Dopo il caso dei macachi liberati dall’università di Modena, il Partito VegAnimalista (PAV) ha lanciato una petizione su Change.org con la quale chiede al neo Sindaco di Roma, Virginia Raggi, di porre fine alle sofferenze degli animali all’interno dell’Università La Sapienza.
Il Pav ha ricordato come gli animali sottoposti a sperimentazione sono vittime di un business inutile e barbaro, denunciando che si tratta di una pratica ancora applicata negli Istituti, “indegna di una Nazione che si vuole definire civile e pensa, anzi, di avere il diritto di insegnare la morale agli altri”.
L’organizzazione EssereAnimali evidenzia che solo in Italia quasi 800.000 animali ogni anno vengono uccisi nei laboratori, per un totale di 12 milioni in Europa e 100 milioni in tutto il mondo. In Italia sono presenti 600 laboratori italiani autorizzati dal Ministero della Sanità dove si effettuano sperimentazioni su roditori di ogni specie, cani, primati, bovini, ovini, pesci, mustelidi, uccelli, maiali, galline e rettili e molti esperimenti si protraggono fino alla morte in agonia degli animali, oppure durano molti anni, in cui questi individui soffrono non solo il dolore fisico degli esperimenti, ma anche la prigionia, la solitudine e lo stress di una vita in gabbia.
La sperimentazione animale nelle università è regolamentata dalla legge n. 615 del 1941 che conferisce ai direttori degli Istituti e Laboratori scientifici la diretta responsabilità degli esperimenti su animali che si svolgevano al loro interno. Con un Decreto Legislativo n. 116 del 27 gennaio 1992 è stato creato un sistema più restrittivo, attuando una direttiva comunitaria (Direttiva C.E.E. n. 86/609 del 24 novembre 1986) nel quale viene predisposto un regime di autocontrollo che fa carico a qualsiasi figura di ricercatore, persona fisica o giuridica, pubblica o privata, del rispetto di precisi e complessi requisiti, limiti e condizioni stabiliti in ciascuna fase di utilizzazione degli animali. Si tratta di un sistema di disposizioni che rendono lecita la sperimentazione animale, nei limiti e condizioni imposte dalla legge e con le sole deroghe previste dalla legge.
I ricercatori e il personale ha in ogni caso sempre il diritto di esprimere l’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale.
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