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Mamba nero: cosa mangia, dove vive, caratteristiche e curiosità

Il mamba nero è un animale che ritroviamo spesso nei film e nei cartoni animati. Riconoscibile per l’aspetto della sua lingua.

(Foto AdobeStock)

Queste che tratteremo sono schede destinate ai bambini, per aiutarli ad apprendere particolari argomenti che nello specifico trattano di animali. Non saremo né i primi né gli unici a trattare questo argomento, ma con l’aiuto di foto e paragrafi semplici, cercheremo di incuriosire e stimolare il bambino, aiutandolo anche visivamente ad assimilare la materia.

Oggi andremo a ricostruire, illustrare e rappresentare quello che è il serpente più veloce a terra e fra i più velenosi.

Caratteristiche del mamba nero

(Foto AdobeStock)

Il mamba nero (nome scientifico Dendroaspis polylepis) prende il nome dal colore dell’interno della sua bocca, che è nero. È un serpente di circa 4,25 metri, anche se la lunghezza media è di circa 2,4 m. Possiede la testa molto squadrata a forma di bara, gli occhi del mamba vanno dal marrone grigiastro al nero mentre la pupilla è circondata da un colore bianco-argenteo o giallo.

L’interno della bocca è da grigio bluastro scuro a quasi nero.  Il suo ventre è bianco grigiastro e le squame sotto forma di bande trasversali diagonali di colore marrone, ma può essere olivastro o avere dei toni grigiastri. Si tratta di un serpente molto veloce a terra in grado di mantenere una media di circa 11 km/h ed è anche un buon nuotatore.

Anche se usa la sua incredibile velocità per sfuggire alle minacce, e non per attaccare. Assume una posizione di difesa, alzando la parte superiore del corpo da terra per stare in piedi, per poi attaccare ed iniettare dosi di veleno ad ogni attacco, infine sfuggire molto velocemente. Il comportamento di questo serpente si può definire più che aggressivo, quasi esclusivamente difensivo.

Un morso di un mamba nero provoca sintomi neurologici e neuromuscolari iniziali che comunemente possono includere mal di testa e un sapore metallico in bocca. Potenzialmente può originare il collasso negli esseri umani in 45 minuti o meno. Senza un’efficace terapia antiveleno, la morte si verifica in genere entro 7-15 ore.

Dove vive il mamba nero

(Foto AdobeStock)

Il mamba nero è possibile trovarlo in: Repubblica democratica nordorientale del Congo, Sudan sudoccidentale, Etiopia, Eritrea, Somalia, Kenya, Uganda orientale, Tanzania, Burundi, Ruanda, Mozambico meridionale, Swaziland, Malawi, Zambia, Zimbabwe e Botswanato KwaZulu-Natal in Sud Africa e Namibia; poi nord-est attraverso il sud-est dell’Angola fino alla Repubblica Democratica del Congo.

Questo serpente, vive sugli alberi, ma spesso costruisce la tana in termitai, alberi cavi o fessure tra le rocce. A volte però non disdegna i tetti di costruzioni. Come habitat predilige ambienti moderatamente asciutti come foreste leggere e macchia, affioramenti rocciosi e savane semi-aride. Non disdegna nemmeno le savane umide e foreste di pianura.

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Come nascono

(Foto AdobeStock)

Il mamba nero di solito si accoppia durante la primavera o l’estate, quando iniziano anche i combattimenti tra maschi per le femmine. Una volta che si è formata la coppia, la femmina depone da 6 a 17 uova in una covata. Quando le uova si schiudono, i piccoli misurano circa 40-60 cm.

Subito dopo la venuta al mondo dei suoi piccoli la madre va via e i serpenti iniziano a vivere in modo indipendente. Rapidamente, i piccoli serpenti raggiungono circa 2 m dopo il primo anno e hanno un colore più chiaro degli adulti, in genere di aspetto grigio o verde oliva, per poi diventare più scuri con l’avanzare dell’età.

Cosa mangia il mamba nero

(Foto AdobeStock)

Il mamba nero è attivo durante il giorno per lo più per procurarsi del cibo e torna nello stesso posto ogni notte per dormire.  Si nutre principalmente di uccelli, in particolare polli e pulcini, e piccoli mammiferi come roditori, pipistrelli, iraci e arbusti. Solitamente si alimenta di prede a sangue caldo, ma in mancanza di altro mangiano anche altri serpenti.

Il mamba nero in genere non si attacca alla preda dopo averla morsa, ma rilascia la sua preda e aspetta che ceda alla paralisi e poi muoia. È in grado di digerire completamente la preda in otto-dieci ore, avendo un eccellente sistema digestivo.

Anche se pochi, esistono dei predatori di mamba adulti, oltre ai rapaci, come ad esempio le manguste, che avendo una certa immunità al veleno del mamba nero ed essendo anche abbastanza veloci da schivare un morso, riesco ad avere la meglio su questo serpente.

Curiosità

  • Il mamba nero è una delle quattro specie di mamba, considerato uno dei serpenti velenosi e più lunghi, e il secondo al mondo, superato solo dall’enorme Cobra reale asiatico.
  • Le altre specie di mamba sono tutti più piccoli e un po’ meno velenosi rispetto a quello nero.
  • Sono noti per cadere dai rami sulla loro preda.
  • Il veleno del mamba nero è composto da neurotossine (dendrotossine) e cardiotossine, oltre ad altre tossine come le asfasciculine.
  • È classificata come una delle specie di maggiore preoccupazione nella Lista rossa delle specie minacciate di estinzione dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN).
  • Questo serpente può vivere fino a 11 anni, forse più a lungo.
  • Gli attacchi agli esseri umani da parte di mamba neri sono rari, poiché di solito cercano di evitare lo scontro.
  • Il mamba nero è sia terrestre (terrestre) che boreale (arboricolo).
  • Un mamba nero raramente tollera che gli umani si avvicinino a meno di 40 metri di distanza.
  • Il soprannome Sette Passi deriva proprio dalla sua letalità: un suo morso, infatti, non permette all’uomo di fare più di 7 passi prima di morire.
  • Sono quasi 20.000 persone muoiono di morsi di serpente, ogni anno.

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Raffaella Lauretta

 

Raffaella Lauretta

Sono una giornalista pubblicista, con una passione profonda per gli animali. Sono regolarmente iscritta all'Ordine dei Giornalisti. Scrivo articoli su problematiche di salute degli animali, curiosità e argomenti legati alla promozione dell'adozione responsabile degli animali domestici. Nel tempo libero amo fare volontariato nelle strutture e rifugi per animali meno fortunati.

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