Perché alcuni animali vanno in letargo? Si tratta di una questione di sopravvivenza e non solo. Vediamo, qui, come mai alcune specie si addormentano e altre no.
Durante i lunghi mesi dell’inverno, la vita nella natura diventa decisamente più difficile da sopportare, sia per le temperature che per la scarsità di cibo, e sono tanti gli animali ad andare in letargo. Non tutti gli esseri viventi che popolano diverse zone della natura, però, decidono di riposarsi. Vediamo, allora, perché alcuni animali vanno in letargo e altri no.
Esistono alcuni animali, tra cui i mammiferi, gli anfibi e gli insetti, che sono costretti ad andare in letargo, già dall’arrivo del primo autunno fino alla fine dell’inverno. Ma come mai queste creature devono comportarsi così? Leggiamo meglio i motivi qui di seguito.
Anche noi esseri umani sappiamo bene quanto sia difficile vivere la quotidianità durante il gelido inverno. Questa lunga e difficile stagione è una sfida per noi e per gli amici animali.
A differenza nostra, gli altri esseri viventi non possono usufruire dell’aiuto del riscaldamento in un casa e avere sempre cibo da mangiare, in qualsiasi situazione.
Gli animali devono uscire fuori dalle loro tane e muoversi per ore alla ricerca di provviste, altrimenti non possono sopravvivere a lungo. Questo può verificarsi sia il giorno che la notte. Si tratta di pura sopravvivenza e l’inverno non è affatto adatto a tutti loro.
Così come ci sono persone molto sensibili al freddo, anche tra gli animali è così. Ecco perché alcuni animali vanno in letargo durante la stagione invernale e altri resistono.
Le varie specie che scelgono di andare in letargo, infatti, lo fanno per conservare la temperatura corporea e diminuire il dispendio energetico, proteggendo il metabolismo.
Alle temperature troppo basse, alcuni animali come i ghiri, gli orsi, le marmotte, gli scoiattoli, i ricci, iniziano il letargo, il quale consiste in un rallentamento dell’attività metabolica, che comporta l’abbassamento della loro temperatura e la decelerazione del battito cardiaco.
Gli animali che devono andare in letargo attraverseranno un periodo più o meno lungo di sonno (per alcuni intermittente, come vedremo più avanti) in cui perderanno molto peso ed energie.
In questo periodo di sonno, i pelosi non si nutriranno né si idrateranno, per poi riprendere a mangiare una volta usciti dallo stato vegetativo. Questi animali, quindi, si prepareranno prima, facendo rifornimento di molto cibo.
Essi, poi, si ritroveranno pronti per la stagione dell’accoppiamento in primavera.
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Esistono due forme di letargo per gli animali ed alcuni di loro ci rimangono per più tempo rispetto ad altre specie. Continuiamo a leggere, qui nell’articolo, circa questa differenza.
Come abbiamo accennato sopra, si distinguono due tipi di letargo: parziale e totale.
Il letargo parziale, chiamato anche svernamento, prevede soltanto un’intorpidimento parziale del corpo dell’animale, un rallentamento parziale delle sue attività per un periodo non molto lungo.
Il letargo totale, invece, è caratterizzato da una totale immobilità per l’animale il quale, oltre ad avere un rallentamento del battito cardiaco, riduce quasi tutta la sua riserva di energia, non potendo né mangiare né bere.
Si possono individuare, inoltre, degli animali che affrontano un letargo più lungo di altri. Parliamo di specie quali ghiri, marmotte, ricci e salamandre.
Questi si addormentano per 6 mesi, con periodi di pausa per consumare piccole quantità di cibo. Così come le salamandre possono dormire per tutto il giorno.
Ma anche gli orsi i quali, però, affrontano l’ibernazione, ovvero dormono dai 2 ai 7 mesi. Per un animale di grandi dimensioni e peso, infatti, è pericoloso andare in letargo totale, perché non riuscirebbe a sopravvivere con poche energie.
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