La pasteurellosi nel coniglio, è una delle malattie batteriche più gravi nel coniglio. Vediamo le caratteristiche di questa malattia, per riconoscerla.
La pasteurellosi è una malattia diffusa sia negli allevamenti che nei laboratori. È caratterizzato principalmente da un attacco dell’apparato respiratorio e da malattie purulente di altri organi, da enterite o addirittura da setticemia.
Questa malattia è detta patogenesi multipla, ossia, lo sviluppo di una malattia e la catena di eventi ad essa associati, che passo dopo passo determinano cambiamenti morfo-funzionali delle cellule e dei tessuti appartenenti agli organi colpiti.
Queste alterazioni possono essere causate da agenti chimici, fisici, o biologici (virus, batteri ecc.). La pasteurellosi nel coniglio, ha dato origine a numerosi studi a partire dalla fine del XIX secolo. Quasi tutti i conigli soffrono di Pasteurella.
La malattia appare nella sua forma acuta maggiormente quando i fattori ambientali (livelli di ammoniaca, velocità dell’aria) diventano nocivi per l’animale. La modalità d’insorgenza, di diffusione e di frequenza della pasteurellosi varia a seconda del tipo di allevamento (agricoltore, laboratorio, professionista) e dei ceppi.
Nell’allevamento professionale, la principale fonte di l’infezione è costituita dallo stesso contagio del coniglio sano. Gli allevatori sono di solito il serbatoio di pasteurella presente all’interno dell’azienda stessa e tra il bestiame attraverso operazioni commerciali. La trasmissione aerea non svolge un ruolo importante e l’animale viene infettato principalmente dal contatto con la madre alla fine dello svezzamento del coniglio.
Già dal momento della nascita o appena po’ più tardi nella fase di crescita, il coniglio incontra questi batteri e da questo momento le situazioni possono essere diverse. L’animale può resistere all’infezione, può combatterla ed eliminare il batterio dal suo corpo, può diventare portatore di batteri senza essere malato, può sviluppare una malattia acuta o una malattia cronica. I sintomi ovviamente differiranno in ciascun caso.
Durante l’infezione respiratoria del coniglio, acuta, i principali sintomi presenti nel coniglio sono quelli di rinite e sinusite, talvolta associati a congiuntivite. L’animale è frequente negli starnuti, tosse, secrezioni nasali inizialmente chiare ma diventano biancastre o giallastre, cambiamento di colore dei peli delle zampe anteriori, respirazione rumorosa, veloce o difficile, lacrime degli occhi del coniglio, di un trasparente o biancastro e perdita di peli sotto gli occhi sono le manifestazioni più eclatanti.
Il coniglio verrà quindi sottoposto ad esame generale da parte del veterinario, il quale esaminerà i polmoni per vedere se sembrano essere coinvolti, invierà, laddove fosse presente, un campione di secrezione nasale, al laboratorio per confermare la presenza di P. multocida.
Tutto questa operazione, è fondamentale, perché altri microbi potrebbero causare sintomi simili e non pèortare ad una diagnosi giusta. In attesa dei risultati, viene nella maggior parte dei casi avviata la terapia antibiotica. I risultati della cultura ci diranno anche se l’antibiotico scelto è efficace o meno contro le secrezioni isolate di microrganismi e se è il caso di prolungare il periodo di somministrazione del farmaco al coniglio.
I colliri vengono prescritti quando necessario e possono essere utilizzati sia attraverso gli occhi, sia nelle narici, come riterrà opportuno il veterinario. Se il coniglio è gravemente debilitato, potrebbe dover essere ricoverato in ospedale per alcuni giorni per offrirgli l’assistenza di supporto adeguata alle sue condizioni.
I seguenti punti devono essere controllati se si sospetta un’infezione respiratoria:
Il trattamento della pasteurellosi nel coniglio, è possibile a seconda della manifestazione dell’infezione e le probabilità di successo dipendono dalla gravità della condizione. Sfortunatamente, non esiste attualmente un vaccino sul mercato per combattere questo batterio. Per aiutare il tuo animale domestico e incentivare la guarigione, devono essere messe in atto alcune misure in casa.
La pulizia del muso del coniglio, più volte al giorno, se necessario, è la più importante. A differenza di noi, il coniglio non può respirare attraverso la bocca durante la congestione nasale. Se le narici sono completamente bloccate dalle secrezioni, l’animale può morire. Inoltre, è consigliabile pulire la gabbia del coniglio, più spesso perché gli odori causati dall’urina e dalle feci sono irritanti per il tratto respiratorio.
Allo stesso modo, si consiglia una lettiera di carta piuttosto che una lettiera di trucioli di legno. Un umidificatore può essere utile per aiutare a espellere le secrezioni nasali e anche l’uso di soluzione salina nelle narici (come avviene con i bambini) può svolgere un ruolo benefico.
Certo, prestare particolare attenzione all’appetito e alla consistenza delle feci del coniglio è indispensabile. Se il coniglio non mangia abbastanza, dovrà essere alimentato forzatamente per prevenire le complicazioni associate all’anoressia.
A seguito del trattamento della malattia, il coniglio può eliminare il batterio dal suo corpo o diventare portatore cronico e ammalarsi in seguito, soprattutto quando il sistema immunitario è indebolito (causato da stress, gravidanza, un’altra malattia).
In questi casi il coniglio può sviluppare starnuti molto frequenti o rumori respiratori quotidiani e continui, causati dalla distruzione dei turbinati nasali da parte dei batteri. I conigli con malattia cronica ma che comunque stanno bene ricevono antibiotici solo se la condizione si ripresenta e peggiora in modo significativo, altri conigli invece riceveranno antibiotici per la vita.
Raffaella Lauretta
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