Intere città sotto l’assedio dei gabbiani: ecco quali sono le malattie che possono trasmettere all’uomo e perché sono così pericolosi per i nostri animali.
Onnivori, prepotenti, aggressivi e soprattutto per nulla intimoriti dalla presenza dell’uomo. I gabbiani sono ben consapevoli della loro prestanza fisica e la sfruttano appieno per fare il loro comodo. Sempre alla ricerca di cibo, imbrattano strade e monumenti, balconi, ringhiere e automobili e possono anche attaccare mortalmente i nostri animali domestici. Numerose sono le testimonianze di gatti uccisi dal becco appuntito e feroce del volatile. L’invasione dei gabbiani è ormai fuori controllo: volano a bassa quota, si avvicinano prepotentemente all’uomo e si poggiano sempre più spesso su cassonetti stracolmi di rifiuti. Ma non solo. Non hanno alcuna paura nell’attaccare tavoli di ristoranti e di bar, oppure di afferrare col becco il nostro panino mentre stiamo tranquillamente passeggiando per strada. Insomma i gabbiani sono diventati un vero e proprio pericolo per la nostra salute, e non fanno solo paura. Essi trasmettono malattie pericolose e attaccano mortalmente i nostri animali domestici. Ma guardiamo da vicino quali sono i reali pericoli di un gabbiano.
La specie di gabbiano più diffusa nelle nostre città è di certo il Larus Michahellis, ovvero il gabbiano reale mediterraneo. Non è raro ormai vederli in giro per strada attaccare piazze, monumenti e turisti: perfino il Papa è stato ‘vittima’ di un loro attacco durante l’omelia in Piazza San Pietro. Insomma ormai non ci sono più limiti alla loro invasione e soprattutto il numero di esemplari nelle città sembra aumentare in maniera preoccupante perché i gabbiani sono un concreto pericolo. Una stima nel 2015 ha affermato che i nidi di gabbiani crescono di un terzo ogni anno e in quell’anno il numero si aggirava tra i 40 mila e 60 mila esemplari.
Il gabbiano che vola in alto e dispiega le sue ali sul mare è ormai un lontano ricordo. Da rapaci e onnivori quali sono, i volatili hanno sempre gradito mangiare gli avanzi delle discariche. Ma da qualche tempo a questa parte il centro città è stato preso d’assalto. Non a caso il problema dei rifiuti ha spinto questi pericolosi uccelli nelle strade cittadine. Da qui è nata una convivenza forzata e molto poco gradita con l’uomo: ci sarà capitato di finire sotto lo sguardo torvo del gabbiano, mentre tentavamo di passare nelle vicinanze di un cassonetto dove stava consumando il suo lauto pasto.
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Dapprima si credeva che qualche piccolo trucchetto domestico potesse bastare a tenere lontani i pennuti: dalle sagome di falchi messi in bella mostra sui balconi, come gli spaventapasseri nei campi di grano, alle figure con la carta alluminio. A quanto pare i gabbiani non hanno paura di nulla, tanto meno di noi. Ma in che modo ci attaccano? Ben consapevoli dei loro punti di forza, la stazza e il becco, i volatili attaccano puntando alla nuca e agli occhi. La loro stazza che può raggiungere i 2 kg di peso e i 75 cm di lunghezza rappresenta da sola un pericolo: il becco robusto e appuntito completa la loro immagine di ‘cacciatori’.
Il gabbiano può essere portatore di numerose malattie che attaccano sia noi che i nostri animali. Il pericolo naturalmente aumenta quando il volatile, dopo essere stato a contatto con rifiuti, ratti e vermi beve da trasmissibili per via aerea, tra le quali: salmonellosi, psittacosi, istoplasmosi, candidiasi, criptococcosi, tubercolosi e toxoplasmosi. Non solo i gabbiani ne sono responsabili, ma anche piccioni e dagli storni.
Inoltre essi rappresentano un pericolo anche per i veicoli in volo, data la loro frequente presenza nei pressi degli aeroporti, soprattutto nelle fasi di atterraggio.
La più pericolosa e diffusa malattia trasmessa dai gabbiani è di sicuro la salmonella. Questo batterio si trova principalmente negli escrementi del volatile, e può condurre a gravi forme di salmonellosi e febbre para-tifoide.
Sia il paratifo sia la salmonella sono classificate nella categoria di salmonellosi minori. I sintomi iniziali sono febbre, mal di testa e lingua secca. Nella seconda fase a questi sintomi si aggiungono mal di stomaco e violente scariche di diarrea, oltre ad un rallentamento del battito cardiaco.
Detta anche ornitosi o malattia dell’allevatore di volatili, è causata dal batterio Clamydia Psittaci. Questa malattia può essere contratta attraverso il contatto diretto con le uova, le feci, le urine e le piume del gabbiano che ne è infetto.
Tale patologia può essere confusa con una banale influenza, poiché i sintomi sono febbre, brividi di freddo, tosse e difficoltà respiratorie oltre ad un generale senso di spossatezza. Nei casi più gravi può condurre ad una polmonite, proprio in seguito ad una grave infiammazione dell’apparato respiratorio.
Il batterio responsabile di questa patologia attacca solitamente l’apparato gastro-intestinale. La patologia infatti più comune si manifesta con gastroenteriti e setticemie.
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F.C.
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