Incubatori viventi, maestri di vita ma spesso anche irrinunciabili spalle per la neo mamme. A quali specie appartengono i migliori padri del regno animale?
Siamo spesso abituati a sentir parlare d’istinto materno, ma così come fra gli umani, il mondo animale è caratterizzato da padri particolarmente amorevoli e attivi verso la loro prole. Alcuni sono ottimi collaboratori per le neo mamme mentre altri si spingono addirittura oltre, occupandosi di fasi della vita dei figli che spetterebbero alle madri.
Trasportano le uova appena uscita dal grembo materno, a volte le covano per giorni di fila in situazioni climatiche proibitive, mentre altri seguono da vicino i progressi dei piccoli insegnando loro come sopravvivere senza mai allontanarsi dal branco. Dedizione, vicinanza e sacrificio sono per loro parole d’ordine.
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Questi equini del mare sono monogami, fatto non per niente scontato fra gli animali. In più sono interessati dal rarissimo fenomeno della gravidanza maschile. Il cavalluccio marino possiede altre strane caratteristiche. Le femmine infatti depongono le uova in una speciale sacca incubatrice nel ventre del maschio, che si trova vicino alla fessura anale.
Al momento prestabilito della schiusa, il maschio espelle i piccoli grazie a delle particolari contrazioni dal carattere dolce-violento che ricordano quelle della gravidanza femminile. Ogni covata vede dare dalla luce una media di 1800 esemplari.
I volatili migratori Hirundo rustica sono famosi per avere una routine familiare molto unita. Le coppie monogame si occupano in tandem della prole sin dal momento della gestazione. Le uova, da 3 a 7 secondo la nidiata, vengono covate in affiatata alternanza sia dal maschio che dalla femmina.
Dopo 13/15 giorni i piccoli rompono il guscio ma non sono subito pronti ad affrontare la vita fuori. Dotati di una fame vorace, vengono sfamati da entrambe i genitori che arrivano a fare la spola fra nido e mondo esterno 400 volte al solo fine di cibarli. A stupire è che anche i rondinotti di norma contribuiscono al sostentamento della nidiata successiva spiccando anch’essi il volo in cerca di sostentamento per i più piccoli.
Uno dei canidi più temibili di sempre è in verità un padre attento, iper protettivo e molto presente. Sapendo che i cuccioli condivideranno la loro vita con il branco, si preoccupano di addestrarli sin da subito alla caccia e alla sopravvivenza.
Appena l’esemplare femmina partorisce, il lupo maschio non lascia la tana per diverse settimane facendo la guardia alla compagna e alla neonata prole. Si allontana solo per procurare il cibo alla famiglia che si occupa di condividere in un secondo momento con amorevole cura.
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Il caso più esemplare di padre dedito è forse quello del pinguino imperatore, così denominato per via della sua mole e altezza maggiore rispetto alle altre specie di pinguini conosciute. Questo papà si trova infatti a dover covare il singolo uovo prodotto dalla femmina per 65 giorni di fila senza mai adagiarlo sul ghiaccio.
La mamma, esausta dall’espulsione dell’uovo, raggiunge il mare aperto in cerca di nutrimento e generalmente si allontana per due mesi. Esposto al rigido freddo del continente antartico e senza sostentamento alcuno il pinguino imperiale sa che l’unico modo per l’uovo di sopravvivere è il contatto con il suo corpo, che produce calore. Il pinguino sopporta il freddo grazie ad alcune caratteristiche genetiche particolari.
Anche esso è infatti dotato di una particolare tasca incubatrice che al suo interno raggiunge la piacevole temperatura di 30°gradi.
Uno degli uccelli acquatici più scenografici di sempre, viene spesso descritto come altero e sprezzante. Ma quando si tratta di aiutare la sua famiglia diventa un padre collaborativo e premuroso. Contribuisce infatti attivamente con l’esemplare femmina sia alla costruzione del nido che all’incubazione delle uova.
Suo è inoltre il simbolico compito di vigilare sui piccoli durante i loro primo contatto con l’acqua. Il maschio carica i pulcini sul suo dorso e li accompagna progressivamente verso la fonte d’acqua più vicina.
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Anche l’esemplare maschio delle volpi assume un ruolo chiave nell’educazione della sua prole. Come prima cosa viene insegnato loro a procurarsi il cibo ma anche a difendersi dai predatori. Abilità che sono più spiccate nella volpe che possiede un particolare super potere. Vere e proprie sessioni educative che il papà amorevole suole alternare con momenti di gioco.
Se durante i primi mesi il maschio si occupa interamente dello svezzamento dei cuccioli e della mamma, che rimangano al sicuro dentro la loro tana, una volta che i piccoli raggiungono i 3 mesi di vita si trovano davanti ad un brusco cambiamento. Per convincerli ad affrontare finalmente il mondo esterno, il maschio sotterra a pochi metri dalla tana il loro pasto.
I cuccioli non hanno così altra scelta che uscire dalla tana. Un metodo educativo molto risoluto ma altrettanto funzionale.
A papà Struzzo viene invece richiesto un notevole sforzo fisiologico. Se generalmente sono le mamme a svegliarsi per correre in aiuto delle prole durante la notte, è il maschio di struzzo a vegliare sulle uova notte tempo.
Dovrà infatti passare 42 lunghe notti insonni a nascondere la nidiata sotto le sue folte piume nere. La femmina, dotata di un piumaggio grigiastro, si mimetizza meglio durante il giorno fra i colori neutrali della savana africana e si occupa quindi della nidiata nelle ore diurne.
Gli esemplari di gorilla maschio si trovano a dover gestire spesso 30 cuccioli alla volta. Protettivi e molto accudenti il loro compito si fa ancora più arduo dato che devono continuamente passare il loro tempo a difendere la sopravvivenza della loro prole.
Gli attacchi provengono dall’interno, dal branco stesso, gli altri esemplari maschi infatti attentato alla vita dei cuccioli per stabilire la loro supremazia. Ma il papà Gorilla oltre ad essere un ottimo difensore e noto per il suo spirito giocoso che impegna fin da subito per far divertire i neonati. Le curiosità sul gorilla sono però infinite.
La maggior parte degli anfibi in natura mette a disposizione totale parti del loro corpo per agevolare la nascita e crescita della loro prole. Un’aspetto poco conosciuto della loro etologia, ma sono tanti i miti da sfatare sul rospo, in particolare. Si possono dire quindi attivamente partecipi all’evoluzione dei piccoli. Alcuni girini vengono trasportati nella bocca del loro papà finché non raggiungono il livello di autonomia necessario per nuotare.
Questo curioso e piccolo esemplare di scimmia sudamericana si occupa dei figli lungo tutto l’arco della giornata. Sarà sempre lui a condurli dalla madre ogni due o tre ore, per la poppata. Ma quello che colpisce di più nei papà di questa specie è l’istinto accudente che dimostrano subito dopo il parto.
Una volta che i cuccioli sono usciti dal ventre della madre, il maschio si precipita a leccarli per eliminare i residui di placenta e controlla loro il respiro costantemente. Si potrebbe quasi dire che abbiano sostenuto un corso d’ostetricia.
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