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Polli e volatili

Calopsitta pappagallo dal ciuffo giallo: caratteristiche e alimentazione

La calopsitta è un uccello domestico molto adatto ai principianti e molto apprezzato per le sue numerose qualità.

La Calopsitta (Nymphicus hollandicus), appartiene alla famiglia dei Cacatuidi (Foto Pixabay)

La Calopsitta (Nymphicus hollandicus), pur appartenendo alla famiglia dei Cacatuidi è più somigliante ai piccoli pappagalli nella forma e nelle dimensioni: ha infatti un corpo snello, ali affusolate in gran parte color grigio e una lunga coda che finisce a punta, ha un ciuffo o cresta alta con la quale esprime i suoi stati d’animo e atteggiamenti, faccia gialla, guanciali arancio.

Anche se in cattività questi pappagallini sono stati allevati in diverse mutazioni, in natura la calopsitta ha un aspetto caratteristico come abbiamo precedentemente descritto. Inoltre hanno anche macchie bianche prominenti sulle ali che altrimenti sarebbero completamente grige.

Le giovani calopsitte e le femmine sono più opache rispetto ai maschi adulti, con meno giallo sul volto e più piume più chiare sul dorso, sui fianchi e sotto la coda. Le penne all’esterno della coda sono gialle e grigio chiaro, mentre quelle del maschio sono grigio scuro. Caratterialmente la Calopsitta un comportamento amichevole, giocoso e affettuoso. Questi pappagallini amano stare in compagnia del loro proprietario e passare il tempo sul suo braccio o spalla.

Una Calopsitta domestica che è stata cresciuta in casa e fatta socializzare in modo opportuno, può diventare un bellissimo animale da compagnia per la famiglia ed è anche ideale per chi vive in appartamento, considerando gli spazi. Nonostante il suo carattere generalmente tranquillo e socievole però, potrebbe capitare l’esemplare più ribelle e problematico da gestire.

Alimentazione della calopsitta

La calopsitta mangia di tutto: semi, foglie verdi, verdure e frutta (Foto Pixabay)

La cosa più importante da considerare riguardo la dieta della Calopsitta è la varietà. Va sottolineato, però che il pappagallo non va mai forzato a mangiare qualcosa, sarà lui a farti capire cosa gli piace e cosa no.

La calopsitta, questo pappagallino, mangia di tutto: semi, foglie verdi, verdure e frutta, anche se queste ultime sono accettate con difficoltà, dato che in natura vivono in un ambiente arido dove il loro principale cibo contiene poca acqua.

Gli integratori non sono necessari finché viene fornita una varietà di cibi che soddisfano tutti i bisogni alimentari. La calopsitta è un uccello che si adatta molto all’ambiente che lo circonda, perché nel loro habitat naturale hanno imparato a sopravvivere in un ambiente duro e imprevedibile.

In cattività imparano presto ad adattarsi alle abitudini quotidiane dei proprietari, anche se  devi considerare che ha bisogno anche di riposo adeguato. Questo piccolo pappagallo dal particolare ciuffo è bravissimo nel volo, infatti in natura deve volare ogni volta per procurarsi del cibo e necessariamente per lunghe distanze.

Frutta

Assicurati che la Calopsitta non mangi semi di frutta perché alcuni possono essere molto pericolosi, come per esempio quelli di mele e ciliege che contengono tracce di cianuro. Ma puoi concedergli: mango, melone, albicocca, nettarina, papaia, pesca, banana, uva, arancia, mandarino.

Verdura

Spinaci, cavoli verdi, pannocchie di granturco, cime di rapa, bietole, germogli, senape, broccoli, scarola, cicoria, pomodori secchi, carote grattugiate, indivia, zucca, patata dolce. L’acqua deve essere sempre pulita e cambiata ogni giorno o comunque ogni volta che si sporca con gli escrementi o pezzi di cibo. Puoi dare alla tua Calopsitta acqua naturale, la stessa che bevi tu. Le ciotole dell’acqua devono essere sempre lavate e pulite con acqua calda e sapone, per evitare la proliferazione di batteri e funghi.,

Habitat domestico della calopsitta

Una Calopsitta ha bisogno di una gabbia abbastanza grande.(Foto Pixabay)

Una Calopsitta ha bisogno di una gabbia per pappagalli, abbastanza grande, da contenere comodamente alcuni trespoli, i suoi giochi e le ciotole per il cibo. Deve avere lo spazio sufficiente  da permettere al pappagallo di sbattere le ali senza il rischio di urtare qualcosa.

