Numerose inchieste hanno contribuito a mostrare al mondo intero gli orrori subiti da milioni di animali nel mondo negli allevamenti intensivi e da pelliccia. Anche se ormai la tendenza nel settore della moda è quella di rinunciare a pelli e pellicce nelle collezioni, non tutti gli stilisti o le maisons sono disposti a rinunciare ad un materiale per molti ancora pregiato e ricercato.
Per gli animali, che siano volpi o visioni, gli allevamenti sono un lager dove vengono cresciuti in condizioni disumane per poi essere destinati ad una morte atroce, inflitta agli esemplari, per salvaguardare la pelliccia: dalle camere a gas per i visioni agli elettroshock per le volpi. Una catena degli orrori senza sosta nella quale rientrano a pieno titolo anche gli allevamenti di struzzi, utilizzati sia per il settore alimentare che quello della pelletteria.
“Non ci sono solo i coccodrilli che soffrono e muoiono per Louis Vuitton. Anche gli struzzi”, scrive in un post, l’organizzazione animalista Peta, ricordando la battaglia avviata nel 2015 contro gli allevamenti di coccodrilli, rilanciando un video denuncia, piuttosto agghiacciante con il quale viene documentato la terribile condizioni degli struzzi negli allevamenti intensivi, tra cui in Sud Africa.
Nel ricordare che gli struzzi sono esemplari longevi, arrivando a vivere fino a 40 anni, Peta sottolinea che “negli allevamenti, questi esemplari vengono macellati ad un anno. I giovani, in natura, restano al fianco dei genitori per tre anni, ma nella catena intensiva, non sanno neanche chi siano”.
Una specie di voltatili estremamente intelligente, che conta su un’organizzazione famigliare piuttosto sviluppata nella quale il compito dei genitori è ben definito. Ovvero, in base al loro colore, di giorno la madre cova le uova, camuffandosi perfettamente con la vegetazione, mentre di notte, il maschio, con il piumaggio nero, si occupa delle uovo, nascondendosi perfettamente nel buio.
Per questo, Peta ha rilanciato la petizione in corso, promossa nel 2016, per chiedere ad Hermes e Prada di eliminare la pelle di struzzo nelle loro collezioni, utilizzata soprattutto per il confezionamento delle borse e accessori.
Tra i commenti, un utente ha sottolineato come “la carne di struzzo sia in realtà una prelibatezza che tuttavia ha perso la sua qualità con gli allevamenti intensivi”, denunciando che “non puoi pretendere una buona qualità della carne, delle piume o della pelle, maltrattando gli animali”.
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