La febbre catarrale degli ovini o bluetongue è una malattia virale delle pecore, che si diffonde attraverso la puntura di insetti. Minuscole zanzare, i culicoidi così piccole da attraversare le normali reti antizanzare, dopo aver succhiato il sangue di animali malati o portatori, sono in grado di trasmettere l’infezione ad altri allevamenti. I venti possono trasportare gli insetti per lunghe distanze, favorendo la diffusione geografica dell’ infezione. La blue tongue non è una zoonosi e pertanto non infetta l’uomo. Non esiste alcun pericolo di
infezione né per contatto né attraverso il consumo del latte e della carne. La malattia è chiamata blue tongue, che significa lingua blu, a causa di uno dei sintomi che può provocare nelle PECORE, la specie colpita più frequentemente.
La malattia inizia con la febbre e uno stato di malessere e deperimento di alcuni soggetti del gregge. Si possono notare segni caratteristici: infiammazioni e ulcere nella bocca e intorno alla bocca; scolo nasale di muco o pus e formazione di croste al musello; gonfiore della testa: le labbra e la lingua possono diventare tumefatte e cianotiche; zoppie dovute a lesioni all’attaccatura degli unghielli; indebolimento e distacco del vello; emorragie visibili sotto la pelle, soprattutto sul ventre. Ci può essere una certa mortalità, fino al 30%, soprattutto negli agnelli. L’infezione è anche responsabile di malformazione fetali e aborti.
Non esiste alcuna terapia efficace contro la febbre catarrale degli ovini. I vaccini devono essere controllati per la loro innocuità e utilizzati solo in casi di necessità particolari o per ragioni di polizia veterinaria. Una misura utile è la lotta agli insetti con prodotti di buona efficacia, che devono essere innocui per gli animali e persistenti.
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