circa 48-53 cm di lunghezza, per 396-602 g di peso e un’apertura alare di 84–100 cm, le popolazioni asiatiche sono mediamente più grandi rispetto a quelle europee.
Il suo aspetto è al quanto robusto, la testa ha la forma arrotondata con fronte poco pronunciata, il becco conico, forte e dalla punta lievemente adunca. Il collo robusto, lunghe ali digitate, zampe forti e coda dalla forma squadrata e di media lunghezza.
Il piumaggio di questo uccello, è totalmente di colore nero, lucente e a tratti metalliche. Proprio a causa del suo aspetto, secondo le credenze popolari la cornacchia è simbolo di malaugurio e presaga di sventure.
La cornacchia vive in stormi anche numerosi, ma resta comunque un uccello monogamo e nidifica sugli alberi costruendo un nido piuttosto grande. La femmina depone cinque o sei uova che vengono incubate per una ventina di giorni; la prole viene assistita dai genitori per circa un mese.
Fra gli uccelli più comuni in Italia, abbiamo il merlo il cui nome scientifico è Turdus merula Linnaeus, è un uccello passeriforme della famiglia dei Turdidi. Questo particolare uccello è il volatile più diffuso in Italia, comune in ogni parco e giardino del nostro paese.
È diffuso in tutta l’Europa, esclusa la Scandinava settentrionale, l’Asia, l’Africa nord-occidentale, le Canarie e le Azzorre. Dai paesi nordici migra per svernare più a sud, mentre nelle zone più temperate è stanziale. In Italia è presente tutto l’anno. Il suo habitat ideale è costituito da boschi con sottobosco, parchi, giardini, siepi, frutteti e nelle vigne, anche se predilige le regioni montuose, di cui sopporta bene i freddi stagionali.
Il merlo è un uccello che misura circa 25 cm di lunghezza e caratteristica è la sua colorazione interamente nera o marrone scuro con becco e contorno degli occhi di un giallo acceso tendente all’arancione. Le zampe sono brune e squamose. La femmina invece risulta essere più piccola e di colore più chiaro come anche i suoi pulcini.
La femmina depone da 4 a 6 uova, circa tre volte l’anno: il periodo di incubazione va dai 14 ai 15 giorni e la cova è principalmente cura della femmina, anche se il maschio spesso interviene, ma soprattutto il suo compito sarà continuare ad assisterli per un paio di settimane.
Il pettirosso il cui nome scientifico è Erithacus rubecula, è un piccolo uccello passeriforme della famiglia dei Muscicapidae, È presente in Italia d’inverno nelle zone di bassa quota e svernante regolare ad alte quote, migratore a breve raggio, territoriale anche durante lo svernamento, ma è diffuso in Eurasia e Nordafrica, estendendosi a ovest sino alle isole Azzorre, a est sino alla Siberia occidentale.
Il suo habitat naturale sono i boschi di conifere ma è facile trovarlo anche in giardini, siepi, boschetti, boschi con sottobosco. ll pettirosso misura circa 14 cm, pesa 16-22 g e ha un’apertura alare di 20 cm. Questo uccello si distingue per la presenza di una macchia sul petto di colore arancione che si estende anche su parte della fronte.
Il dorso, invece, è bruno-verdastro. Il maschio e la femmina sono simili, ma il primo è leggermente più grande. Il pettirosso è solitario e territoriale, anche con i suoi congeneri, si avvicina solo nel periodo riproduttivo. La femmina risulta monogama mentre il maschio ha anche due femmine. Ed è sempre la femmina che si occupa della costruzione del nido, della cova di sue settimane mentre il maschio partecipa alla crescita dei pulcini.
Fra gli uccelli più comuni in Italia, abbiamo la cinciallegra, il cui nome scientifico è Parus Major, è la specie più grande della famiglia dei Paridi. è una specie originaria dell’Europa, del Nord Africa e dell’Asia centro-meridionale. Vive anche in Italia dove è diffusa in tutte le regioni. Il suo habitat è fatto di zone pianeggianti, colline, boschi di conifere, giardini e frutteti.
Ma non è raro trovare esemplari di questi uccelli nei centri cittadini, in parchi pubblici, nelle aree agricole e in zone di montagna fino a 1800 metri di altezza. Pur evitando la vicinanza con l’uomo la specie si è ben adattata alla convivenza.
Questo uccello misura appena 15 centimetri caratterizzato dalla presenza di una vistosa striscia verdastra sul dorso e dalla colorazione bluastra della coda e delle ali. La differenza tra i due sessi è possibile grazie al colore della testa che, nel maschio è più intenso e lucente rispetto alla femmina.
Si tratta di un uccello molto attivo che trascorre gran parte della sua vita sugli alberi e scende solo raramente sulla terra ferma, tra l’altro risulta essere molto aggressivo con gli altri uccelli. La cinciallegra è stanziale, difficilmente lascerà il suo habitat.
Tende a nidificare all’interno di cavità nei tronchi degli alberi, dei muri o in apposite cassette-nido. La femmina depone circa 8 alle 15 uova piccole, che coverà per due settimane e alla schiusa saranno entrambi i genitori a prendersene cura.
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Raffaella Lauretta
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