Il pesce pappagallo esiste nella versione selvatica e in quella d’allevamento, ma in comune hanno solo il nome. Vediamo quali sono le differenze del pesce pappagallo.
Esistono due pesci il cui aspetto è molto somigliante, ma parliamo comunque di due pesci differenti, uno vive nel mare l’altro è un pesce nato in laboratorio per i nostri acquari. In comune hanno le sembianze e il nome. Vediamo le differenze del pesce pappagallo selvatico e quello dell’acquario
Il pesce pappagallo vive nelle acque tropicali di tutto il mondo è un pesce appartenente alla famiglia degli Scaridi è conosciuto come pesce pappagallo in quanto la forma della bocca è dotata di forti denti ben salda l’uno con l’altro. E proprio quando è chiusa fa pensare al becco dei pappagalli.
Questo pesce è tra i pesci più appariscenti e attraenti della barriera corallina. Sia i maschi che le femmine spesso si rivestono di colori sgargianti, che poi subiscono un cambiamento con il passare del tempo e diventano adulti. Questo pesce misura dai 50 centimetri al metro di lunghezza.
Lo possiamo trovare in acque costiere a fondo roccioso o ricoperto da vegetali. Il suo habitat specifico è quello dei mari caldi e nelle acque tropicali, andando a formare quella che è la fauna più tipica delle scogliere coralline, dove grazie al fatto che si lascia avvicinare dall’uomo, possiamo goderne della sua bellezza da vicino, ed è molto facile osservarlo mentre “lavora” alla scogliera.
Un’altra caratteristica particolare di questo pesce è che per mettersi a dormire, questo pesce sprigiona una bolla di muco intorno al suo corpo nella quale lui è completamente assorbito. La funzione di questa barriera mucosa è duplice: impedire ai predatori di trovarlo e agire da sistema di allarme qualora un predatore sferri un attacco.
Ma ciò che però lo contraddistingue da un semplice pesce è che il pesce pappagallo ha per il mare un compito davvero importante. Contribuisce alla pulizia del corallo raschiando a fondo la parte ormai morta che si ricopre di alghe e altri organismi vegetali. La particolare dieta del pesce pappagallo serve perciò a mantenere in buone condizioni la barriera corallina.
Dove manca questo o altri pesci erbivori, la barriera si infesta velocemente di alghe e altre forme vegetali marine. Il pesce pappagallo è un pesce che tritura il corallo e lo trasforma in sabbia finissima. Ingerisce pezzi di corallo sminuzzato, ne ottiene dei minuscoli bocconi di cui si nutre ed espelle il resto sotto forma di sabbia.
Il pesce pappagallo, per riuscire a macinare il corallo, si serve di forti mascelle a forma di becco e di robusti denti situati nella faringe. Ritrovarsi nelle acque e avvicinarsi a un pesce pappagallo e ascoltarlo mentre sgranocchia il corallo è un’esperienza che da visitatori della barriera corallina, è difficile da dimenticare.
Alcune specie riesco a sopravvivere anche 20 anni, senza che i denti si consumino. Proprio grazie a questo compito che ha nel mare, in alcune zone è più la sabbia prodotta da questo pesce con il suo intenso lavoro di sbriciolamento del corallo di quella che si forma con qualunque altro processo naturale. Infatti da alcune ricerche è stato calcolato che in genere un pesce pappagallo produce un centinaio di chili di sabbia ogni anno.
Per quanto riguarda il pesce pappagallo che abbiamo nel nostro acquario, essendo un animale “creato in laboratorio” potrebbe presentare alcuni problemi, come deformità del dorso, della gola e molto frequentemente, infertilità. Nonostante questo l’aspettativa di vita del pesce può arrivare fino a 10 anni nell’acquario, se tenuto bene.
Questo pesce deriva dalla famiglia dei Cichlidae ed è un ibrido tra l’ Amphilopus Citrinellus e il Paraneetroplus Synspilum, creato in Cina e a Taiwan. Il pesce pappagallo, anche se inizialmente si mostra timido, è molto socievole con l’allevatore e interessato a ciò che succede fuori dalla vasca, quindi un essere curioso e intelligente e la sua conformazione facciale. Inoltre lo fa risultare molto simpatico a causa del sorriso permanente che sembra avere.
Questo pesce è adatto a vasche dai 150 lt in su, avendo bisogno di abbastanza spazio per il nuoto ma necessità anche di una folta e robusta vegetazione lungo le pareti, insieme anche a qualche radice che gli dia la possibilità di nascondersi. Ma se acquistate più di un pesce pappagallo e quindi in gruppo, va messo in acquari da 250-300 litri con sistema di filtraggio molto buono o frequenti cambi di acqua.
Il pesce pappagallo non può convivere con piccoli pesci da branco ad esempio neon o rasbore, poiché li può scambiare per cibo vivo, invece è possibile la convivenza con Carassius Auratus, Piranha, Astronotus Ocellatus e Amphilophus Citrinellus, ovviamente in vasche molto grandi. Nonostante discenda da Ciclidi piuttosto aggressivi e territoriali, è un pesce abbastanza tranquillo e timido, che si abitua con ai nuovi ambienti restando inizialmente appartato negli angoli più tranquilli della vasca.
Una volta preso confidenza si mostra però vivace e intraprendente, senza eccedere con l’aggressività verso i propri simili. Non c’è dimorfismo sessuale tra i pesci maschi e femmine quindi sarà difficile distinguerli, inoltre la riproduzione è quasi impossibile da ottenere, anche perché buona parte delle uova non sono fertili. Il pesce pappagallo allevato nei nostri acquari logicamente si nutre in modo molto diverso da quello selvatico, non avendo a disposizione la barriera corallina.
Il pesce pappagallo è un pesce onnivoro e si nutre un po’ tutti i mangimi, ma per mantenere la bella colorazione, richiede però una regolare integrazione di mangimi coloranti e crostacei freschi o surgelati come: polpa di gamberetto o artemie saline, in alternativa un mangime in granuli secco o larve di zanzara congelate, ma non disprezza verdure sbollentate.
Raffaella Lauretta
Potrebbero interessarti anche i seguenti link:
Amoreaquattrozampe è stato selezionato dal nuovo servizio di Google News, se vuoi essere sempre aggiornato dalle nostre notizie SEGUICI QUI
Osservare il proprio cane che sposta il cibo fuori dalla ciotola è un fenomeno molto…
Cani e gatti possono avere il mal di testa: ecco i segnali a cui prestare…
Ti è mai capitato che il gatto diventi aggressivo con qualcuno? Ti spiego perché succede…