L’ippopotamo il cui nome dal greco significa cavallo di fiume. Lo ritroviamo spesso in cartoni animati e storie per bambini, descritto come un animale tranquillo ma in effetti non lo è.
Queste che tratteremo sono schede destinate ai bambini, per aiutarli ad apprendere particolari argomenti che nello specifico trattano di animali.
Non saremo ne’ i primi ne’ gli unici a trattare questo argomento, ma con l’aiuto di foto e paragrafi semplici, cercheremo di incuriosire e stimolare il bambino, aiutandolo anche visivamente ad assimilare la materia.
Oggi andremo a ricostruire, illustrare e rappresentare quello che è l’animale africano più pericoloso della terra, l’ippopotamo.
Le dimensioni di questo grosso animale sono realmente notevoli: la lunghezza complessiva può superare i quattro metri, dei quali meno di mezzo metro spetta alla coda, l’altezza massima è di circa un metro e mezzo, mentre il peso è di circa tre tonnellate.
Il tronco dell’ippopotamo è abbastanza lungo ma notevolmente massiccio, sostenuto da zampe abbastanza corte che terminano con 4 dita di dimensioni uguali; gli zoccoli somigliano più a delle unghie. Per nuotare, l’ippopotamo utilizza proprio le zampe.
Molto particolare è invece la forma del muso, la quale si restringe subito dopo gli occhi per poi allargarsi verso la fine. Gli occhi sono abbastanza piccoli e lo stesso le orecchie, ma queste ultime hanno la caratteristica di ruotare con eccezionale rapidità.
La dentatura è al quanto robusta e da notare i canini inferiori particolarmente sviluppati, vere e proprie zanne preziose, famose per il loro avorio. Gli adulti hanno da 36 a 40 denti, perché gli incisivi possono variare da 4 a 6.
I canini sono a crescita continua e possono raggiungere i 50 centimetri di lunghezza per 3 chilogrammi di peso nel maschio e un chilogrammo nella femmina.
Altra caratteristica di pregio è il cuoio, della sua robusta pelle, quasi completamente priva di peli e il suo colore è fondamentalmente bruno con delle sfumature violacee.
L’ ippopotamo vive in branchi come la giraffa, ma lui nei laghi e nei fiumi, è un bravissimo nuotatore, capace di resistere molto tempo sott’acqua in immersione, grazie all’eccezionale capacità dei suoi polmoni.
Un tempo piuttosto diffuso, ora la sua presenza si è ridotta e vive in Swaziland, nella Repubblica Sudafricana fino alla laguna di Santa Lucia, in particolare in Uganda, Kenya, Tanzania, Mozambico e Zambia.
Nella zona del Nilo possiamo ancora trovare qualche esemplare, molto minacciato dall’uomo. Vive in prossimità di zone con bacini di acqua e la sua esistenza è fondamentale per l’ecosistema, grazie ai suoi escrementi è in grado di concimare sia i terreni che alcuni fondali dei fiumi.
Le femmine partoriscono dopo circa 8 mesi e danno alla luce un solo piccolo che nasce sempre durante la stagione delle piogge.
L’ippopotamo mette al mondo il suo piccolo in acque poco profonde o anche sulla terraferma, in una zona ben riparata dai nemici dove resta in isolamento per circa una decina di giorni prima di raggiungere il gruppo.
Il piccolo dell’ippopotamo impara a nuotare prima che a camminare. La crescita è rapida: alla nascita il peso è di circa 30-50 chilogrammi, a un anno è di ben 250 chilogrammi.
L’ ippopotamo per nutrirsi, esce dal suo habitat dell’acqua per spostarsi sulla terraferma, questo avviene soprattutto durante la notte e consuma grandi quantità di vegetali.
Il taglio dell’erba è così preciso che sembra tosato, questa caratteristica impedisce che si sviluppino incendi. Perlopiù divora piante, ma la dieta è composta da una decina di graminacee differenti, a seconda dei luoghi.
L’ippopotamo mangia poco in proporzione al suo peso corporeo, la razione quotidiana di cibo è di 40 chilogrammi di erba fresca, ma durante la stagione secca, questo mammifero è anche capace di digiunare per lungo tempo.
La digestione è lunga e può durare anche 24 ore, anche durante le tante ore di riposo agevolando anche una sorta di scorta alimentare.
Raffaella Lauretta
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