Come si manifesta la pasteurellosi nel coniglio domestico, cos’è questa malattia e come procedere per le cure? Ecco cosa sapere.
Anche i conigli sono animali domestici. Siamo abituati a vederli nella fattoria in una sezione particolare sulla paglia, ma ci sono specie che preferiscono e sono adatte a vivere in ambiente domestico. Pensiamo, ad esempio, al coniglio nano.
Sono morbidi, sono molto intelligenti, però bisogna stare attenti alle malattie che possono manifestarsi. Oggi vedremo cos’è la pasteurellosi nel coniglio, una condizione che si verifica in modo comune e che bisogna saper riconoscere ed affrontare. Naturalmente, ci si deve rifare, poi, al parere degli esperti, ma è comunque utile essere informati nel modo giusto.
Ci sono delle cause precise che portano a questa condizione. Saperle è essenziale per prevenirla. Evitare il più possibile problemi di salute agli animali domestici è il compito di ogni buon proprietario.
Cos’è la pasteurellosi nel coniglio: cause e sintomi
La pasteurellosi è una delle malattie più importanti nel coniglio, che si manifesta di più a causa dai batteri Gram negativi che appartengono alla famiglia Pasteurellaceae. Si tratta di microorganismi molto resistenti che provocano un’infezione molto seria nei conigli e nei roditori.
Questa malattia è molto contagiosa ed ecco perché bisogna alzare la soglia di attenzione. Ci sono diverse varianti della malattia e può colpire diversi organi dell’animale. Di solito, nei conigli si manifesta attraverso problemi respiratori. Poi, ovviamente, non tutti i problemi respiratori sono causati da questa infezione.
Le cause scatenanti si suppone possano essere ambientali e fisiologiche. Si diffonde quando si verifica un sovraffollamento di conigli nello stesso ambiente. I fattori che sono determinanti per lo sviluppo della pasteurellosi sono:
- inquinamento dell’aria: dovuto agli stessi conigli che rilasciano in continuazione gas e ammoniaca;
- umidità: se ce n’è troppa il sistema immunitario si indebolisce, se ce n’è troppo poca il muco diventa più viscoso;
- temperatura: il freddo compromette le vie respiratorie, ma il caldo porta ad una iperattività delle cellule epiteliali bronchiali;
- fattori meccanici: ci sono materiali, come il mangime o la polvere di fieno, che possono irritare le vie respiratorie favorendo la formazione di batteri.
Un coniglio può essere portatore sano della malattia e non avere nessun sintomo. I sintomi che possono manifestarsi, però, sono di diversi tipi. Eccone alcuni:
- congiuntivite
- polmonite
- torcicollo
- ascessi sottocutanei
- patologie dell’apparato riproduttivo
- setticemia
Nella maggior parte dei casi, tuttavia, si manifesta il raffreddore con perdita di muco, difficoltà a respirare e un sibilo nel respiro dovuto all’ostruzione nasale. Spesso, quindi, si manifesta come rinite.
Diagnosi e cura
Dai sintomi un veterinario può già capire se si tratta o meno di pasteurellosi, ma non basta rifarsi a questi.
C’è la necessità di effettuare il test ELISA, una coltura microbiologica per rilevare la presenza di anticorpi nell’organismo del coniglio. Tuttavia, c’è bisogno di usare una combinazione di tecniche perché a volte il test ELISA potrebbe risultare negativo se si tratta di un’infezione cronica.
Gli antibiotici più comuni non servirebbero perché andrebbero a creare squilibrio nell’intestino dell’animale favorendo la permanenza dei batteri coinvolti. Gli esperti hanno determinato una buona efficacia nella cura in alcuni farmaci specifici: questi sono ossitetracicline, le clortetracicline e i chinoloni fluorati orali come la norfloxacina e l’enrofloxacina.
Per prevenire questa condizione basta non mettere insieme più conigli in uno spazio ristretto e poco areato, ma esiste anche il vaccino che, se somministrato nei tempi e nei modi giusti, dovrebbe tenere alla larga il batterio responsabile di questa tremenda infezione.