Un pratica crudele con la quale alcuni residenti dell’Isola del Giglio proteggono i loro orti dai conigli selvatici. Si tratta di un sistema con il quale vengono utilizzati dei lacci in acciaio per catturare e uccidere i piccoli roditori che vivono sull’isola. Sul caso è intervenuto l’inviato di Striscia la Notizia, Edoardo Stoppa che in collaborazione con gli attivisti di Vallevegan hanno denunciato tutta la situazione d’illegalità.
Massimo Vitturi, esponente LAV e Responsabile settore caccia, in un comunicato ha commentato la barbara usanza, invitando “la Procura e le forze di Polizia a dare nuovo impulso alle indagini per individuare i responsabili delle centinaia di trappole disseminate sull’Isola del Giglio, anche all’interno del Parco”.
Lo stesso Vitturi ha ricordato che nonostante le diverse denunce presentate, continua in modo del tutto indisturbato il fenomeno del bracconaggio sull’isola. Si tratta di una situazione “intollerabile” per il responsabile Lav il quale ha reso noto che aver addirittura fornito già nel 2016 “alle autorità competenti i punti GPS dei siti incriminati, non siano stati effettuati interventi per scoraggiare queste pratiche e punire i responsabili della morte di migliaia di animali”.
Ecco perché la Lav, all’indomani del servizio di Stoppa chiede al Prefetto di convocare urgentemente il Comitato per l’ordine e la sicurezza, in quanto non solo “le trappole sono letali per i conigli ma rappresentano un pericolo anche per i numerosi turisti che visitano l’isola”.
Nel servizio, Paolo Liberati, rappresentante dell’associazione Vallevegan ha spiegato come siano pericolose queste trappole anche per altre specie e siano disseminate ovunque anche all’interno del Parco nazionale. In totale, secondo le stime, si calcolano 500 trappole realizzate ogni giorno, alcune addirittura come si vede nel servizio con un meccanismo che schiaccia gli animali che rimangono intrappolati sotto una piccola pedana con due grossi e pesanti sassi. Vallevegan ha anche regalato gratuitamente delle rete e dei pali per far recintare i terreni ai contadini, una soluzione più umana al bracconaggio che provoca solo sofferenza alle creature più piccole.
Ecco il link al servizio di Stoppa