Cerchiamo di capire che tecniche di allevamento di polli esistono al mondo e in che modo è fatto crescere questo prezioso animale.
Al giorno d’oggi è facile essere bombardati da una marea di informazioni, soprattutto per quelle che concernono ciò che mangiamo e la nostra salute. Infatti quando si tratta di comprare le uova la scelta appare piuttosto ampia: oltre a fare una distinzione in base al prezzo di acquisto, noteremo che sulla confezione delle uova sono indicate alcune informazioni fondamentali per capire in che modo viene allevato il pollo e se le condizioni in cui è stato deposto l’uovo sono state ottimali per la sua salute e lo stress psico-fisico dell’animale. Ecco quali sono i vari tipi di allevamento di polli al mondo.
La pubblicità gioca un ruolo fondamentale nell’acquisto di un prodotto. Ma soprattutto quando si tratta di cibo è bene fare particolare attenzione perché ciò che mangiamo influisce immediatamente sulla nostra salute. Per quanto riguarda le uova, la scelta al banco appare piuttosto varia ed ampia (Leggi qui: Uova e galline: da cosa dipende il colore del guscio). Ci sarà di certo capitato di aver letto: ‘allevate a terra’ e aver pensato ad una gallina che scorrazza nei prati libera e felice. Ma la realtà è molto diversa! Ecco in quanti e quali modi può essere allevato un pollo.
In gabbia: qui c’è ben poco da fantasticare. Si tratta di una gabbia, un contenitore, nel quale vengono stipate una quantità incredibile di galline. Questo poveri animali sono quindi costretti a condividere spazi minuscoli per tanti esemplari, con notevoli conseguenze sulla loro salute e il loro equilibrio psico-fisico. Infatti lo stretto rapporto e la vicinanza con gli altri polli aumenta il rischio di malattie ed infezioni che facilmente possono essere trasmesse dall’una all’altra. Queste gabbie sono distribuite nei capannoni con più piani, con sistemi di ventilazione e luci artificiali. Le dimensioni della gabbia in metallo sono solitamente 40 cm x 550 cm2. La superficie interna è leggermente inclinata e dotata di mangiatoie e abbeveratoi, il cui rifornimento è automatico. La proporzione è di circa 22 polli per m2.
A terra: chiariamo immediatamente che ‘a terra’ non significa in un bel campo di fiori ed erba. Accantonata questa idea bucolica, i polli sono fuori dalle gabbie ma sempre all’interno di capannoni chiusi. Questo tipo di allevamento è mirato non solo alla produzione di uova ma anche al commercio di carne. I capannoni vanno da 1 a 4 piani, con un nido ogni 7 animali, mangiatoie e gli abbeveratoi. Se il capannone è a piano singolo il pavimento grigliato è inclinato. Il doppio fondo consente di raccogliere gli escrementi e le altre deiezioni dei polli nella fossa biologica. Se parliamo invece di ‘aviari’ avremo delle strutture che si sviluppano in altezza, a più piani aperti con al di sotto il pavimento grigliato. La densità di polli interna corrisponde a circa 20 capi per m2.
A terra intensivo: qual è la differenza con quello precedente? E’ una questione di luci. Infatti in questo caso l’uso di luci artificiali è la caratteristica principale: è stato sperimentato che la presenza di luci sempre accese nei capannoni stimola il pollo a mangiare di più e in modo quasi continuo. Anche la quantità di cibo è più carica rispetto al solito, la ventilazione è al massimo, regolata dai ventilatori.
All’aperto: si tratta sempre di capannoni industriali che però dispongono di uno spazio esterno, nel quale i polli sono liberi di pascolare. La densità di popolazione aviaria è bassa in questo caso e si parla di pochi capi per mq. Nei campi esterni i polli possono razzolare a piacimento: ma non si tratta di spazi verdi privi di comfort. Le galline hanno sempre a disposizione un ricovero per ripararsi dalle intemperie, delle mangiatoie e gli abbeveratoi. Sebbene le condizioni siano più rosee delle precedenti, in realtà il tasso di mortalità è leggermente più alto e la produzione di uova leggermente più bassa rispetto all’allevamento in gabbia.
Biologico: come per l’allevamento all’aperto, quello biologico prevede pochi capi per mq. I capannoni che accolgono i polli hanno infatti ugualmente uno spazio verde esterno, in cui possono razzolare e pascolare. La differenza sostanziale sta nell’alimentazione che viene loro somministrata: i cibi dati ai polli sono solo di derivazione biologica o certificati come tali. Si tratta di un’eccellenza poiché l’animale mangia solo prodotti naturali di ottima qualità (solitamente si tratta di cereali), con una conseguente produzione di uova più ricca e sana. Di certo si tratta del tipo di allevamento più costoso da parte del produttore. Le galline più adatte all’allevamento biologico sono quelle rustiche, meglio ancora se proveniente già da allevamenti biologici. La densità d popolazione aviaria non deve superare i 6 animali per mq. Tutte le galline devono avere libero accesso ad uno spazio verde esterno, per almeno 1/3 della loro vita. Queste aree all’aperto dovranno essere dotate di tettoie e dunque zone d’ombra ma anche macchie di vegetazione da usare come riparo eventuale contro possibili predatori.
La direttiva CE 99/74 vieta questo sistema tra le possibili tecniche di allevamento di polli, e dal 5 ottobre 2003 le gabbie devono avere una superficie di 750 cm2 x 45 cm, 15 cm disponibili di posatoi per capo, 12 cm di mangiatoia a pollo, almeno 2 abbeveratoi e un nido per gabbia.
Inoltre i polli dovranno avere a disposizione una lettiera per razzolare e attrezzi per limarsi le unghie autonomamente. Ogni gabbia dovrà essere tenuta lontana dall’altra e divisa da un corridoio di almeno 90 cm. I polli inoltre non dovranno subire alcun tipo di maltrattamento o mutilazione, tranne quelle operazioni che servono per la loro stessa sicurezza, come il ‘debecaggio’.
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F.C.
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