Nel diciannovesimo secolo, in Inghilterra, si diffuse una abitudine tra gli aristocratici del tempo che oggi fa sorridere, ma che all’epoca veniva preso con molta serietà. Riguarda l’usanza da parte delle persone più facoltose di allora di mettere all’ingrasso gli animali di loro proprietà come ad esempio mucche e buoi. Sembra che il tutto fosse nato da quando nel 1802 venne portato a Londra un toro dalle dimensioni ragguardevoli, che suscitò lo stupore e la meraviglia di chi riuscì a vederlo dal vivo. L’animale era davvero possente e pesava circa 1300 chili.
Ci fu il bisogno di costruire una apposita carrozza dotata di tutto il necessario per il suo trasporto, e che dovette essere resa molto resistente. L’abitudine di far ingigantire i propri animali facendoli in pratica ingozzare a più non posso venne poi fatta loro anche da numerosi altro allevatori. A loro venivano somministrati in particolare rape e pastoni, e questa loro grandezza a livello fisico veniva interpretata come uno status symbol, in grado di indicare anche un certo lignaggio della persona. La cosa venne raffigurata anche nell’arte, con diversi dipinti a riguardo che ritraggono tale bizzarra usanza. Poi da lì si passò anche ad animali di più piccola taglia.
Ci sono anche dei motivi più pratici in relazione a questa abitudine: animali più grandi comportavano anche maggiori guadagni quando si trattava di portarli a vendere. E poi si era in pieno sviluppo a livello industriale e demografico, e gli allevatori che contribuivano a fornire il cibo venivano inquadrati quasi come alla stregua di benefattori, perché davano una mano consistente all’umanità. Gli animali ingrassavano per la nazione, insomma, per ‘amor patrio’. In realtà era per soldi, ma è bello pensare che tutto venisse mosso da motivazioni più propriamente di natura umanitaria.
Proprio le mucche da anni contribuiscono in maniera del tutto inconsapevole alle emissioni di gas nocivi, visto che emettono con le loro flatulenze una quantità di metano decisamente non indifferente. Per cercare di fare qualcosa in modo tale da limitare questo aspetto, in Irlanda è stata avallata una sperimentazione a livello alimentare che in caso di risposta positiva dovrebbe contribuire a ridurre fino anche al 99% tali emissioni.
A.P.
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