Fra i tanti danni che il terremoto ha causato nelle zone colpite figurano anche i risvolti negativi che già adesso si stanno ripercuotendo sulle imprese agricole e di allevamento del posto. La Coldiretti ha stimato che circa quarantamila pecore risulterebbero a rischio nella sola provincia di Macerata, dove sono diversi i paesi messi in ginocchio dal sisma della scorsa settimana.
E la situazione non è affatto diversa anche per maiali e bovini, del tutto privi di protezione visto che casolari, fabbricati ed altri ripari sono stati gravemente danneggiati e riportano lesioni tali da non poter essere utilizzati. La cosa peggiore è che l’inverno è alle porte e la situazione dal punto di vista climatico è già iniziata ad essere critica da alcune settimane.
Coldiretti fa sapere in particolare che anche le circa novemila mucche ed i 13 maiali sono praticamente in una situazione di sbando e restano alla mercé di predatori selvatici quali i lupi o i cani randagi. Un vero e proprio dramma, che sconfina dal mero dato statistico. E se gli animali non sono sbandati, i padroni che restano accanto a loro lo fanno in una condizione di estremo sacrificio, alloggiando in gazebo allestiti alla bell’e meglio o dormendo in auto.
Ovviamente anche la produzione di latte ed altri beni di consumo strettamente correlati all’allevamento è ferma perché non si sa come gestirla. Le mucche vanno munte ma non ci sono le strumentazioni adeguate per la conservazione del loro latte.
Coldiretti lancia un appello agli agricoltori di tutta Italia per fornire il materiale necessario a garantire un minimo di normalità alle persone ed agli animali la cui vita è stata sconvolta dal terremoto: servono camper, roulette e tende per consentire agli allevatori di poter stare in un posto più confortevole, oltre ai beni necessari per lo svolgimento dell’attività che rappresenta uno dei motori economici del territorio.