Il tuo pesce non mangia e lascia sempre dei residui di cibo in acqua? Ecco quali possono essere i motivi e correre ai ripari prima che sia troppo tardi.
Non è questione di dimensioni: tutti gli animali domestici possono dare preoccupazioni ai proprio padroni, anche quelli che sembrano indipendenti perché vivono in un acquario. Quando i pesci mangiano troppo o troppo poco, potrebbero avere i sintomi di un problema di salute, oppure potrebbe essere una conseguenza diretta di un nostro errore. Insomma vediamo da vicino quali possono essere le cause del fatto che il pesce non mangia abbastanza e come rimediare prima che la sua salute possa risentirne.
Se il pesce non mangia: gli aspetti da valutare
Non basta solo notare del mangime che resta a galleggiare sulla superficie dell’acqua (a proposito: meglio toglierlo in fretta prima che si imputridisca!): bisogna valutare alcuni aspetti e porsi delle domande. Anche per chiedere il parere di un esperto è importante prendere tutte le informazioni da riferirgli. Innanzitutto è bene chiedersi quanto spesso capiti che il pesce lascia il mangime che gli somministriamo senza toccarlo. Dobbiamo sforzarci di ricordare quando è stata l’ultima volta che lo abbiamo visto mangiare e quanto tempo è passato dall’ultima volta che gli abbiamo dato da mangiare. Potrebbe essere utile anche chiedersi se abbiamo dato troppo mangiame ai pesci.
Come per gli altri animali domestici, non basta solo osservare il mangime che resta in acqua, ma bisogna considerare le condizioni generali del pesce e il suo stato di salute. Dato che si tratta di animali con un sistema immunitario resistente, magari riescono a debellare da soli un virus o una infezione in atto. Se il pesce è malato, la sua inappetenza potrebbe prolungarsi finanche a due settimane.
Infine bisogna considerare le condizioni dell’habitat in cui è costretto a vivere il pesce: lo stato dell’acquario, la luce ma anche lo stress e il rumore della stanza in cui si trova la teca. Insomma non bisogna solo considerare che il pesce non mangia perché non ne ha voglia: magari si tratta di un problema che gli abbiamo (involontariamente) creato noi stessi.
Le cause più frequenti dell’inappetenza
Dopo aver fatto le dovute considerazioni, bisogna valutare tutti i possibili motivi che costringono il pesce a non mangiare. A seconda della specie, un pesce può arrivare a resistere ben due settimane senza mangiare: ma prima che i giorni aumentino è necessario capire quali sono le cause della sua inappetenza, e soprattutto cercare il modo di aiutarlo prima che la sua salute venga completamente compromessa. Ecco tutti i motivi per i quali il pesce non mangia abbastanza.
- Stress: il pesce potrebbe essere stressato per le condizioni di vita in cui è costretto a vivere. Spesso per questioni di spazio insufficiente, oppure per altri fattori dovuti alla convivenza forzata con altri esemplari, il pesce potrebbe soffrire di stress. Questo stato generale di malessere potrebbe fargli passare l’appetito.
- Si sente in pericolo: se il pesce non si sente a suo agio nell’acquario, magari perché non ha abbastanza spazio o rifugi in cui nascondersi, potrebbe sentirsi sempre troppo esposto al pericolo e dunque stare in allerta. Questa totale assenza di relax non gli consente di stare tranquillo e quindi non gli da la serenità per mangiare in pace, anche se ha fame.
- Tipo di mangime: i pesci non sono tutti uguali! E come gli altri animali domestici hanno le loro preferenze in fatto di cibo! Alcuni preferiscono il mangime liofilizzato, altri quello in fiocco e altri ancora vogliono gli invertebrati. Insomma dobbiamo procedere per tentativi fino a quando non troveremo il cibo che gli va più a genio (Leggi qui: Mangime per pesci fai da te come prepararlo in casa).
- Convivenze problematiche: sia per questioni di spazio sia per incompatibilità di specie, a volte acquistare un nuovo pesce per fare compagnia al nostro vecchio esemplare non è una buona idea. Consideriamo che il nuovo arrivato potrebbe essere a sua volta stressato per il brusco cambiamento di ambiente. Solitamente bastano un paio di giorni di convivenza per trovare un equilibrio nell’acquario, giusto il tempo di abituarsi.
- Difesa del proprio territorio: un pesce adulto potrebbe sentire l’esigenza di mostrare la sua superiorità e la sua territorialità, soprattutto nei confronti dei nuovi arrivati più giovani. Potrebbero essere aggressivi e violenti, e addirittura impedire che questi nuovi pesci si nutrano.
- La temperatura dell’acqua: se essa è troppo fredda e la sua temperatura si è abbassata all’improvviso, il pesce potrebbe averne risentito. Inoltre potrebbe sembrare apatico e senza forze: meglio dare un’occhiata al termometro dell’acqua!
- Patologie in corso: come sempre bisogna considerare lo stato generale del pesce e non fermarsi ad un solo sintomo. Se notiamo qualcosa di strano, è meglio separare il pesce ‘infetto’ dal resto dei compagni per evitare che possa far ammalare anche gli altri ed evitare un contagio generale. In negozi specializzati è possibile trovare medicinali che si somministrano direttamente in acqua.
- Condizioni igieniche: i pesci amano nuotare in un ambiente pulito. Ciò significa che l’acqua deve esser non solo ripulita dai residui di cibo, ma dovrà anche essere sostituita almeno una volta a settimana. Un’acqua sporca sconvolgerà rapidamente i livelli di nitrati e di ossigeno, rendendo l’ambiente invivibile (Leggi qui: manutenzione dell’acquario d’acqua dolce: tutto ciò che c’è da sapere).
- Acqua dura e pH alterato: teniamo sempre sotto controllo i valori dell’acidità e della durezza dell’acqua. In caso di alterazione le condizioni di vita dei pesci potrebbero essere seriamente compromesse. Per questo bisogna monitorarli ogni settimana.
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Francesca Ciardiello