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Il pappagallo più grande del mondo: qual è e le sue caratteristiche

Dal piumaggio sgargiante e dalla vivacità unica questo volatile affascina tutti: è lui il pappagallo più grande del mondo, conosciamolo.

(Foto Pinterest)

In tutto il pianeta esistono più di 350 specie di pappagalli, sono considerati i volatili con più varietà al mondo. Dalle colorazioni vivaci del loro piumaggio e il becco possente questi uccelli esotici affascinano tutti.

Particolari e belli esteticamente, sono esemplari divertenti e dall’intelligenza notevole: i pappagalli hanno la capacità di imitare la nostra voce e di ballare a ritmo di musica. Capacità e bellezza che li rendono sempre più popolari come animali da compagnia.

I continenti tropicali e subtropicali, come l’Australia, il Sud-est asiatico, l’Asia meridionale, l’Africa, l’America centrale e del Sud, il Pacifico, i Caraibi, sono l’habitat naturale di questi splendidi esemplari di uccelli.

Negli ultimi decenni, in Italia si trovano liberi nei cieli due specie di pappagalli selvatici: il Parrocchetto Monaco (Myopsitta monachus) e il Parrocchetto dal Collare Indiano (Psittacula krameri manillensis).

La loro origine è Sudamericana e si pensa che siano fuggiti da un allevamento in cattività, adattandosi successivamente ad un ambiente insolito per loro, cosa che gli ha permesso di riprodursi.

Come abbiamo accennato, sono tante le varietà di pappagalli che popolano il mondo, ognuna con proprie caratteristiche, nei colori, nelle dimensioni: tutti estremamente incantevoli.

Ma come in ogni specie animale, anche per questi volatili ne esiste una che spicca per la sua grandezza: scopriamo qual è il pappagallo più grande del mondo, e quali sono le sue caratteristiche.

Qual è il pappagallo più grande del mondo?

Originario dell’America meridionale, e precisamente del Pantanal (alcuni esemplari si trovano anche nell’Amazzonia orientale e nell’America nord-orientale), è questa la specie di pappagallo più grande al mondo: l’Ara Giacinto (l’Anodorhynchus hyacinthinus).

(Foto Pinterest)

Ritenuto non solo il più grande al mondo ma anche quello più costoso (il suo prezzo si aggira intorno ai 15000 euro), questo meraviglioso esemplare risulta essere purtroppo in grave pericolo di estinzione.

Ad oggi se ne contano solo 3000 esemplari, a causa:

  • delle deforestazioni e degli incendi;
  • perché vengono cacciati dalle popolazioni locali, per le splendide piume colorate e per la loro prelibata carne;
  • per l’assidua e spietata commercializzazione di contrabbando, vista la sua rara grandezza fisica e il piumaggio dai colori sgargianti e meravigliosi.

L’Ara Giacinto, il pappagallo più grande del mondo, viene chiamato anche Ara Blu, per l’intenso colore blu delle sue piume e perché è in grado di volare a quote altissime.

Nonostante questa sua capacità preferisce volare a quote basse, all’alba e al tramonto, trascorrendo sulle cime degli alberi, al fresco, il resto della giornata.

Le sue dimensioni sono davvero notevoli, non è facile distinguere il maschio dalla femmina perché, ad eccezione di pochi casi in cui la femmina è leggermente più piccola, sono identici. Può arrivare a misurare un metro e mezzo di lunghezza per 2 kg di peso.

La sua coda è sottile e lunga e in alcuni esemplari può superare anche la lunghezza del corpo. Magnifica e maestosa, la sua apertura alare può misurare anche 150 cm.

La sua grande mole è arricchita, donandogli fascino ed una bellezza unica, da un piumaggio sgargiante:

  • completamente blu su tutto il corpo, tranne sotto le ali e la coda, dove assume una tonalità più scura, sembrando quasi nero;
  • giallo intorno al suo nero becco e agli occhi scuri ed espressivi, come a formare delle splendenti mezze lune che li incorniciano.

Un’altra delle caratteristiche di questo esemplare risiede nel becco, grande e possente e dalle capacità sorprendenti. Infatti non solo consente all’Ara Giacinto di sbucciare e mangiare piccoli semi e di prendersi cura della sua dolce metà, ma anche di rompere una noce molto dura e di arrampicarsi sugli alberi, spostandosi con estrema eleganza da un ramo all’altro.

Negli ultimi anni, per la sua rara bellezza e per il suo elevato costo, è allevato in cattività, dove ha la possibilità di riprodursi facilmente, senza pericoli per i piccoli nati.

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Riproduzione dell’Ara Giacinto

Gli Ara Giacinto sono pappagalli monogami, costruiscono il loro nido “d’amore”, profondo 30 cm, sulle cime più alte degli alberi, a 12 metri di altezza, o nelle ripide rocce vicino ai fiumi: il luogo ideale dove accudirsi a vicenda e accoppiarsi, passando il resto della vita insieme.

(Foto Pinterest)

Durante la stagione riproduttiva, la femmina depone non più di 3 uova, covandole per almeno 30 giorni. In questo periodo il maschio si prende cura amorevolmente non solo della sua compagna, portandole cibo, ma anche delle uova, le quali possono essere facile bersaglio di predatori naturali (a dimostrazione della loro grande intelligenza).

Terminato questo periodo, nascono i piccoli pappagalli: ciechi, senza piume, deboli e impotenti, e proprio per queste ragioni vengono accuditi attentamente dai loro genitori per 100 giorni, dopodiché potranno uscire dal nido, ma restando sotto la protezione dei genitori fino ai 3 mesi vita.

Gli Ara Giacinto raggiungono la maturità sessuale intorno al settimo anno di vita, da quel momento sono in grado di riprodursi. La loro aspettativa di vita? In cattività possono raggiungere anche i 90 anni.

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L’alimentazione

Grazie alla forza del loro becco, gli Ara Giacinto riescono a rompere anche le noci più dure, come quelle di cocco o di macadamia, cibi che caratterizzano la loro alimentazione.

(Foto Pinterest)

Frutti, presi direttamente dagli alberi o dal terreno perché caduti, semi e noci sono le principali fonti di alimentazione di questa meravigliosa specie di volatile.

  • Ama nutrirsi dei licurì, i frutti della palma Syagrus coronata, così come dei frutti della Mauritia flexuosa;
  • adora mangiare l’endocarpo dei frutti della Acromia aculeata ed anche della Scheelea phalerata.
  • Mango, papaya ed ananas, bacche e germogli, fiori e fichi selvatici;
  • piccoli insetti e molluschi non vengono disdegnati dal “palato” di questo pappagallo.

Alimenti, dalle innumerevoli proprietà energetiche, di cui si ciba all’alba o al tramonto.

Rossana Buccella

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