L’orso polare è un animale che ritroviamo spesso nei cartoni animati e storie per bambini. Famoso per la sua corporatura e il particolare aspetto dolce.
Queste che tratteremo sono schede destinate ai bambini, per aiutarli ad apprendere particolari argomenti che nello specifico trattano di animali. Non saremo ne’ i primi ne’ gli unici a trattare questo argomento, ma con l’aiuto di foto e paragrafi semplici, cercheremo di incuriosire e stimolare il bambino, aiutandolo anche visivamente ad assimilare la materia.
Oggi andremo a ricostruire, illustrare e rappresentare quello che è l’animale più simpatico ai bambini.
L’orso bianco o polare, con i suoi 2 metri e mezzo di lunghezza e 700 chili di peso, è uno dei più grandi carnivori esistenti. Il suo corpo allungato è rivestito di un pelo foltissimo che va a ricoprire fino alle piante dei piedi (come efficace isolamento dal ghiaccio), candido nei piccoli, avorio o giallognolo negli adulti.
Apparentemente goffo e robustissimo, resiste a micidiali bufere di vento e di neve del grande nord, riesce a percorrere lunghissime distanze sui ghiacci con la sua andatura felpata, né è stato trovato qualcuno perfino nelle vicinanze del Polo Nord. Soprattutto si dimostra un eccellente nuotatore.
Nell’acqua infatti galleggia molto bene, grazie al cospicuo rivestimento di grasso del corpo e utilizza per la spinta unicamente le zampe posteriori. Essendo un grande cacciatore, contrariamente agli altri orsi ha anche una vista assai sviluppata. La potenza fisica degli orsi è eccezionale, apparentemente pigri e torpidi, possono spostarsi con buona velocità trottando per ore o nuotando a lungo, dimostrano anche un’insospettabile capacità nell’arrampicarsi sugli alberi.
L’orso polare è diffuso in una vasta area intorno alle regioni polari artiche, fino al limite dei ghiaccai perenni della banchisia e oltre. Le popolazioni più numerose di orso polare si trovano in Canada, (il 60% degli esemplari) in Alaska, in Groenlandia, in Siberia e sull’Isola di Wrangel.
Si crede che questa specie derivi dall’orso bruno e che abbia cambiato il colore del suo pelo per via dell’habitat, così come si sono ridotte le dimensioni delle orecchie e della coda per poter mantenere il calore in un luogo così freddo.
Abitualmente solitari, si riuniscono in coppie solo nel periodo della riproduzione, pochi dimostrano un indole più socievole, vivendo in branchi di pochi esemplari. La femmina “salva” le uova fecondate (questa capacità è nota come “impianto ritardato”) per far iniziare il loro sviluppo a partire da settembre e, nel frattempo, accumulare più grasso possibile.Tra aprile e maggio si verifica l’accoppiamento.
Le madri cercano una tana per l’inverno e danno alla luce due cuccioli in un rifugio, che esse stesse scavano in cumuli di neve profonda. Durante la gravidanza e il parto le femmine non si nutrono, ma si sostentano col grasso accumulato; i chili che perdono durante l’allattamento nella tana saranno recuperati in estate.
Appena nati, i piccoli sono ciechi, non hanno i denti e pesano 700 grammi, e inoltre non sanno badare a se stessi fino ai 5 mesi di età. A partire da questo momento, la madre gli insegna a localizzare il cibo, a cacciare e a sapersi difendere dai maschi adulti, poiché nei periodi in cui scarseggia il cibo, potrebbero nutrirsi di loro. Dopo essere stati per due anni con la madre, i cuccioli si allontanano, e a circa 4 anni di età maturano sessualmente.
L’orso polare riesce a nutrirsi di quasi tutti gli animali che vivono nel suo ambiente, come per esempio: renne, volpi, uova e adulti di uccelli marini, pesci e soprattutto foche. Un orso adulto può mangiare fino a 30 kg di cibo al giorno e non beve acqua, poiché è acida e salata nel mar glaciale Artico, quindi per idratarsi usa il sangue delle sue prede.
La tecnica di caccia è la seguente: fa dei buchi tra i blocchi di ghiaccio e quando l’animale marino sale in superficie per respirare, lo cattura. Nel caso di animali terrestri, gira discretamente intorno alle colonie e ai nidi.
Raffaella Lauretta
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