È opportuno anche che la gabbia abbia un ampio cancelletto frontale, in modo da rendere più facile il rientro della Calopsitta, che può opporre a volte resistenza nel rientrare in gabbia. Essendo abituata per natura a foraggiare a terra, la tua Calopsitta farà lo stesso sul fondo della gabbia se ne vedrà la possibilità.

Una buona idea potrebbe essere ricoprire il fondo con della carta di giornale e poi cospargerlo di semi o cibo sbriciolato. Ricordati però di rimuovere poi la copertura e non lasciare che si accumulino escrementi e avanzi di cibo. La maggior parte delle calopsitte si spaventa quando nuovi giochi, rami o trespoli vengono posizionati direttamente nella gabbia.

Ecco perché prima di introdurre nuovi oggetti nella gabbia, questi devono essere presentati dal proprietario, avvicinandoli all’uccello, prima di posizionarli nella gabbia. Questo perché la Calopsitta sarà più predisposta ad accettarli se vede il proprietario interagire con essi e non ritenerli pericolosi.

Lo stesso atteggiamento l’animale presenta quando riguarda rami e ramoscelli con foglie. Anche in questo caso potresti sistemali prima fuori dalla gabbia per qualche giorno, prima di metterli all’interno.

Cura della calopsitta

La gabbia della Calopsitta e tutti i suoi componenti devono essere puliti.(Foto Pixabay)

La gabbia della Calopsitta e tutti i suoi componenti (posatoi, ciotole del cibo, giocattoli, ecc.) devono essere puliti regolarmente e il cibo in marcio, in terra al fondo della gabbia, va rimosso, così da mantenere basso il livello di batteri e diminuire la possibilità che la Calopsitta si ammali.

Alla calopsitta piace fare il bagno e a volte anche fare la doccia con i suoi proprietari; a questo scopo è possibile acquistare posatoi speciali o lasciare che il pappagallo si posi sul tubo della doccia. Un altro motivo per cui bisogna permettere loro di farsi regolarmente il bagno è che, come gli altri pappagalli del Vecchio Mondo, la calopsitta produce una fine polvere biancastra che può causare allergie e problemi respiratori negli uccelli più sensibili.

Per quanto invece riguarda il comportamento di questo uccello, chi possiede una Calopsitta dovrebbe sapere che questo esemplare di  pappagallo deve e vuole, passare regolarmente del tempo fuori dalla gabbia e cercare di giocare e interagire con lui, poiché a questi intelligenti pappagallini piace esplorare la casa e spesso, a causa della loro tendenza di foraggiare a terra, li ritrovi sul pavimento.

Per questo motivo è consigliato stare attenti a non calpestarli e soprattutto non lasciare oggetti pericolosi in giro. Un ultimo accorgimento da tenere durante i periodi fuori dalla gabbia, è quello di tenere chiuse le finestre e le porte. La calopsitta ama dormire e ha bisogno di 10-12 ore di sonno ogni notte.

Una curiosità su questo pappagallino e una condizione unica della specie, sono gli spaventi notturni che sono piuttosto comuni. Gli spaventi notturni si verificano quasi sempre nel cuore della notte, quando la casa o l’ambiente in cui si trova il pappagallo sono tranquilli.

Anche un evento banale come una corrente d’aria, in qualsiasi rumore o i fari di una macchina che passa possono causare alla Calopsitta uno spavento. Quando questo succede, la calopsitta di solito prova a volare via, cadendo poi sul fondo della gabbia.

Se nel caso dovessi essere presente e ti accorgi che il pappagallino ha avuto uno spavento notturno, accendi subito la luce e tenta di rasserenarlo, controllando e assicurandoti che non si sia fatto male durante l’attacco di paura. La Calopsitta tornerà pacificamente a dormire poco dopo.

Raffaella Lauretta

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Raffaella Lauretta

Sono una giornalista pubblicista, con una passione profonda per gli animali. Sono regolarmente iscritta all'Ordine dei Giornalisti. Scrivo articoli su problematiche di salute degli animali, curiosità e argomenti legati alla promozione dell'adozione responsabile degli animali domestici. Nel tempo libero amo fare volontariato nelle strutture e rifugi per animali meno fortunati.

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