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Polli e volatili

Come zittire un pappagallo: tutti i rimedi per evitare le sue urla

E se il tuo simpatico volatile non facesse altro che urlare? Potrebbe essere un vero problema: ecco cosa fare per zittire un pappagallo.

Zittire un pappagallo: tutti i rimedi e le cause (Foto Pixabay)

Avere in casa un pappagallo è un’esperienza meravigliosa, tanto più se è possibile conversare con lui e ascoltare ciò che ha da dire. Però possono esserci degli ‘effetti collaterali’ a tutta questa sua voglia di parlare. Infatti un pappagallo che urla in continuazione non è proprio piacevole né per noi né per il nostro vicinato. Prima che si arrivi a litigare col vicino, ecco quali sono i consigli utili da seguire per zittire un pappagallo.

Perché zittire un pappagallo che urla

Ragazza che istruisce dei pappagalli (Foto Pixabay)

Ci abbiamo pensato bene e siamo finalmente riusciti a trovare il pappagallo parlante che fa per noi (Leggi qui: Come scegliere un pappagallo parlante? Razze, prezzi e caratteristiche), ma ora abbiamo il problema opposto: urla troppo. In realtà al nostro orecchio possono sembrare grida, ma sono solo i suoi versi. Ciò non toglie che possono risultare molto fastidiosi, soprattutto in un condominio. Vi sono alcune razze particolarmente chiacchierone (pensiamo al Conuro del sole o al cenerino). Pensiamo che il Cacatua delle Molucche può emettere grida di intensità fino a 125 decibel. Di certo è segno di buona salute, poiché un pappagallo con poche forze non riuscirebbe ad emettere suoni così potenti.

Insomma non si tratta di urla di dolore, ma semplicemente di versi, esattamente come l’abbaiare del cane e il miagolio del gatto. Ma se grida per parecchie ore al giorno, questo può diventare un problema da risolvere, anche perché potrebbero essere il segnale di un malessere fisico o psicologico del volatile. In questo caso è assolutamente necessario non solo risolvere il problema delle urla ma soprattutto capire che cosa lo fa soffrire.

Il pappagallo urla: quando intervenire

Cosa fare se il pappagallo urla troppo (Foto Pixabay)

Premesso dunque che si tratta del suo modo per comunicare, il pappagallo può esprimere in questo modo anche un malessere, uno stato psico-fisico non del tutto positivo. Solo il veterinario che lo visita può escludere la presenza di patologie in atto: la cosa fondamentale è che il medico sia esperto in ornitologia, e magari specifico per i pappagalli.

Qualora non ci fosse alcuna patologia fisica, allora il problema potrebbe essere di natura psicologica. Le sue urla potrebbero essere dettate dalla paura, oppure dal desiderio di ottenere qualcosa che non riesce ad avere. Potrebbe anche essere un richiamo per gli altri volatili che tornano verso casa all’ora del tramonto, oppure possono urlare per noia o, al contrario, per estrema euforia. Infatti possono mostrare il loro disagio con le grida sia quando in casa c’è troppo silenzio sia quando i rumori sono troppo forti.

Zittire il pappagallo: come fare

Zittire un pappagallo: i consigli a seguire (Foto Pixabay)

Ecco quali sono i metodi migliori per zittire il tuo pappagallo.

