Paralisi degli arti posteriori nel petauro dello zucchero una condizione frequente chiamata ipocalcemia. Vediamo le cause, i sintomi e la cura.
Il petauro dello zucchero, è un animale dallo uno sguardo dolce e la pelliccia grigia soffice, difficile non innamorarsene.
Il bello è che lo si può tenere in casa come un qualsiasi animale domestico.
Come infatti, sono moltissime le famiglie che, negli ultimi anni, hanno deciso di adottarne uno “animale da compagnia”.
Prima, però, di adottare un petauro (cosa che forse sarebbe meglio non fare) cerchiamo di capire meglio il suo comportamento, le sue esigenze e soprattutto le principali problematiche di salute che possono colpirlo.
Conoscerlo preventivamente potrà farvi rendere conto se si è in grado o meno di prendersene cura.
Nell’articolo di oggi vedremo in particolare la paralisi degli arti posteriori nel petauro, ovvero l’ipocalcemia che si può manifestare in questo marsupiale.
Per tenere in casa un petauro dello zucchero occorre conoscere bene le sue caratteristiche e le sue eventuali patologie.
Perciò prima di capire quando e come si manifesta la paralisi degli arti posteriori nel petauro dello zucchero è bene avere un quadro preciso del tipo di animale.
Il petauro dello zucchero è un marsupiale proveniente dalle foreste pluviali della Nuova Guinea e dell’Australia, conosciuto anche con il nome di “scoiattolo volante”.
Attualmente, come precedentemente accennato, è presente in molte famiglie come animale domestico.
Questo marsupiale di circa 30 cm di lunghezza se consideriamo anche la coda, è molto attivo, vivace e giocherellone.
Ama spostarsi, arrampicarsi su qualsiasi cosa ed è abile nelle planate che possono raggiungere anche gli 80 metri. Perciò, tenerlo in gabbia non lo renderà di certo un animale felice e soddisfatto.
Ecco perché, tenendo presente il suo stile di vita e le sue caratteristiche, è bene cercare di capire se si tratta dell’animale domestico più adatto a voi.
Insieme a queste informazioni, tenete presente che il petauro dello zucchero come tutti gli altri animali e essere viventi, può essere vittima di alcune malattie.
Nell’articolo di oggi andremo a considerare solo la paralisi degli arti posteriori nel petauro dello zucchero. Quando e come si manifesta in questo piccolo marsupiale.
La paralisi degli arti posteriori nel petauro dello zucchero è spesso causata dalla mancanza di calcio nell’alimentazione dell’animale.
La dieta poco adatta, porta ad una perdita di massa dell’osso, in particolare delle anche, aumentandone così la fragilità.
Ciò può verificarsi anche in alcuni periodi di stress e difficoltà, quando ad esempio si muove in una gabbia per petauri nuova che non conosce a sufficienza.
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Il petauro dello zucchero è un animale che in natura si alimenta principalmente linfa, nettare e polline di varie specie di eucalipto e di acacia, insetti e piccoli vertebrati.
La sua alimentazione varia però a seconda della stagione, in primavera ed estate come infatti è principalmente insettivoro, mentre si nutre della linfa e di nettare degli alberi, in inverno.
Per quanto riguarda l’alimentazione in cattività, generalmente, non è così varia come quella che da solo si procura in natura, e può non contenere alcuni nutrienti necessari, proprio perché non è sempre facile soddisfare i fabbisogni nutrizionali del petauro.
Per tale ragione, in molti decidono di integrare la dieta con calcio carbonato e multivitaminici.
Inoltre, dovrebbe comprendere: nettare, insetti e altre fonti di proteine, alcuni vegetali e qualche pezzetto di frutta.
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Oltre alla paralisi degli arti posteriori, il petauro affetto da ipocalcemia mostra altri segnali.
Questi segnali si noteranno, maggiormente, nei soggetti che necessitano di più calcio, ovvero: i giovani in crescita e le femmine di petauro in gestazione ed allattamento.
I principali sintomi sono:
Davanti a uno o più di questi sintomi è bene trasportare l’animale immediatamente da un veterinario esperto per un controllo, il quale effettuerà una visita clinica completa dell’animale e confermerà la diagnosi.
Dopodiché procederà con la terapia che consisterà nella somministrazione di calcio per via orale o sottocutanea, ma attenzione al fai da te, i dosaggi devono essere stabiliti dal veterinario.
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