Grandi o piccoli, insidiosi e velenosi: quali sono i pesci più pericolosi che vivono nel Mar Mediterraneo? Ecco quali sono le loro caratteristiche.
Il Mar Mediterraneo è ricco di meraviglie, che comprendono sia la flora sia la fauna marina: ma di questi pesci qualcuno potrebbe essere addirittura letale. Quindi è bene conoscere le caratteristiche di questi temibili esemplari …e starne alla larga il più possibile! Questi pesci sono tutti diversi tra loro e diversa è la loro pericolosità: abitano tutti il Mar Mediterraneo, sebbene qualcuno sia arrivato anche da mari ben più profondi.
C’è chi mette paura solo a guardarlo, chi invece è letale col suo veleno e chi invece può sbranare un uomo con la forza dei suoi denti affilati. Addirittura vi sono alcune specie che riescono a rilasciare scariche elettriche quando entrano in contatto con l’uomo. Vediamoli in rassegna: magari se ne incontriamo uno lo riconosceremo subito e ci allontaneremo nel più breve tempo possibile.
Quando il mare ha un fondale sabbioso capita di frequente di avvistarne (o sentirne) qualcuna: capita spesso di poggiare il piede e pungersi, proprio perché non la vediamo. Di solito abitano i mari entro i 30 m di profondità. In realtà quando inavvertitamente la calpestiamo, colpiamo le sue parti vitali e di conseguenza la tracina aizza le spine venelinefere che ha sul dorso. La puntura della tracina p molto dolorosa e può dare effetti gravi quali vomito, spossatezza e collasso. Il dolore si estende di solito a diverse parti del corpo e può durare fino a 24 ore. Il suo veleno contiene serotonina e istamina.
La parte finale del corpo di questo pesce presenta un aculeo appuntito, che serve per iniettare il veleno. Inoltre, essendo seghettato non punge soltanto ma provoca una ferita lacero-contusa fino a rimanere conficcato nella parte del corpo umano colpita. I sintomi della sua ferita sono gonfiore e dolore localizzati, ma anche debolezza, angoscia, nausea, vomito e collasso: essi possono durare fino a 48 ore. Addirittura se non si interviene in tempo la parte colpita può annerirsi e andare in necrosi. In questi casi si consigliano acqua calda sulla ferita disinfettata e medicata.
Come la tracina colpisce col suo veleno il malcapitato che inavvertitamente lo tocca, ma il suo siero è meno dannoso di quello dell’altra. Le punture che crea sono comunque molto dolorose e per placare il dolore serve acqua bollente sulla ferita. Oltre alla puntura e al veleno, il pesce prete inietta anche delle scariche elettriche…insomma un vero incubo!
Abita solitamente il mar Rosso e l’oceano Indiano ed è caratterizzato da un colore marrone. Mangia i vegetali del fondo marino, lasciando pochissimo nutrimento per gli altri esemplari ittici. La parte più pericolosa del suo corpo è sul dorso, sul quale appunto vi sono le pinne connesse alle ghiandole velenifere. Inoltre la sua puntura è estremamente dolorosa. Chi ne ha mangiato è spesso rimasto vittima di intossicazione alimentare.
La sua carne contiene tetrodotossina, in particolare nel fegato, nelle gonadi, negli intestini e nella pelle del pesce: quindi cibarsi della sua carne potrebbe essere fatale in poche ore. E’ responsabile di gravi problemi sanitari ed ecologici in Grecia, Cipro, Turchia, Libano, Israele. Anche la cottura non riesce ad eliminare la pericolosità della sua carne: infatti vi sono stati numerosi decessi nel bacino mediterraneo dovuti al consumo del pesce palla maculato.
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Originario del Mar Rosso, dell’Oceano Indiano e Pacifico questo pesce è arrivato da noi dopo aver attraversato il Mar dei Caraibi e le coste Atlantiche occidentali. Probabilmente il suo arrivo è stato dovuto ad un incidente, ma ha fatto comunque sentire i suoi effetti devastanti: essendo unico pesce predatore fa strage di prede nel mare. Oltre ad essere molto aggressivo nei confronti della fauna marina, lo è anche con l’uomo: il veleno dalle sue spine può restare in circolo fino a 48 ore. Per i popoli che scelgono di mangiare la sua carne è estremamente importante fare attenzione durante la fase della pulizia: anche da morto questo pesce può essere letale. I sintomi della puntura del pesce scorpione sono: nausea e problemi gastro-intestinali, ma anche difficoltà respiratorie e convulsioni. Dopo l’attacco la parte colpita potrebbe andare in necrosi: l’unica soluzione, dopo aver rimosso la spina, è quella di fare impacchi di acqua bollente.
La sua caratteristica fisionomia fa davvero pensare a questo strumento musicale! Il pesce Flauto è arrivato recentemente nelle acqua del Mar Mediterraneo, tanto che prima del 2000 non erano stati avvistati esemplari di questo tipo. Oggi invece le segnalazioni arrivano dalla Spagna al resto delle terre mediterranee. La sua pericolosità non è tanto rivolta all’uomo, verso il quale è innocuo, bensì al resto della fauna marina: il suo fare strage di prede infatti mette in serio pericolo l’equilibrio ittico.
Questo esemplare di granchio riesce a raggiungere anche i 5 cm, ma solitamente si nasconde e non si lascia vedere. Il suo pasto è costituito in gran parte da piccoli invertebrati, piccoli granchi di altre specie e di detriti organici. Ha un carapace quadrangolare e leggermente convesso, bianco-giallastro sul ventre e bruno-violaceo sul dorso con delle macchie giallognole, ma non ha le righe gialle sulle articolazioni (almeno quello tipico del Mar Mediterraneo).
Finora sono 15 le specie di meduse contate nel Mar Mediterraneo, compresi anemoni di mare, vespa di mare, la palla di cannone, la medusa quadrifoglio, la medusa luminosa, medusa gigante, medusa immortale e pomodoro di mare. Tra i più pericolosi vi è di certo la cosiddetta ‘caravella portoghese’, una medusa di circa 30 cm di diametro e con un’estensione tentacolare fino ai 10 m. La sua arma principale è il veleno tossico che, se iniettato, causa problemi neurotossici, citotossici e cardiotossici anche letali.
Sembra un pezzo di roccia ma ricoperta di spine, per lo più velenose sia nella parte della branchia dorsale sia negli opercoli (aperture laterali vicini alle branchie, simili appunto a ‘coperchi’). E’ un pesce pericoloso anche da morto, quindi per renderlo innocuo bisognerà eliminare tutte le spine per renderlo innocuo.
Nel nostro mare Mediterraneo vivono circa 90 specie di squali, sebbene la maggior parte di essi non sia di tipo ‘predatore’, quindi non attaccano gli esseri umani. Ciò però non dovrebbe farci tirare un sospiro di sollievo poiché è comunque accertata la presenza dello squalo bianco, ma anche quello azzurro o verdesca e lo smeriglio, che attacca soprattutto i delfini. Non dimentichiamo lo squalo martello che popola le acqua intorno alle isole Baleari e lo spinarolo, con spine appuntite sul dorso.
F.C.
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