Sono in assoluto tra gli esseri più particolari al mondo: si tratta dei narvali, cetacei dotati di un dente che sporge all’infuori ed assume quasi i connotati di un unicorno di mare, per via del particolare corso a forma di vite che si staglia in avanti a partire dal suo volto. Possono raggiungere anche i tre metri di lunghezza e vivono soprattutto nel Mare Artico. Ma lo scioglimento dei ghiacci ne sta mettendo a repentaglio il loro habitat, anche perché in tal modo le acque diventano più facilmente percorribili ed il traffico marittimo da quelle parti è aumentato. Ma questo sta comportando per l’appunto un aumento dei rischi ai quali sono esposti. Gli scienziati se ne sono accorti dopo aver catturato alcuni esemplari sui quali hanno installato dei sensori di rilevamento che misurano anche il battito cardiaco. Si è potuto constatare che, a fronte di una frequenza regolare costituita dai 60 battiti al minuto in condizioni normale e di 10-20 durante le immersioni profonde, gli esemplari monitorati ne facevano misurare soltanto 3 o 4 ogni 60”.
Questo è stato spiegato con il fatto che, come ultima difesa contro i pericoli, alcuni animali tendono ad ‘autoibernarsi’. Una condizione che però li espone ulteriormente al rischio di non ricevere il giusto quantitativo di ossigeno al cervello ed agli altri organi. È stato anche osservato che la fuga precipitosa consuma il 97% delle riserve di ossigeno dei narvali. Questo scenario può verificarsi anche solo quando una nave passa molto vicino ad un branco, senza che quindi ci sia una reale situazione di pericolo. Ma i narvali tendono ad esporsi a questa situazione di stress estremo, che potrebbe anche avere delle ripercussioni sul loro comportamento in futuro.
Insomma, è stato dimostrato che le interferenze da parte dell’uomo risultano particolarmente invasivi sui narvali. E questo ovviamente è un aspetto che presenta fortissime negatività. Intanto di episodi anche strambi legati al mare ne succedono di ogni tipo: è successo anche che una iguana si fosse perduta tra le acque a ben 6 km dalla costa, dopo essere stata notata da un velista che alla fine si è rivelato essere il suo buon samaritano.
A.P.
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