10 fatti interessanti sul corvo, questo intelligentissimo uccello

10 fatti interessanti sul corvo, questo intelligentissimo uccello

Un animale da sempre associato con l’oscurità, il mistero, e il fascino del “dark” è il corvo. Questo uccello è di certo un animale pieno di fascino, da conoscere meglio.

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10 curiosità sul corvo (Foto Pexels)

Edgar Allan Poe sapeva certamente cosa stava facendo, quando usava il corvo invece di un altro uccello per urlare “mai più” nella sua famosa poesia. E anche il famoso film con Brandon Lee, che prendeva il nome da questo uccello scuro, non sarebbe stato lo stesso con un colorato pappagallo come mascotte. Il corvo è stato a lungo associato con morte e presagi oscuri, ma in realtà questo uccello è davvero in qualche modo un mistero. A differenza dei suoi altri parenti pennuti, solitamente più facili da amare e apprezzare, non è stato scritto molto su questo straordinario uccello. Ecco 10 fatti affascinanti sui corvi, in particolare il corvo imperiale (Corvus corax).

10 fatti interessanti sui corvi

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Il corvo ha abitudini complesse e ancora da scoprire del tutto (Foto Unsplash)

1. I corvi sono tra gli animali più intelligenti

Quando parliamo di intelligenza, questi uccelli si affiancano a scimpanzé e delfini. In alcuni test logici, un corvo doveva raggiungere un pezzo di cibo appeso a un filo, tirando un capo del filo, ancorandolo con la zampa, e ripetendo l’operazione finché il cibo non fosse abbastanza vicino al suo becco. Molti corvi sono riusciti a prendere il cibo al primo tentativo, alcuni entro 30 secondi.

In natura, alcuni corvi sono stati visti lanciare pietre alle persone che tentavano di arrampicarsi sugli alberi dove erano i loro nidi, o anche rubare dei pesci tirando la lenza dei pescatori fuori dai buchi nel ghiaccio, e altri sono stati visti fingersi morti vicino a una carcassa di castoro per allontanare altri corvi da quel pasto delizioso. Inoltre, se un corvo sa che un altro corvo lo guarda nascondere il suo cibo, finge di mettere il cibo in un luogo mentre invece lo nasconde altrove. Ma poiché gli altri corvi sono intelligenti quanto lui, questo funziona solo a volte.

2. I corvi sanno imitare la voce umana

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Un corvo: sapevate che può imparare a parlare? (Foto Pxhere)

In cattività, i corvi possono imparare a parlare anche meglio di alcuni pappagalli. Inoltre sanno imitare altri rumori, come il motore dell’auto, lo scarico del gabinetto, e richiami di uccelli o versi di animali. Il corvo è un animale che sa imitare lupi o volpi per attrarre questi animali vicino a delle carcasse di animali che lui non è capace di aprire. Quando il lupo o la volpe ha finito di mangiare, il corvo si nutre degli avanzi.

3. In Europa il corvo è visto come il maligno

In molte culture europee, questo uccello nero dallo sguardo intenso è stato idealizzato nei tempi antichi come il diavolo in carne e… piume. In Francia, si pensava che i corvi imperiali erano le anime dei preti dannati, mentre i corvi comuni (più piccoli) erano le suore. In Germania, i corvi erano la reincarnazione delle anime condannate all’inferno, o a volte dello stesso Satana.

In Svezia, i corvi che gracchiavano di notte erano considerati le anime delle persone assassinate che non avevano ricevuto la giusta sepoltura Cristiana. Ed in Danimarca, le persone pensavano che i corvi notturni erano spiriti esorcizzati, e non bisognava guardarli dal basso perché nel caso avessero un buco tra le piume delle ali, guardare attraverso quel buco significava trasformarsi in un corvo.

4. I corvi sono stati oggetto di molti miti

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Tra gli animali più intelligenti al mondo, il corvo non spicca per simpatia, forse (Foto Unsplash)

In tutto il mondo, dal Tibet alla Grecia, ci sono miti e leggende in cui il corvo è visto come un messaggero degli dei. Le divinità celtiche della guerra spesso prendevano la forma dei corvi durante le battaglie. Il dio vichingo, Odino, aveva due corvi: Huginn (il pensiero) e Muninn (la memoria), che volavano attorno al mondo ogni giorno e riportavano ad Odino ogni notte quello che avevano visto.

