Perché gli squali ci attaccano? Lo svela uno studio

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By Laura Bellucci

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Una ricerca scientifica ha svelato il motivo per cui gli squali attaccano gli esseri umani: la spiegazione è a dir poco incredibile.

Squali attaccano umani
(Foto Pixabay)

Se credete che gli squali attacchino gli esseri umani perché rientrano tra le loro prede più ambite, vi sbagliate di grosso. In realtà, c’è un motivo davvero bizzarro che spiega perché gli squali ci attaccano, ed è basato sulla “teoria dello scambio di identità”: ecco cosa sapere a riguardo.

Perché gli squali attaccano gli esseri umani?

Complici libri e film, la maggior parte di noi nutre un vero e proprio terrore nei confronti di queste creature micidiali.

Shark finning
(Foto Unsplash)

In realtà, raramente gli squali attaccano i membri della nostra specie, anche se quando lo fanno non c’è quasi mai scampo.

Sfortunatamente, però, il fenomeno degli attacchi da parte di questi animali si sta facendo progressivamente più frequente.

Basti pensare, infatti, che nel 2020 sono stati registrati ben 10 episodi, 6 dei quali sono avvenuti in Australia. Non c’è dubbio: è questo il posto più pericoloso, in cui si rischia di fare incontri decisamente poco piacevoli.

Sono principalmente tre le specie di squali che ci attaccano:

In realtà, gli squali non ci attaccano semplicemente perché vogliono mangiarci: si tratta di una spiegazione troppo semplicistica, che gli scienziati non considerano affatto corretta.

La questione, infatti, è molto più intricata di così. A dimostrarlo è stato uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Journal of the Royal Society Interface, che ha proposto la cosiddetta “mistaken identity theory”, ovvero la teoria dell’identità sbagliata.

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La teoria dello scambio di identità

Secondo questa tesi, gli squali ci attaccano perché ci scambiano per qualcun altro.

Shark finning
(Foto Unsplash)

Ebbene sì: anziché riconoscerci come esseri umani, infatti, ci percepiscono come… foche! Da anni si discute sulla plausibilità di questa teoria. Oggi, grazie ad un interessante esperimento, ne abbiamo finalmente la conferma.

Non a caso, tra le principali categorie di persone che subiscono questo tipo di attacchi ci sono i surfisti.

Il team di ricerca della Macquarie University di Sydney ha dimostrato perché. All’interno acquario del Taronga Zoo, a Sydney, si è ricorsi a delle telecamere subacquee per capire come apparissero dal basso leoni marini e foche durante i loro movimenti.

Successivamente, sono stati ripresi anche i surfisti nel corso della loro attività sportiva.

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Successivamente, le immagini sono state elaborate da un modello informatico realizzato in modo da percepire gli stimoli secondo il sistema visivo degli squali.

Questi animali non hanno grandi abilità visive: infatti, sono daltonici e per individuare una preda ricorrono prevalentemente alla forma del suo corpo e ai suoi movimenti.

Incredibile ma vero, dal punto di vista dello squalo un surfista ha la medesima silhouette e le stesse movenze delle sue prede preferite: foche e leoni marini.


Non a caso, nella maggior parte degli episodi, ad attaccare gli esseri umani sono squali giovani, con scarsa esperienza nella caccia.

Questo fa sì che si confondano più facilmente, prendendo involontariamente di mira i membri della nostra specie.

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