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Orrore in Africa strage di elefanti avvelenati nello Zimbabwe

La schizofrenia della società contemporanea guidata dalla sete del potere economico comporta azioni terrificanti non solo riguardo agli umani ma anche verso gli animali. Dalla distruzione all’inquinamento degli habitat, al bracconaggio. Recentemente in Africa si è registrato un aumento spaventoso di casi di avvelenamento di elefanti. Una cosa terribile che sta proseguendo senza sosta, nel silenzio mediatico.

La scorsa settimana sono stati uccisi ben 14 elefanti, di cui 11  esemplari avvelenati nel parco nazionale di Hwange nello Zimbabwe e tre elefanti al parco di Matusadona (clicca qui).

Ma a distanza di pochissimo tempo si sono riscontrati altri 26 decessi di elefanti uccisi con il cianuro che viene messo dai bracconieri nelle arance o nei lecca-lecca di sale per animali.

Una strategia mirata ovviamente al traffico illegale dell’avorio, prevalentemente destinato a mercato asiatico e lo stesso cianuro, usato nell’industria mineraria, è facile da reperire.

Nel 2013 si sono registrati 300 esemplari uccisi per avvelenamento nel parco di Hwange. Negli ultimi cinque anni sono stati dimezzati il numero di elefanti dal Kenya al Mozambico mentre in Tanzania, tra il 2009 e il 2014, il numero di pachidermi è crollato da 109 mila a 43mila esemplari.

Lo stesso principe William, Duca di Cambridge, presidente di United for Wildlife, allarmato dal fenomeno, ha lanciato in questi giorni, sul quotidiano Financial Times, un appello alla Cina e agli Stati Uniti affinché s’impegnino a contenere e bloccare il traffico illecito dall’Africa di avorio e corni di rinoceronti: “Non so come potrei spiegare ai miei figli che l’ultimo elefante o rinoceronte che viveva libero in natura è morto, e io ho lasciato che accadesse”, ha detto il principe.

Il presidente cinese Xi Jinping ha accolto l’appello e ha annunciato la messa al bando di un anno, fino al 15 ottobre 2016, dell’import di avorio africano proveniente dalla caccia.

 

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