Il record di ‘affezione’ delle mamme nei confronti dei propri figli spetta agli oranghi. E’ quanto stabilito da uno studio condotto dalla ‘Griffith University’ e pubblicato sulla rivista di settore ‘Science Advances’. In base a quanto osservato, le femmine di orango con prole sono abituate ad allattare i loro figli in alcuni casi fino all’età di 8 anni. E si tratta davvero di un primato senza eguali. A questa osservazione si è giunti anche attraverso l’analisi dei denti di alcuni esemplari, e questa scoperta potrebbe avere dei risvolti benefici anche per quanto riguarda la protezione degli oranghi dal rischio di estinzione, oltre a rendere più chiari alcuni processi evolutivi nell’uomo riguardo al fenomeno dell’allattamento.
Lo studio dei denti dicevamo: i ricercatori e gli studiosi della Griffith University hanno utilizzato i denti stessi come una sorta di biomarcatore, studiando la crescita e gli anelli dei denti per poi riuscire ad individuare la concentrazione di bario. Il tutto è stato portato avanti su degli oranghi di Sumatra e del Borneo ormai morti ed i cui corpi erano stati tenuti in custodia da diversi musei zoologici. Il bario nella fattispecie è un elemento che presenta parecchie affinità con il calcio, altra sostanza strettamente legata al latte, ed indica il grado di ‘allattabilità’ in un esemplare.
Negli altri animali questa usanza del tutto naturale dell’allattamento rappresenta un qualcosa di molto importante anche a livello psicologico: lo si evince spesso da quegli episodi in cui una particolare specie di animale si prodiga in favore di un’altra magari del tutto diversa, come nel caso di una mamma gatta che accoglie un cucciolo di pitbull per dargli il proprio latte.
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