La Protezione Animali di Savona lancia un appello che ha decisamente qualcosa di insolito, e riguardo il consumo a tavola di pesce. Siamo abituati a consumare e guastare una larga varietà di specie ittiche, senza considerare i danni che vengono arrecati alle stesse ed ai loro ecosistemi durante i processi di pesca. La Protezione Animali della città ligure fa sapere: “E’ necessario mangiare meno pesce, non pesce più sostenibile; incoraggiare semplicemente la gente a mangiare specie ritenute poco apprezzate non ridurrà la pressione sugli stock ittici, produce solo una crescita della quantità totale di pesce mangiato, e quindi pescato”.
E questo consiglio della massima urgenza giunge a margine di ‘Slow Fish’, un evento tenutosi a Genova. La stessa Protezione Animali fa sapere che la media di pesce procapite consumato ammonta ogni anno a 30 chili. Meglio dell’Italia, per così dire, fanno solamente Spagna e Portogallo, che possono godere del privilegio di assaporare pesce proveniente anche dalle acque dell’Oceano Atlantico.
Anche l’ENPA si associa ricordando come se l’Italia non importasse pesce dall’estero causerebbe da sola lo spopolamento repentino delle proprie acque nel Tirreno, nell’Adriatico e nello Ionio. Sotto accusa c’è lo sfruttamento eccessivo di circa i tre quarti degli stock europei di pescato, assieme all’inquinamento e ad altri fattori legati alla pesca per diletto, di carattere sportivo e professionale. Non viene concesso il tempo necessario per il pesce dei nostri mari di riprodursi che subito viene sottoposto alla pesca indiscriminata, e questo ne riduce di molto il numero. Si arriva a parlare anche di paesi come Norvegia e Giappone, che se possibile fanno ben di peggio pescando di tutto e di più 365 giorni all’anno.
Anche il pesce allevato subisce delle critiche, non risultando più puro, pulito e buono, dal momento che viene nutrito con altre specie marine di piccole dimensioni ridotte in farina. Ovviamente anche per questo aspetto i mari si spopolano. E riguardo al pesce allevato, esso costituisce il 60% del consumo sulle tavole degli italiani. Quanto affermato dalla Protezione Animali si conclude con una frase alquanto eloquente: “Non date ascolto agli incoscienti inviti di Slowfood, Eataly, Ministero delle politiche agricole, Regioni ed anche qualce associazione ambientalista: se davvero amate il mare ed i suoi abitanti, non mangiateli”.
Tra l’altro oltre al pesce anche le tartarughe sono a forte rischio nel Mediterraneo, sempre per gli stessi fattori.
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