  • Clicker: con l’uso di questo oggetto, che emette appunto un suono simile ad un click, non sarà difficile addestrare il tuo pappagallo, poiché si tratta di un volatile abbastanza obbediente e che carpisce subito i messaggi che gli sono imposti. Inoltre le sessioni quotidiane di ‘allenamento’ lo terranno impegnato e non lo annoieranno. D’altra parte possiamo vedere gli effetti del clicker anche per addestrare i cani. E’ importante che quando porta a termine il compito, ovvero quando si zittisce, riceva la sua ricompensa: procuriamoci uno snack da dargli in cambio!
  • La ricompensa: quando un pappagallo esegue gli ordini deve capire che questo suo comportamento gli è riconosciuto. Se gli offriamo il suo snack preferito o semplicemente lo coccoliamo, il volatile sarà portato ad associare alla buona azione un premio. Naturalmente possiamo giocare d’astuzia e capire quali ricompense gli fanno più ‘gola’ e utilizzare queste per stimolarlo ad obbedire.
  • Nesso azione-ricompensa: così come accade nei cani è importante che il premio sia immediatamente riconducibile alla buona azione. Ciò vuol dire che non dobbiamo far passare troppo tempo tra l’esecuzione corretta del comando e la ricompensa. In caso contrario il pappagallo potrebbe entrare in confusione e non capire che il premio è associato a quel determinato comportamento.
  • Niente punizioni: né verbali né tanto meno fisiche! Urlargli contro potrebbe ottenere solo l’effetto opposto: il pappagallo potrebbe spaventarsi, rifiutarsi di continuare l’addestramento e soprattutto perdere fiducia e stima nel suo padrone. Quindi armiamoci di grande pazienza e, quando proprio non ne possiamo più, rimandiamo la sessione al giorno dopo.
  • Ignorarlo se sbaglia: se continua ad urlare la sola soluzione è quella di ignorarlo. In questo modo il pappagallo capirà che se vuole godere della tua compagnia non deve urlare, altrimenti te ne andrai! Può sembrare banale ma in realtà è un rimedio molto efficace, soprattutto perché il volatile ama stare con il suo umano. E’ importante che passino almeno 10 secondi prima di ridargli attenzione.
  • Il tono di voce: che sia basso e pacato. Non possiamo pretendere che il pappagallo la smetta di urlare se noi per primi non riusciamo a stare calmi! Insomma dobbiamo dargli il buon esempio, altrimenti saremo in due a gridare. Ed è fondamentale mostrarsi sempre coerenti, sempre calmi e pacati altrimenti potremmo confonderlo.

Il pappagallo urla: tutte le cause possibili

Esclusa la malattia, cosa può spingere un pappagallo ad urlare come un ossesso? Di certo c’è qualcosa che possiamo modificare nel suo habitat o nelle sue abitudini: ecco perché è importante capire tutte le cause che lo spingono ad emettere questo sgradevole suono.

Le luci: quando la luce del sole o quella artificiale batte sulla gabbia, i pappagalli potrebbero essere sovreccitati. E poi è importante che riposino: hanno infatti bisogno di dormire almeno per 10-12 ore a notte. Meglio chiudere le tende quando il sole è troppo alto, oppure oscuriamo la gabbia con un panno nero prima di andare a dormire per evitare che il sole del mattino lo incoraggi a gridare.

I rumori: se un pappagallo sente rumori in casa, inizierà ad urlare anche lui. Una situazione caotica lo spingerà a urlare per farsi sentire. Un ambiente sereno potrebbe rasserenare anche lui.

Movimenti bruschi: soprattutto i bambini tendono a muoversi in modo disordinato e agitato davanti alla gabbia del pappagallo, proprio per attirare la sua attenzione. Il problema è che un volatile, vedendo tutta quella agitazione, è portato a urlare per la sovreccitazione che vede intorno a sé.

Habitat e dieta: è importante che la gabbia non sia troppo piccola, per non farlo sentire ‘costretto’. Inoltre al suo interno devono esserci oggetti che possano distrarlo e gli facciano passare il tempo. Non dovranno mai mancare cibo e acqua: il 70% deve essere costituito da pellet, cui aggiungere pezzi di frutta e verdure fresche.

La noia: il pappagallo ha bisogno di giocare e di stare del tempo col suo umano. Almeno un’ora di gioco al giorno bisogna dedicargliela! Passare del tempo con lui è importante e stimolarlo con nuovi giochi lo è altrettanto (proviamo ad utilizzare soprattutto giocattoli che emettono luci e suoni).

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F.C.

Francesca Ciardiello

Laureata in Lettere moderne e in Forme e tecniche dello spettacolo, fin da piccola sono sempre stata affascinata dal mondo animale. In casa mia non sono mai mancati pesci rossi, tartarughe canarini e uccelli di ogni specie. Dal mese di Aprile 2022 sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Campania. Avere la possibilità di scrivere per Amoreaquattrozampe è ogni giorno un’avventura meravigliosa.

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Francesca Ciardiello

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