La terribile storia degli elefanti da guerra come li abbattevano

La terribile storia degli elefanti da guerra come li abbattevano. Strategie militari per neutralizzare la loro potenza.

Elefanti in guerra
Elefanti da guerra. (Foto AdobeStock-Amoreaquattrozampe.it)

Chi avrebbe mai immaginato che i maestosi elefanti, simbolo di forza e di saggezza, fossero stati un tempo impiegati come vere e proprie macchine da guerra?

Giganti imponenti, usati in battaglia per seminare terrore e devastazione, ma come facevano i loro avversari a difendersi da una minaccia così schiacciante, in tutti i sensi?

Scopriamo insieme, le strategie militari ideate per contrastare la potenza travolgente di questi straordinari animali.

La terribile storia degli elefanti da guerra e come li abbattevano

Gli elefanti da guerra, sono stati utilizzati da grandi eserciti dell’antichità, come quello di Alessandro Magno e degli imperi indiani.

elefanti da guerra
Elefanti in guerra. (Foto AdobeStock-Amoreaquattrozampe.it)

Venivano impiegati, soprattutto nelle cariche, dove la loro mole e la loro forza travolgente, serviva a infrangere le linee nemiche, seminando caos e terrore.

Solo gli elefanti maschi, più veloci, pesanti e aggressivi delle femmine venivano addestrati per il combattimento.

Tuttavia, nonostante la loro potenza, erano vulnerabili, il che portò gli esercizi a sviluppare strategie sempre più sofisticate per contrastarli.

Eserciti che utilizzarono gli elefanti da guerra

Gli indiani che li conoscevano meglio di chiunque altro, furono i primi a sfruttare la loro forza bruta.

Annibale e il suo esercito
Annibale e il suo esercito di elefanti.(Foto AdobeStock-Amoreaquattrozampe.it)

Addestrati con pazienza gli elefanti divennero delle vere e proprie macchine da guerra incutendo terrore nei nemici.

Dario, il grande re dei Persiani, ammaliato dalla potenza di queste creature, ne fece un simbolo del suo impero.

Le sue legioni, sormontate da questi pachidermi che apparivano come torri viventi, avanzavano inesorabili, spaventando gli avversari.

Anche Alessandro Magno il conquistatore macedone, rimase affascinato dagli elefanti. Come infatti, dopo averli affrontati in India ne comprese il valore strategico.

Li vide, non solo come armi, ma come un’estensione del suo potere e della sua invincibilità. Così, decise di integrare gli elefanti nelle sue forze armate.

Tale scelta, gli valse il titolo di “Elefantarca” cioè comandante degli elefanti. Ciò, rafforzò ulteriormente la sua reputazione di condottiero geniale e innovativo.

Tuttavia, l’immagine degli elefanti da guerra, è spesso associata ad Annibale, il leggendario condottiero cartaginese, il quale, durante la guerra punica, li usò in modo spettacolare contro i romani.

Non solo attraversò le loro Alpi, in una delle imprese più straordinarie della storia, ma seminò anche il panico tra le legioni romane, impreparate a fronteggiare un simile avversario.

Gli elefanti, non erano solo strumenti di distruzione, ma anche armi psicologiche capaci di trasformare le sorti di una battaglia, con la sola mastodontica presenza di cui erano dotati.

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Strategie militari per sconfiggere gli elefanti da guerra

Gli elefanti da guerra, con la loro possente mole e il loro ruggito cupo, incutevano molta paura ai nemici, ma la storia ci racconta di uomini coraggiosi che di fronte a questi enormi animali, non si arrendevano, ma studiavano strategie per neutralizzarli.

Gli indiani ad esempio, che conoscevano intimamente questi giganti, li affrontavano con astuzia. Mentre gli elefanti avanzavano ruggendo, gli arcieri a cavallo li bersagliavano cercando di colpirli alle zampe, rendendoli zoppi e imprecisi.

Poi, con abili manovre, la cavalleria leggera, li circondava, disorientandoli e seminando tra loro il panico.

Le legioni romane, compatte e ben organizzate, resistevano alla carica cercando di colpire i fianchi dei pachidermi, parte del corpo piuttosto vulnerabile degli elefanti.

I Legionari, con i loro scudi e le loro spade infliggevano ferite e profonde, indebolendo i colossi e costringendoli e indietreggiare.

Alessandro Magno, il grande conquistatore, ammirava la potenza degli elefanti e non ne aveva paura.

Il suo schieramento, guidato dalla sua audacia, sfidava i giganti colpendoli con precisione e determinazione.

I suoi cavalieri, agili e rapidi, infastidivano gli elefanti, distraendoli dai loro conduttori. Purtroppo, la storia ci racconta anche di una strategia più subdola e crudele che avvenne durante l’assedio di Megara.

I Greci, assediati e disperati, escogitarono un piano macabro, e incendiarono dei maiali e li spinsero verso gli elefanti.

Il loro grido straziante, così simile a quello dei cuccioli di elefante, seminò il panico tra i pachidermi che terrorizzati, si scagliarono contro le proprie linee, travolgendo tutto ciò che incontravano.

Questa terribile esperienza, segnò profondamente gli addestratori di elefanti. Da quel momento in poi, iniziarono a far crescere elefanti insieme ai maiali, abituandoli ai loro versi e rendendoli insensibili al loro grido.

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