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Pidocchi nel pesce d’acqua dolce: le cause, i sintomi e il trattamento

Pidocchi nel pesce d’acqua dolce, parassiti macroscopici che possono essere molto pericolosi. Vediamo le cause, i segnali e il trattamento.

Pidocchi nel pesce d’acqua dolce (Foto AdobeStock)

Si definiscono pesci d’acqua dolce tutti quegli animali che prediligono le acque non salmastre.

Tra questi si trovano l’anguilla, la carpa, il cavedano, il lavarello e naturalmente tutti quegli esemplare fantastici che popolano gli acquati di tutti gli appassionati.

Partiamo dal classico pesce rosso (Carassius auratus), ai Corydoras, il pesce angelo (Pomacanthidae), i ciclidi nani ed il portaspada (Xiphophorus helleri).

Ma anche guppy (Poecilia reticulata), black molly (Poecilia sphenops) e pesci cardinale (Paracheirodon axelrodi).

Tutte queste e tante altre meravigliose e coloratissime specie, possono essere vittima di attacchi dei pidocchi.

Vediamo quali sono i sintomi che si possono individuare e come poter trattare i pidocchi nel pesce d’acqua dolce.

Cause della presenza dei pidocchi nel pesce d’acqua dolce

I pidocchi nel pesce d’acqua dolce somigliano a piccoli punti rossi sulla pelle dell’animale, talvolta impercettibili.

Pesce colpito da parassiti (Foto AdobeStock)

Il pidocchio è piatto, ovale, con una sottile ventosa aghiforme usata per forare il pesce a cui è attaccato.

Le cause della loro presenza nel pesce d’acqua dolce sono dovute a diversi fattori.

Tali fattori possono riguardare:

  • ambiente: l’ambiente di un pesce influisce molto ed infatti sono più presenti nell’acqua dolce, ma vivono anche in ambienti marini;
  • ora del giorno: i pidocchi dei pesci sono più attivi nell’oscurità e usano il loro senso dell’olfatto per rilevare i pesci;
  • host: una varietà di host è responsabile della trasmissione dei pidocchi di pesce. Principalmente, i pidocchi di pesce sono stati inavvertitamente diffusi su pesci koi e pesci rossi negli Stati Uniti.Anche rane e rospi possono trasmettere i pidocchi di pesce.

Sintomi

I segnali che facilmente si possono riscontrare nel pesce d’acqua dolce preso da assalto dai pidocchi possono essere i seguenti:

  • aumento della letargia;
  • prurito del pesce sul substrato e sugli elementi decorativi;
  • lividi o squame mancanti secondarie al lampeggiamento;
  • puntini grigi o verdi di pochi centimetri sulla pelle del pesce;
  • puntini su tutto il pesce o condensa sugli attacchi delle pinne;
  • perdita dell’appetito nel pesce.

Occorre tenere presente che i pidocchi sono in grado di diffondersi molto rapidamente (in acqua calda) e investire tutti i pesci.

Inoltre sono pericolosi, poiché spesso portano parassiti propri e causano infezioni secondarie nei pesci.

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Diagnosi e trattamento per eliminare i pidocchi nel pesce d’acqua dolce

Per poter diagnosticare la presenza di pidocchi nel pesce d’acqua dolce, il veterinario può prelevare impronte da graffi sulla pelle, eseguire una biopsia del pesce o eseguire un lavaggio nasale.

Questi pidocchi sono macroscopici, non possono essere identificati ad occhio nudo ma una volta che casualmente li notate, dovete portare il pesce o i pesci da un veterinario specializzato per un esame più accorto.

Stabilita la diagnosi, il veterinario potrà intervenire in diversi modi:

  • rimuovere manualmente i pidocchi dal pesce, ma comportare una rimozione incompleta ed essere rischioso per il pesce, poiché solo il veterinario potrà rimuovere solo i parassiti adulti, mentre i piccoli riusciranno a sfuggire e a continuare a contaminare corpo e vasca;
  • eliminare le uova rimaste nel serbatoio con una disinfezione completa.

Il modo migliore per trattare i pidocchi di pesce è utilizzando insetticidi a basse dosi, ma sotto prescrizione del veterinario.

A seconda della gravità dell’infestazione al momento del trattamento, sarà possibile capire i tempi di recupero.

I pesci che non vengono colpiti da infezioni secondarie dovrebbero riprendersi completamente grazie ad un trattamento appropriato.

Considerando che in questi casi la prevenzione è complicata, l’unica cosa da fare è mettere in quarantena i pesci per quattro o sei settimane prima di aggiungerli a un acquario già esistente.

Lo stesso occorrerà fare le piante d’acqua dolce vive ma basteranno due settimane, poiché anch’esse possono trasportare i pidocchi.

Raffaella Lauretta

Sono una giornalista pubblicista, con una passione profonda per gli animali. Sono regolarmente iscritta all'Ordine dei Giornalisti. Scrivo articoli su problematiche di salute degli animali, curiosità e argomenti legati alla promozione dell'adozione responsabile degli animali domestici. Nel tempo libero amo fare volontariato nelle strutture e rifugi per animali meno fortunati.

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