Piano Lupi rinviato, le Regioni non sono convinte

Piano Lupi rinviato, le Regioni non sono convinte

I lupi d’Italia sono salvi, per ora. Il “Piano Lupo” che avrebbe dovuto essere varato ieri da Governo è stato infatti rinviato al prossimo 23 febbraio dopo i tanti dubbi espressi dalla Conferenza Stato Regioni e la susseguente richiesta dei presidenti delle Regioni del nostro Paese. Il ministero dell’Ambiente ha preso atto della cosa accettandola senza contrabbattere o presentare obiezioni.

Se ne riparlerà dunque fra tre settimane. A rendere ufficiale la cosa è stato Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, che in un tweet ha fatto sapere: “Ho chiesto, a nome delle Regioni, il rinvio del piano per la conservazione e gestione del lupo. Ringrazio Gian Luca Galletti per aver accettato. Ora correggere”.

Proprio al ministro Galletti si è rivolta l’ENPA, in seguito ad una intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale. L’Ente Nazionale Protezione Animali ha diffuso un comunicato nel quale afferma:

“Ringraziamo il Ministro Galletti per averci citato, al pari di altre associazioni animaliste e ambientaliste, tra i collaboratori alla stesura del Piano Lupo; purtroppo, però, nonostante lo avessimo più volte chiesto, non siamo mai stati invitati agli incontri e alle riunioni preparatorie per la stesura del Piano. Ne saremmo stati lieti e onorati, e anche in quelle sedi avremmo ribadito ancora una volta la nostra più assoluta contrarietà all’uccisione dei lupi, fosse anche stato lo 0,1% della popolazione”.

«Visto che in questi mesi ogni nostra richiesta di incontro, avanzata anche a livello ufficiale, è sempre caduta nel vuoto, abbiamo chiaramente espresso a mezzo stampa la nostra posizione e indicato la via da seguire per una corretta e serena convivenza tra uomini e lupi. Evidentemente, quando nel Piano Lupo si cita il ruolo della nostra associazione, tra i “commenti e contributi”, si fa riferimento proprio a questo”.

“Naturalmente, rinnoviamo la nostra piena disponibilità a collaborare con il Ministero, con le Regioni, con gli agricoltori, con gli allevatori per una “gestione” incruenta dei lupi: spari e abbattimenti non producono altro risultato, se non quello di fomentare fenomeni di bracconaggio e provocare tensioni sociali nell’opinione pubblica che tanto si è mobilitata in difesa dell’animale simbolo della natura in Italia”.

Il ministro aveva a sua volta affermato: “Mi auguro che il dibattito su questo argomento possa proseguire con la giusta serenità. Bisogna considerare una cosa importante: questa non è una riapertura della caccia al lupo ma un insieme di 22 misure avvalorate da osservazioni scientifiche volte a salvare la specie. Abbiamo 300 lupi uccisi ogni anno dai bracconieri su 1500 esemplari in totale presenti in Italia. Mi auguro che le associazioni animaliste, le Regioni ed altri tengano in considerazione questo. Perciò il Piano Lupi è uno strumento irrinunciabile che servirà a restituire equilibrio alla natura ed al rapporto tra questi animali e l’uomo”. Le proteste in merito da parte di movimenti animalisti ed altri sono state fortissime.

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