Mentre il tavolo d’incontro per il nuovo Piano di tutela e conservazioni lupo è stato rimandato, il programma del Governo e della Conferenza delle Regioni sembra sgretolarsi. Il piano delineato e ancora da approvare, ha riscosso aspre critiche da parte delle associazioni animaliste tanto che lo stesso WWF ha lanciato una campagna #soslupo e una petizione online per difendere la specie minacciata di abbattimenti selettivi (clicca qui).
L’associazione denuncia come nella “bozza del Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia, nella sua ultima versione, prevede deroghe al divieto di rimozione di lupi dall’ambiente naturale, con la possibilità di autorizzare l’abbattimento legale del 5% della popolazione del lupo stimata oggi in Italia”, sottolineando che “se il Piano sarà approvato nella versione attuale 60 lupi potranno essere abbattuti ogni anno legalmente nel nostro paese, in un contesto in cui già centinaia di lupi vengono brutalmente uccisi dal bracconaggio con il fucile, bocconi avvelenati o lacci di filo metallico”.
Il WWF ricorda che “almeno 300 lupi sono così uccisi ogni anno dal bracconaggio e se si aggiungono le morti accidentali per investimenti stradali si stima già oggi nel nostro Paese una mortalità causata direttamente dall’uomo tra il 15 – 20% della popolazione, considerando una popolazione minima stimata di 1200/1500 lupi, comprendendo sia popolazione appenninica che alpina”.
In questa linea alcune regioni stanno già esprimendo il parere contrario alla strategia del nuovo piano come la posizione presa dalla Regione Lazio che in sede di Comitato Paritetico Ministeri – Regioni che si è tenuto lo scorso 17 febbraio, contraria all’ipotesi di applicazione della deroga alla tutela del Lupo proposta dal Ministero dell’Ambiente.
Il WWF ha pertanto auspicato che la Regione Lazio confermi la sua contrarietà all’ipotesi degli abbattimenti del lupo. In vista della scadenza dei termini per l’invio da parte della Regione Lazio, e delle altre Regioni, delle osservazioni ed emendamenti al testo del Piano proposto dal Ministero dell’Ambiente, l’associazione ambientalista ha evidenziato 6 azioni che dovrebbero essere delle priorità nel piano per risolvere il problema della convivenza dell’uomo con i predatori come il Lupo e l’Orso:
Fino agli anni Settanta il lupo era una specie cacciabile in Italia, minacciato d’estinzione. Grazie al lavoro di operatori e associazioni ambientaliste, è stato contenuto questo pericolo anche se oggigiorno è vittima di bracconaggio. Ma per gli esperti non si tratta di una sovrappopolazione degli esemplari, quanto invece di politiche inadeguate al problema tanto che è stato dimostrato, sottolinea il WWF, che “l’abbattimento di alcuni esemplari di Lupo, destrutturando i branchi e aumentando la dispersione dei suoi componenti, può determinare nel medio e lungo termine un incremento della predazione sul bestiame domestico”. Il WWF Lazio denuncia pertanto che “la scorciatoia ipotizzata, quindi, rischia di aggravare, piuttosto che risolvere, il problema della predazione degli animali domestici da parte del Lupo”.
Nel piano, viene evidenziato che oltre ad individuare interventi efficaci e non “scorciatoie” è importante individuare misure per contrastare “il bracconaggio e il randagismo/vagantismo canino” e in questa linea, ricorda il WWF, ” la Regione Lazio con le misure del nuovo Psr 2014 – 2020 può rendere disponibili le risorse necessarie per promuovere interventi di prevenzione dei danni, dotando gli allevatori di strumenti come le recinzioni elettrificate ed i cani da guardiania”.
Tuttavia, le risorse regionali non sono sufficienti a mettere in pratica alcune azioni del piano di conservazione del lupo e si rivelano necessarie risorse dello stato e dei ministeri.
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