Orrore nei circhi cinesi: animali maltrattati e deprivati di tutto

Orrore nei circhi cinesi: animali maltrattati e deprivati di tutto

circo

Vergogna, è forse l’unica parola per esprimere lo sdegno e la rabbia che suscitano alcuni fatti raccapriccianti di cui sono vittime gli animali, destinati all’intrattenimento, tanto più se si tratta di animali selvatici, tolti dal loro habitat e mortificati dietro a delle gabbie, vittime di soprusi quotidiani con i quali alcuni individui li sottomettono e gli tolgono qualsiasi dignità o istinto di ribellione, incutendo in loro un terrore costante ai fini dell’addestramento. Un addestramento che si fonda sulla paura, un sentimento forte, comune a tutti gli esseri viventi, compreso l’uomo, con il quale si possono addirittura condizionare le masse, figuriamoci dei cuccioli, tolti a poche settimane dalle loro madri.

La “vergogna” è esattamente il termine con il quale si potrebbe definire il sentimento che scaturisce guardando le immagini contenute in un video pubblicato su youtube dall’organizzazione di tutela degli animali, People for the Ethical Treatment of Animals (Peta) girato nell’arco del 2015 e inserito in un rapporto con il quale Peta denuncia le condizioni di detenzione e di addestramento degli animali nei circhi di Suzhou, in Cina, che comprende oltre 300 circhi. Un testimone ha documentato gli orrori perpetrati, recandosi in dieci diversi strutture dove sorge tutta la crudeltà dell’uomo.

DEPRIVAZIONE- Il video scioccante mostra scene terrificanti sulle condizioni e i maltrattamenti subiti dagli esemplari nel corso del loro addestramento. Situazioni di disperazione di detenzione di leoni, tigri, orsi e scimmie ripetutamente picchiati nell’addestramento, incatenati e chiuse nelle gabbie, impossibilitati a muoversi.
Tra le immagini salta agli occhi l’espressione di un cucciolo di leone, tutto sporco, rannicchiato a terra, tremolante, che ad appena un mese di vita teme e ha paura dell’uomo che gli si avvicina. Animali costretti ad eseguire degli esercizi contro natura e la stessa forza di gravita, come una tigre costretta a stare in equilibrio su una palla, mentre l’addestratore è pronto a colpirla e bastonarla se sbaglia. In questo scenario, racconta il testimone, “il proprietario di un circo ha mostrato due cuccioli di tigre di appena due settimane, tolti dalla madre e allattati da un cane, acquistato online e utilizzato come madre surrogata per fornire ai cuccioli il latte”. Mano a mano che crescono i cuccioli saranno poi detenuti in delle gabbie dove non potranno neanche stare in piedi. Tra i racconti più sconcertanti, la tradizione di rimuovere i denti alle tigre più ribelli.

ILLEGALITÀ Peta denuncia che molti circhi sono illegali e non hanno permessi necessari per detenere tigri. Quando questi esemplari crescono troppo o diventano vecchi per eseguire gli esercizi, i più fortunati sono destinati ai giardini zoologici, gli altri invece vengono uccisi per arricchire i prodotti della medicina tradizionale.

VIOLENZA- Tra le immagini raccapriccianti che segnaliamo, la detenzione degli orsi asiatici che fin da cuccioli vengono incatenati costringendoli a stare in piedi. Il testimone che ha effettuato le riprese ha riferito di aver assistito ad una triste scena, di un cucciolo punito, preso a calci e soffocato all’interno di un sacco. Collari stretti al collo, abrasioni e macchie sulla pelle, prove delle condizioni estreme di maltrattamenti ripetuti. Gli esemplari vengono nella maggior parte dei casi detenuti senza acqua né cibo, per tenerli deboli e vengono tolti dalle madri a pochi mesi. Non è raro sentirli piangere nelle loro gabbie. Stesso trattamento riservato alle scimmie, tenute incatenate nelle gabbie dove prese dal panico, saltano e sbattono contro le sbarre di ferro. Nei circhi asiatici sono presenti anche animali domestici. Tra i casi documentati di maltrattamento e crudeltà, un cane anziano di 12 anni, abbandonato in una piccola cassa, senza farlo mai uscire, che probabilmente gli addestratori hanno scartato per farlo morire. La maggior parte dei cani trascorrono la loro vita nelle gabbie e sono detenuti nella sporcizia e vengono picchiati e presi a calci.

“La cosa che accomuna tutti gli animali è la grave sofferenza di cui sono afflitti, esposti a ripetute stimolazioni e punizioni. Hanno sviluppato dei tic nervosi come il dondolare la testa. Tutti gli esemplari di qualsiasi specie vivono in una condizione di reclusione costante, deprivazione, abbandono, paura e dolore. Molti vengono frustrati, presi a bastonate e a calci fino ad essere punzecchiati con dei ganci o essere trascinati per il collo”, sottolinea Peta, aggiungendo che “è stata accertata la carenza di cibo e acqua nelle gabbie e di cure veterinarie”.

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