La cornacchia da non confondere con il corvo. Vediamo quali le caratteristiche, l’habitat e l’alimentazione di questo uccello.
La cornacchia, è un uccello appartenente al gruppo dei corvidi, molto diffidente nei confronti dell’essere umano, tranne ni casi in cui vive vicino a un’area urbana e tende ad adattarsi perfettamente. Questo uccello è famoso per la sua straordinaria intelligenza, la Cornacchia grigia è stata protagonista di molte storie e leggende, tra cui quella di essere il messaggero delle streghe.
La cornacchia è un uccello robusto e massiccio, misura 48-53 cm di lunghezza, per 396-602 g di peso e un’apertura alare di 84–100 cm. Il piumaggio è totalmente di colore nero, lucente e dalla consistenza sericea: sul corpo sono presenti sfumature metalliche di colore verdastro, il becco e le zampe sono di colore nero: gli occhi, invece, sono di colore bruno scuro.
Possiede una testa dalla forma arrotondata con fronte sfuggente, becco conico, forte e dalla punta lievemente adunca, collo robusto, lunghe ali digitate, zampe forti e coda dalla forma squadrata e di media lunghezza.
La cornacchia nera ricorda molto il corvo imperiale, rispetto al quale mostra dimensioni medie inferiori, aspetto più slanciato, coda squadrata anziché cuneiforme e iridescenza del piumaggio verde piuttosto che viola: la cornacchia grigia risulta perfettamente identica nell’aspetto e nelle dimensioni alla cornacchia nera, ma è molto semplice da differenziare da quest’ultima per la diversa colorazione del torso.
È un uccello diurno, che vive in stormi anche numerosi, qualche volta è possibile che divida gli spazi con i più introversi corvi neri. Durante il giorno, questi uccelli passano la maggior parte del tempo a terra o fra i rami dei cespugli alla ricerca di cibo, e solo nel tardo pomeriggio tornano verso alberi-posatoio dove poter passare la notte al riparo da intemperie ed eventuali predatori.
Il suo richiamo consiste in un forte e roco craaak, più acuto rispetto a quello del corvo imperiale e più grave e vibrante rispetto a quello del corvo nero. Alcuni esemplari in particolare quelle in cattività, sono anche in grado di riprodurre suoni e parole umane. La cornacchia ha una longevità di 10-15 anni nella fauna selvatica e 13 anni in cattività.
L’habitat originario della cornacchia, è rappresentato dalle aree aperte a copertura erbosa con presenza di macchie boschive miste più o meno estese, come ad esempio: foreste, montagne ad alta quota, coste scoscese, tundre e aree fluviali. Tuttavia attualmente questi uccelli colonizzano senza grossi problemi anche le aree antropizzate suburbane o urbane.
In Italia, la specie è presente lungo l’Arco alpino, specie in Valle d’Aosta. Inoltre, esistono due grandi popolazioni disgiunte di cornacchia nera, una europea e una asiatica: la prima è diffusa dalla penisola iberica alla Boemia (Gran Bretagna tranne le Highlands scozzesi e Irlanda orientale comprese) a sud fino alle Alpi.
Mentre la seconda è diffusa dalla sponda orientale dello Enisej (in Siberia centrale) alla Kamchatka (comprese le isole Curili, Sakhalin e il Giappone tranne Kyūshū) a sud fino al Turkmenistan orientale, all’Afghanistan nord-orientale, al nord di Qinghai e Sichuan e all’Hebei.
In merito alla riproduzione, la cornacchia raggiunge la maturità sessuale a circa 3 anni e durante i mesi che vanno da metà marzo a metà maggio, si dedica alla riproduzione. Si tratta di un uccello monogamo, territoriale e collaborativo, infatti entrambi si occupa di prepara il nido, abbastanza grande a forma di coppa, normalmente viene costruito fra i rami di un grosso albero, sui cespugli o sulle rocce.
In questo nido la femmina deporrà le sue 3-6 uova lisce e leggermente lucide, di colore azzurrino fittamente maculato di bruno. Queste uova verranno covate dalla femmina per circa 21 giorni mentre il maschio farà da guardia al nido, per proteggerlo da eventuali intrusi.
Passi i 21 giorni nasceranno i pulcini ciechi e senza piume e dei quali saranno entrambi i genitori a prendersene cura, anche successivamente quando ormai a circa 4-5 settimane saranno in grado di spiccare il volo, i piccoli torneranno al nido e non di rado lasceranno che i genitori siano ancora loro a procurargli del cibo. I piccoli resteranno a far parte dello stesso stormo o in alcuni casi andranno via non prima dei 35 giorni di vita.
L’alimentazione della cornacchia è molto varia, infatti essa è onnivora opportunista e ha la tendenza a rubare le prede già uccise da altre animali. Come abbiamo appena specificato, questo uccello si nutre di diversi generi e animali, ad esempio: serpenti, mais, verdure, ratti, topi , lucertole, molluschi, crostacei, anfibi, rettili, conigli, toporagni, rane, ghiande, uccelli, nocciole, mele, noci, legumi, fichi, pesce e tant’altro.
I cuccioli di tutti gli animali prima citati sono coloro che sono più esposti insieme a gli animali malati, allorché siano nell’habitat di questo uccello. La cornacchia ha uno stile di caccia collaborativo con le altre cornacchie per aggredire grossi rapaci o piccoli canidi e sottrarre loro le prede.
Essendo un uccello molto intelligenti si è praticamente adattato a nuove condizioni di habitat e di vita, stabilendosi presso gli insediamenti e beneficiando di cibo sotto forma di scarti e rifiuti. Infatti per l’essere umano la cornacchia rappresenta una minaccia, allevare pollame (polli, anatre, ecc.) può essere rischioso con questo uccello nelle vicinanze, poiché è totalmente in grado di ucciderli. Gli unici predatori presenti nel suo habitat e di cui la cornacchia ha timore sono: aquile, gufi, martore e falchi.
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Raffaella Lauretta
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