Pidocchi nel pesce d’acqua dolce, parassiti macroscopici che possono essere molto pericolosi. Vediamo le cause, i segnali e il trattamento.
Si definiscono pesci d’acqua dolce tutti quegli animali che prediligono le acque non salmastre.
Tra questi si trovano l’anguilla, la carpa, il cavedano, il lavarello e naturalmente tutti quegli esemplare fantastici che popolano gli acquati di tutti gli appassionati.
Partiamo dal classico pesce rosso (Carassius auratus), ai Corydoras, il pesce angelo (Pomacanthidae), i ciclidi nani ed il portaspada (Xiphophorus helleri).
Ma anche guppy (Poecilia reticulata), black molly (Poecilia sphenops) e pesci cardinale (Paracheirodon axelrodi).
Tutte queste e tante altre meravigliose e coloratissime specie, possono essere vittima di attacchi dei pidocchi.
Vediamo quali sono i sintomi che si possono individuare e come poter trattare i pidocchi nel pesce d’acqua dolce.
I pidocchi nel pesce d’acqua dolce somigliano a piccoli punti rossi sulla pelle dell’animale, talvolta impercettibili.
Il pidocchio è piatto, ovale, con una sottile ventosa aghiforme usata per forare il pesce a cui è attaccato.
Le cause della loro presenza nel pesce d’acqua dolce sono dovute a diversi fattori.
Tali fattori possono riguardare:
I segnali che facilmente si possono riscontrare nel pesce d’acqua dolce preso da assalto dai pidocchi possono essere i seguenti:
Occorre tenere presente che i pidocchi sono in grado di diffondersi molto rapidamente (in acqua calda) e investire tutti i pesci.
Inoltre sono pericolosi, poiché spesso portano parassiti propri e causano infezioni secondarie nei pesci.
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Per poter diagnosticare la presenza di pidocchi nel pesce d’acqua dolce, il veterinario può prelevare impronte da graffi sulla pelle, eseguire una biopsia del pesce o eseguire un lavaggio nasale.
Questi pidocchi sono macroscopici, non possono essere identificati ad occhio nudo ma una volta che casualmente li notate, dovete portare il pesce o i pesci da un veterinario specializzato per un esame più accorto.
Stabilita la diagnosi, il veterinario potrà intervenire in diversi modi:
Il modo migliore per trattare i pidocchi di pesce è utilizzando insetticidi a basse dosi, ma sotto prescrizione del veterinario.
A seconda della gravità dell’infestazione al momento del trattamento, sarà possibile capire i tempi di recupero.
I pesci che non vengono colpiti da infezioni secondarie dovrebbero riprendersi completamente grazie ad un trattamento appropriato.
Considerando che in questi casi la prevenzione è complicata, l’unica cosa da fare è mettere in quarantena i pesci per quattro o sei settimane prima di aggiungerli a un acquario già esistente.
Lo stesso occorrerà fare le piante d’acqua dolce vive ma basteranno due settimane, poiché anch’esse possono trasportare i pidocchi.
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