Il Piano Lupo continua ancora a far discutere, nonostante l’ENPA e diverse altre associazioni animaliste abbiano raccolto numerosissime adesioni contrarie a questo provvedimento. Il solo Ente Nazionale Protezione Animali ha fatto sapere di aver racimolato più di mezzo milione di firme sulla propria pagina ufficiale Facebook per dire no a quella che di fatto è una riapertura della caccia al lupo in Italia dopo 46 anni di protezione ininterrotta della specie.
Il Piano Lupo contiene infatti al suo interno anche il via libera per procedere all’abbattimento selettivo, che secondo gli animalisti però non serve a niente se non a fare gli interessi delle associazioni degli allevatori. Il Piano Lupo doveva essere dibattuto originariamente tre settimane fa, ma venne rinviato dopo la Conferenza Stato Regioni per le troppe perplessità che comporta. Adesso l’appuntamento decisivo si svolgerà domani, quando in un nuovo incontro si deciderà sul da farsi.
L’ENPA rende noto che ci sarebbe addirittura un aspetto del Piano Lupo tanto voluto dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti: una cosa che ha dello sconcertante e che fino ad oggi non era mai emersa, al punto da sembrare come una manovra scorretta nei confronti delle associazioni animaliste. Ecco quanto comunicato in una nota ufficiale:
“In questa nuova versione del Piano Lupo, datata 25 gennaio 2017 e mai inoltrata dal Ministero ai rappresentanti del mondo ambientalista e animalista, fanno la loro comparsa, oltre al tristemente noto “prelievo” del 5%, la possibilità di uccidere i lupi per non meglio precisati e fantomatici motivi “scientifici” e la possibilità di ammazzarli a fucilate nei parchi. Insomma, contrariamente a quanto dichiarato dal ministro Galletti, dopo un regime di protezione durato oltre 45 anni, ci troveremmo ad assistere ad un vero “tiro al piattello”. Altro che le tutele propagandate dal Ministro: sarebbe caccia selvaggia”.
“D’altro canto è paradossale che si tenti di legittimare gli spari contro i lupi prendendo a pretesto il bracconaggio. Sarebbe come se qualcuno volesse combattere i furti “legalizzandone” una certa percentuale, diciamo il 5%. I reati, tutti i reati, si combattono invece con il rispetto delle regole e con il controllo del territorio. A tutti gli italiani che già hanno dato prova di una straordinaria capacità di mobilitazione, chiediamo di sollecitare uno stralcio delle norme “incriminate”. Chiediamo loro cioè di schierarsi ancora una volta dalla parte dei lupi, della natura e dell’ambiente, per il rispetto della legalità e la cultura della vita”.
Per questo motivo l’ENPA chiede a gran voce che questo tanto bistrattato Piano Lupo venga eliminato una volta per tutte, perché in effetti sono davvero molti i punti poco chiari, che tra l’altro vanno di pari passo ad una sorta di demonizzazione dei lupi, dipinti come le bestie feroci che in realtà non sono.
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