Pesci di mare e pesci di fiume: caratteristiche e differenze

Pesci di mare e pesci di fiume: caratteristiche e differenze

Quali sono le differenze tra pesci di fiume e pesci di mare? Ecco tutte le caratteristiche fisiche e fisiologiche che ci consentono di distinguerli.

Pesci di mare e pesci di fiume
Pesci di mare e pesci di fiume: caratteristiche e differenze (Foto Pixabay)

Come facciamo a capire quali sono i pesci di mare e i pesci di fiume? Di certo non è possibile imparare a memoria i nomi e le caratteristiche di ciascuno dei pesci che fa parte dell’una o dell’altra categoria. Però può essere interessante scoprire quali sono le principali differenze tra due animali marini così simili per caratteristiche fisiche, ma che vivono in ambienti totalmente differenti e che potrebbero facilmente morire se trasferiti dall’uno all’altro e viceversa. Vediamo cosa hanno di diverso e come si adatto all’acqua salata e dolce queste due specie di pesci.

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Pesci di mare e pesci di fiume: tutte le differenze

Pesca in mare
Pesca in mare (Foto Pixabay)

Come distinguere i due tipi di pesci che vivono in mare o in un fiume? Sebbene sembrino così simili per una serie di caratteristiche fisiche, in realtà sono molto diversi tra loro anche per alcune particolarità fisiche che, a prima vista, possono sfuggire ad un occhio poco esperto. Vediamo singolarmente le due categorie.

  • Pesci di fiume: gli ambienti acquatici che li ospitano sono habitat a basso grado di salinità. Stiamo parlando di laghi, di fiumi, di lagune e di corsi d’acqua dolce appunto. Ciò che non riusciamo a vedere naturalmente è l’alta concentrazione di alcuni elementi chimici, presenti appunto in queste acqua: fosforo, magnesio e potassio. Una delle caratteristiche principali dei pesci di acqua dolce si trova nel loro meccanismo di respirazione: essi non hanno bisogno di bere acqua o di assorbirla attraverso la loro pelle, proprio perché ricavano l’ossigeno in altro modo come già trattato nell’articolo…
  • Pesci di mare: questo ambiente invece, a differenza del primo, è naturalmente ad alta concentrazione di salinità. Si tratta di mari e di oceani che ospitano pesci il cui corpo, al contrario, ha una bassa concentrazione di sali. Essi sono costretti a bere acqua per evitare la disidratazione.

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La pressione osmotica nei pesci

Pesci di mare e pesci di fiume
Pesci di mare e pesci di fiume: esemplare marino di fiume (Foto Pixabay)

Per capire come funziona questo processo fondamentale per la vita dei pesci, proviamo ad immaginare due contenitori con due soluzioni identiche separate da una membrana. Attraverso questa ‘parete’ vi è un passaggio di molecole di solvente dalla soluzione meno concentrata a quella più concentrata, in modo da garantire una eguale concentrazione. La pressione osmotica entra in gioco per bloccare il passaggio del solvente. Tornando ai pesci, le due soluzioni sono da una parte l’acqua dell’ambiente esterno dove vive e l’acqua contenuta nelle cellule del suo corpo. Sono le membrane biologiche che consentono questo ‘passaggio’: la concentrazione di sostanze disciolte deve essere sostanzialmente la stessa, dentro e fuori dall’acqua.

Dato che i pesci di mare respirano ossigeno contenuto nell’acqua del loro habitat salato, ciò significa che nel loro organismo deve esserci una quantità di sostanze disciolte per equilibrare la pressione osmotica tra la parte esterna e quella interna alla membrana. Dato che un pesce di mare non può accumulare più cloruro di sodio al suo interno, le cellule del pesce marino contengono alcuni aminoacidi, come la glicina e l’acido glutammico che rende la sua carne più saporita. I pesci di fiume che non hanno la necessità di equilibrare la pressione osmotica interna, non accumulano sostanze nelle loro cellule e la loro carne risulta meno saporita.

F.C.

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