Non ci sono giustificazioni a comportamenti irresponsabili di molti turisti che pur di scattare una fotografia per avere un istante di notorietà, sono disposti a scarificare la vita di un piccolo essere.
Nel mese di febbraio fece scandalo, la morte di un cucciolo di delfino, deceduto perché i turisti che affollavano una delle tante spiagge del Brasile, erano desiderosi di scattare una fotografia in compagnia del piccolo mammifero marino. Il povero esemplare morì poco dopo per disidratazione. Stesso scenario che si è ripetuto a marzo, questa volta in Turchia, dove una donna pur di farsi immortalare al fianco di un cigno aveva trascinato il povero volatile sulle sponde del lago, sottoponendolo ad un forte stress, per poi abbandonarlo sulla spiaggetta, come se fosse un oggetto. Il cigno, provato, si sarebbe rialzato dopo un po’ di tempo. Alcune testate hanno addirittura riferito che l’animale sarebbe morto, ma la notizia non è stata confermata.
Esseri indifesi, non solo vittime di maltrattamenti e abbandoni, ma anche di maleducazione, dell’egoismo e della vanità dell’uomo.
E così è stato per un cucciolo di bisonte deceduto a causa di una famiglia di turisti che lo ha caricato in automobile per portarlo in una struttura del parco, preoccupati che facesse troppo freddo per lui. Ma il cucciolo non è stato più riaccettato dal branco ed è stato soppresso dai guardia parco che hanno ammonito i turisti, sottolineando che si è trattato di un gesto folle, in quanto gli adulti protettivi avrebbero potuto attaccare i turisti per difendere il cucciolo. Infine, hanno sottolineato che le madri respingono i neonati se ci sono interferenze esterne.
Il cucciolo dopo vari tentativi di reinserimento nel branco è stato abbandonato dalla madre. Il caso ha suscitato lo sdegno sui social, non solo per il comportamento scorretto dei turisti, ma anche per il fatto che i guarda parco non hanno cercato di salvare il piccolo di bisonte, facendolo adottare. A loro volta i funzionari di Yellowstone hanno replicato con un post su facebook che “per mandare il piccolo fuori dal parco, avremmo dovuto sottoporlo a mesi di quarantena per la brucellosi. Non ci sono strutture approvate per la brucellosi al momento e non siamo in grado di prenderci cura di un animale troppo piccolo per brucare da solo. Né la missione del Parco nazionale è il salvataggio degli animali: il nostro obiettivo è di mantenere i processi ecologici di Yellowstone. Anche se in questo caso c’erano umani coinvolti, non è raro che le giovani madre di bisonte abbandonino i loro piccoli, che muoiono di fame o uccisi dai predatori”.