I cinesi dicevano che i corvi erano causa del tempo cattivo nelle foreste, per avvisare le persone che gli dei stavano per passare. E alcune tribù di Nativi Americani adoravano il corvo come una divinità in sé stesso. Chiamato semplicemente Raven (corvo), veniva descritto come un furbo imbroglione che era legato alla creazione del mondo.

5. I corvi sono molto giocherelloni

I Nativi Americani non erano così lontani dalla realtà quando descrivevano la natura truffaldina del corvo. Sono stati osservati in Alaska e in Canada, usando i tetti coperti di neve come scivoli. Nel Maine, negli Stati Uniti, sono stati visti rotolare giù dalle colline innevate. Solitamente giocano a tenersi lontani, assieme ad altri animali come lupi, lontre e cani. I corvi si costruiscono addirittura dei giocattoli – un comportamento animale molto raro – usando dei rametti, pigne, palle da golf, o pietre per giocare da soli o con altri corvi. E a volte si divertono a prendere in giro altre creature, solo perché è divertente.

6. I corvi fanno cose strane con le formiche

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Il becco del corvo (Foto Pexels)

Si stendono sui formicai e si rotolano in modo che le formiche si arrampicano su di loro, o masticano le formiche e sputano i resti sulle piume. Il nome scientifico per questa strana – e disgustosa – abitudine è “bagno di formiche. Lo fanno anche i corvi, i passeri, le ghiandaie. Questo comportamento non è ancora ben compreso, le teorie spaziano dal vedere le formiche usate come insetticida e fungicida per gli uccelli grazie alla secrezione che emettono sulla pelle dei pennuti, fino a ritenere l’intera operazione una semplice dipendenza. In ogni caso, sembra proprio che per gli uccelli il bagno di formiche sia una cosa fantastica.

7. I corvi usano gesti simili a quelli che facciamo con le mani

Gli scienziati hanno notato che i corvi fanno dei segnali non vocali molto sofisticati: questi significa che usano i gesti per comunicare. Uno studio in Austria ha dimostrato che il corvo usa il suo becco per indicare un oggetto a un altro uccello, proprio come facciamo noi usando un dito. Inoltre, questi neri pennuti tengono un oggetto nel becco per attirare l’attenzione degli altri uccelli. Si tratta della prima volta che un comportamento simile (usare i gesti per comunicare) è stato visto in natura al di fuori dei primati.

8. I corvi si adattano facilmente

Dal punto di vista evolutivo, il corvo ha un futuro completamente aperto. Questo uccello può vivere in un gran numero di habitat, dalla neve al deserto, dalle montagne alle foreste. In quanto uccelli spazzini, possono nutrirsi di una dieta molto vasta che include pesce, carne, semi, frutta, carogne e anche spazzatura.

E sono addirittura capaci di ingannare gli altri animali per il cibo: un corvo distrae un altro animale, ad esempio, mentre un suo compagno gli ruba il cibo. Hanno poi pochi predatori e vivono molto a lungo: 17 anni in natura, e fino a 40 anni in cattività.

9. Il corvo mostra empatia per i suoi simili

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Il nero corvo sorveglia da un ramo… Cosa vedrà? (Foto Pexels)

Nonostante la natura da “cattivo ragazzo”, il corvo sembra capace di sentire empatia. Quando un corvo vede un suo compagno perdere in una battaglia, sembra andarlo a consolare. Si ricordano poi gli uccelli che gli piacciono e rispondono in modo amichevole a quegli uccelli per almeno tre anni dopo averli visti (e rispondono negativamente ai nemici e ai corvi che mostrano strani comportamenti).

10. I giovani corvi vanno in giro come gruppi di teppisti

I corvi si accoppiano per la vita, e vivono in coppie in un territorio fisso. Quando i loro piccoli raggiungono l’adolescenza, lasciano il nido e si uniscono a delle bande, l’incubo di ogni madre umana. Questi gruppi di giovani corvi vivono e mangiano insieme, finché non si accoppiano e si allontanano.

Può essere interessante notare che il vivere in mezzo ai giovani sembra essere un motivo di stress per il corvo. Gli scienziati hanno notato dei livelli maggiori degli ormoni dello stress tra i giovani corvi, rispetto a quelli degli adulti accoppiati. Non è mai facile essere un giovane ribello, d’altronde.

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Fabrizio Burriello

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