Pesci che si illuminano al buio: quali sono e come fanno

Pesci che si illuminano al buio: quali sono e come fanno

Affascinanti nel loro habitat acquatico, riescono anche a brillare di luce propria. Ma come fanno i pesci che si illuminano? Quali sono e come ci riescono.

Pesci che si illuminano
Pesci che si illuminano: quali sono e come fanno (Foto Pixabay)

Sembra un effetto visivo eppure alcuni pesci davvero riescono a brillare nel buio delle acque del mare. E come ci riescono? Grazie al plancton che fa emettere questa particolare luce. Vedremo dunque in che modo agisce questa sostanza, da cosa è formata e perché in alcune zone si vede più forte la fosforescenza rispetto ad altre. Anche la Scienza ha studiato la bioluminescenza e ha capito quali sono i pesci e tutti gli animali marini che si illuminano al buio.

Fosforescenza e bioluminescenza: differenze

Medusa pettine
Medusa Pettine (Foto AdobeStock)

Nel primo caso si tratta di una luce emessa grazie all’azione dei microrganismo che formano il plancton. Da essi scaturisce la luce appunto quando sono stimolati: ne possiamo avere una prova di notte, al buio, quando le barche a mare lasciano una scia luminosa. Maggiore è la presenza di questi microrganismi, maggiore sarà la luce emessa: infatti la concentrazione di plancton nell’acqua non è mai la stessa e varia a seconda dei periodi e delle stagioni.

Più grandi ed estese sono le macchie di luce, più plancton si concentra in quella zona che spesso si raggruppa in enormi masse. In estate è particolarmente visibile questo fenomeno, poiché le masse di plancton aumentano.

La bioluminescenza invece è l’emissione di luce direttamente dagli animali (ma accade anche per i vegetali). Vedremo in seguito quali sono i pesci, i crostacei e i molluschi che ‘brillano di luce propria’. Ma come ci riescono? Grazie alla reazione tra la luciferasi (enzima) e la luciferina (pigmento). Perché emettono luce? I motivi sono vari: possono essere nella fase di corteggiamento, per confondere il nemico nei paraggi oppure semplicemente per illuminare le acque intorno troppo buie.

I pesci che si illuminano per bioluminescenza

Pesci che si illuminano
Pesci che si illuminano: krill antartico (Foto AdobeStock)

Chiarito quindi il concetto di animale che, da solo, riesce ad emanare luce grazie alla reazione tra un enzima e un pigmento, vediamo quali sono queste creature acquatiche dotate di questa speciale caratteristica.

  • Medusa: il suo nome scientifico è Pelagia Noctiluca e indica la capacità di emettere luce al buio, una volta sollecitata. E’ possibile vederla in autunno e in primavera quando si avvicina alle coste del Mar Mediterraneo. Meglio però non entrarvi in contatto, poiché sfiorarla può provocare dolorose irritazioni. Si tratta dunque di un animale marino estremamente affascinante, che contiene una proteina fluorescente, fotoproteine e altre proteine bioluminescenti. Solitamente utilizza questa capacità per attrarre le prede da cacciare.
  • Medusa pettine: pare che esse siano i primi animali complessi, togliendo il primato alle spugne di mare come base dell’albero filogenetico. Vive in tutti i mari del mondo e costituisce una parte del plancton. Molto diverse dalle solite meduse che siamo abituati a vedere, queste meduse pettine si illuminano per difendersi dai possibili predatori. La loro luce proviene da un unico tentacolo, che lascia la sua scia luminosa.
  • Scorpione: non emanano luce da soli ma brillano per la luce ultravioletta al buio. Infatti vederli brillare di notte sarà uno spettacolo ancora più spaventoso per la maggior parte di noi! Se sono esposti a certe lunghezze d’onda emanano una luce verde-blu brillante (anche con la luce della luna possono brillare). In realtà la scienza non sa ancora darsi una spiegazione del perché il loro corpo abbia questa reazione: alcuni sostengono che brillino per misurare il livello di luce notturna, altri per riconoscersi tra loro.
Pesci che si illuminano
Pesci che si illuminano: medusa (Foto AdobeStock)
  • Calamaro lucciola: noto anche col nome di ‘Watasenia Scintillans’. Vive nell’Oceano Pacifico e ogni suo tentacolo ha un organo, il fotoforo, che produce luce. Con essa il calamaro attira i piccoli pesci da mangiare. Altra particolarità è la sua capacità di distinguere i colori, grazie ad alcuni pigmenti visivi della retina. Vive in profondità ma sale in superficie durante la notte. Addirittura in Giappone, nella Baia di Toyama, si organizzano dei veri e propri spettacoli da marzo a maggio per assistere al periodo di accoppiamento di questi calamari.
  • Krill antartico: crostaceo con un ruolo fondamentale nella catena alimentare antartica, poiché è costituisce la base dell’alimentazione di animali predatori quali foche, pinguini e uccelli. I suoi organi emanano una luce giallo-verde per pochi secondi: probabilmente usa questa capacità come arma di difesa contro i predatori marini, confondendoli con i riflessi di luce del cielo e del ghiaccio.

I pesci lanterna: un animale d’ispirazione

Plancton
Plancton (Foto AdobeStock)

Probabilmente il nome ci dirà poco: lo riconosceremo se lo identifichiamo come il personaggio cattivo del film di animazione ‘Alla ricerca di Nemo’. Questa creatura marina è detta così per la presenza di un apparato sulla testa, una lanterna appunto, che illumina i fondali oceanici e attrae le prede per eventuali accoppiamenti.

Da uno studio pubblicato sulla rivista Plos One, pare che i pesci lanterna utilizzino la bioluminescenza per localizzare e scovare le prede planctoniche da mangiare. Produce luce utilizzando dei batteri simiotici: l’organo di ‘emissione’ della luce è situato sotto gli occhi, che funzionano come una torcia. Pare che in situazioni di buio il pesce lanterna emetta circa 90 lampeggi al minuto, sempre per attirare prede da mangiare.

F.C.

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