Il rispetto e l’amore per gli elefanti deriva da una consapevolezza del fatto che questi animali vengono sfruttati e maltrattati per appagare dei bisogni umani. Ecco allora che nei paesi in cui vi è la presenza dei pachidermi, sono stati creati dei santuari per recuperare gli esemplari che hanno vissuto anni di soprusi e violenze di ogni tipo. Tra questi luoghi vi è l’Elephant Nature Park nel nord della Thailanda, dove vi sono numerosi casi di elefanti salvati.
Recentemente il rifugio ha recuperato una femmina di elefante di nome Noi Nah che ha vissuto tutta la sua vita legata ad una catena. Il pachiderma era diventato aggressivo e ingestibile e se non fosse stato per i volontari del centro che hanno preso a cuore l’animale, riscattandolo ai suoi padroni, non si sa che fine avrebbe fatto. Lo scorso fine giugno, Noi Nah è arrivata nella riserva e i volontari hanno raccontato che l’animale “era vecchio e debole, arrabbiato e aggressivo, ma quando si è accorto che poteva camminare senza le catene, si è messo a correre sul prato e a seguire il suo nuovo custode”.
Il custode ha lasciato del tempo all’animale affinché si rendesse conto che non aveva più nulla da temere. L’elefante, dopo qualche giorno, ha iniziato a cambiare carattere e ad essere più gentile. A distanza di tre settimane, Noi Nah non lascia mai il suo custode, percependo quel sentimento di affetto e d’amore che gli è sempre stato negato, prendendo lentamente sicurezza del fatto che non dovrà più temere nulla dagli umani.
Adesso Noi Nah si gode la sua conquistata libertà e il suo percorso di riabilitazione sta proseguendo: ama correre e fare il bagno, come emerge dagli aggiornamenti fotografici pubblicati sul sito del centro di recupero, sulle condizioni dell’animale.
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