Nuovo blitz notturno del gruppo Centopercentoanimalisti che ha affisso dei manifesti all’Università di Ferrara, dove nel polo biomedico da troppi anni sono rinchiusi alcuni Macachi destinati alla sperimentazione Animale.
Gli attivisti, in un comunicato, hanno ricordato che “per queste creature, quotidianamente, solo tanta sofferenza fisica alternata a quella psicologica”.
Una condizione disumana che viola il benessere degli animali, in questo caso costretti a sperimentazioni quotidiane e a vivere in delle gabbie ristrette di un metro per tre. Una violenza fisica e psicologica condannata dagli animalisti che contestano a gran voce la detenzione di questi esemplari nella facoltà.
Per questi esemplari è stato chiesto il trasferimento presso strutture specializzate dove poterli recuperare e dare loro una vita più dignitosa. Oltre ai manifesti lasciati nell’Università, sui muri e il cancello del polo didattico, gli animalisti hanno messo dei manifesti sul portone d’ingresso dell’abitazione del maggior responsabile della prigionia dei Macachi, anche se viene riferito che si sia trasferito, sul campanello risulterebbe ancora il suo nome.
“Di fatto il risultato non cambia per quel che ci riguarda. A buon intenditore poche parole. Ora basta! Macachi liberi senza compromessi!”, sottolineano Centopercentoanimalisti.
Una battaglia che va avanti da anni e negli ultimi mesi è stata promossa una manifestazione nel dicembre del 2016 e una lettera sottoscritta nel mese di gennaio 2017, da diverse associazioni, Animal Defenders, I-Care Europe onlus, Lav Ferrara, Enpa Ferrara, A coda alta, Associazione animali esotici, G.a.t.a, Lega del cane Ferrara, A.v.e.d.e.v e Oipa Ferrara indirizzata al rettore dell’Università e al sindaco Tagliani, con la quale è stata ribadita la richiesta di liberazione di sei macachi, Cleopatra, Clarabella, Archimede, Cesare, Eddi e Orazio, alcune dei quali sono reclusi all’interno del centro da 12 anni. Lo scorso anno, le associazioni animaliste riuscirono a liberare 16 esemplari detenuti a Modena, grazie ad un protocollo stipulato nell’aprile del 2015 da Comune e Università. Nella lettera, venivano chieste informazioni sulle condizioni dei macachi a Ferrara ovvero “se il loro numero è rimasto invariato o se alcuni sono deceduti e in che circostanze” e che fosse “reso noto il numero totale degli animali impiegati presso tutto l’Ateneo ferrarese e un incontro per confrontarsi sui temi sopra esposti e per consegnare le 10.000 firme raccolte con la petizione contro la sperimentazione animale e contro lo stabulario Unife”.
Ad oggi la situazione non è cambiata e dopo la protesta condotta nella notte tra il 14 e 15 marzo, Centopercentoanimalisti ha già annunciato che ci saranno altre proteste per arrivare al trasferimento dei macachi ancora detenuti nell’Ateneo ferrarese.
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