Oltre 400 balene spiaggiate, 300 esemplari morti nella notte. Una corsa contro il tempo per salvare le altre

Oltre 400 balene spiaggiate, 300 esemplari morti nella notte. Una corsa contro il tempo per salvare le altre

@screen shot video BBC

Un dramma, una catastrofe, un’emergenza e una corsa contro il tempo. Oltre trecento balene sono state trovate spiaggiate in Nuova Zelanda, sulla spiaggia di Golden Bay, a Farewell Spit, vicino a Nelson. Una delle peggiori tragedie che il paese ha affrontato per la prima volta con centinaia di residenti che durante la notte si sono precipitati sul litorale per aiutare le balene incagliate sui bassi fondali sabbiosi a riprendere il largo.

Spesso può accadere lo spiaggiamento delle balene, nei casi di esemplari anziani, malati o feriti oppure in rari casi in cui una balena viene disorientata e rimanendo intrappolata può emettere un segnale d’allarme al suo branco che per aiutarla resta a sua volta imprigionato anche a causa della bassa marea.

In questo caso, i ricercatori non hanno proprio idea di cosa possa essere successo, ammettendo di non aver mai assistito ad uno spiaggiamento di massa, con un numero così elevato di balene.

La disperazione di centinaia di persone e volontari giunti sul posto per aiutare gli esemplari e che lottano contro il mare per poter salvare quelli rimasti ancora in vita.

“Sono arrivati da tutti i posti, in camper, in macchina a piedi. Giovani e persone anziane del luogo, tutti riuniti per aiutare le balene”, racconta un coordinatore dei soccorsi.

L’organizzazione che si occupa della tutela della fauna e flora marina, Project Jonah sta mettendo in opera tutti gli sforzi per aiutare le balene e riferisce che vi sarebbero in totale 416 esemplari spiaggiati, dei quali trecento sarebbero già morti.

I volontari stanno bagnando e tenendo tranquilli gli altri esemplari, in attesa di poterli spostare nelle acque più profonde.

Una catena umana senza precedenti che in acqua cerca anche di tenere lontano dalla rive gli esemplari disincagliati e che tendono a riavvicinarsi nella parte meno profonda. Infatti, molti esemplari non si vogliono allontanare dal loro branco, il loro nucleo famigliare. Un dramma per chi sta lavorando in modo da metterle in salvo.

“Una delle cose più belle è che siamo riusciti a riportare a galla alcune balene con i loro cuccioli che le hanno seguite”, dichiara una volontaria alla BBC.

Il luogo è piuttosto noto purtroppo per gli spiaggiamenti, in quanto a volte con la bassa marea, l’acqua può arrivare a ritirarsi fino a 5 chilometri dalla riva e già nel febbraio 2015 si erano registrate 200 balene spiaggiate.
In base a quanto riferisce in una nota il Dipartimento per la conservazione della fauna neozelandese, nell’arco del Novecento si sono registrati altri due simili spiaggiamenti, uno di 450 esemplari in Auckland nel 1985 e un altro di circa mille balene ae Chatham Islands nel 1918.

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