Insetti pericolosi sono arrivati nella nostra Italia: quali sono, come riconoscere le caratteristiche e perché starne alla larga.
Piccoli ma molto potenti, tanti sono gli insetti che ormai sono sbarcati sul nostro territorio. Sebbene molti di noi siano terrorizzati anche da quelli più innocui, ve ne sono alcuni davvero pericolosi per la nostra salute e per il benessere delle piante. Infatti i loro effetti devastanti spesso si ripercuotono principalmente sull’agricoltura e sui prodotti della terra che solitamente consumiamo, con gravi danni per l’ecosistema in generale. Ecco quali sono le caratteristiche di ciascuno e quali sono le potenziali conseguenze di un loro attacco.
I dati dei rilievi sono allarmanti: le campagne italiane risultano essere sotto attacco di insetti, particelle e microrganismi molto pericolosi per il nostro ecosistema. Ciò si traduce in danni pesanti sull’agricoltura e sul commercio dei prodotti agricoli, di cui la nostra Nazione può farsi vanto nel mondo. La causa principale? Il cambiamento climatico, che ha favorito non solo la loro presenza ma anche la loro riproduzione. Infatti non solo insetti ‘italiani’ ma anche stranieri hanno iniziato ad insediarsi nel Bel Paese, con nuove minacce agli agricoltori: pensiamo alla Xylella ad esempio oppure un fungo tropicale come il myrothecium che sta infestando le nostre campagne. Il mondo sta cambiando…e non in meglio! Per questo è fondamentale riconoscerli dalle loro caratteristiche e starne alla larga, cercando di eliminare il problema.
Si possono contare milioni di specie di insetti in tutto il pianeta e, sebbene abbiano caratteristiche molto differenti, essi hanno tutti una conformazione fisica piuttosto simile. Si tratta di un corpo composto da tre parti: capo, torace e addome. Da queste tre zone poi partono delle appendici ben visibili e spesso molto utili all’orientamento e all’attacco dell’animale come antenne, zampe e ali. La loro presenza è solitamente favorita dalle temperature miti e temperate, infatti preferiscono agire nei periodi più caldi dell’anno. In estate è più facile vederli, e ahimè, notare i loro effetti.
Molti di essi sono pericolosi per la salute dell’uomo, anche indirettamente cioè con effetti devastanti sull’ecosistema e sull’agricoltura. Ne sanno qualcosa i produttori di olio salentini, che negli ultimi anni hanno dovuto fronteggiare un’emergenza piuttosto importante. La puntura di questi insetti inietta un veleno che nell’uomo, ma anche nell’animale, può far scaturire allergie e varie patologie.
Coleotteri, ragni, zanzare e calabroni: ve ne sono di tante specie e tipologie, spesso importate dall’esterno e non ‘nate’ in Italia. In ogni caso questi insetti hanno la loro precisa pericolosità: dalle loro dimensioni non si direbbe mai quali gravi danni possono creare alla nostra agricoltura.
Coleottero giapponese della famiglia degli scarabeidi, che dal Giappone è arrivato negli Usa, in Cina, in Russia, in Portogallo e infine in Italia recentemente. La sua presenza sul nostro territorio è attestata dal 2014. Come riconoscerla? Dai peli bianchi sulla sua superficie: cinque su ciascuno dei lati e due sull’addome.
Detto anche ‘moscerino dei piccoli frutti’ viene dalla Cina ed è arrivata in Itali, precisamente in Emilia Romagna nel 2011. La sua caratteristica fondamentale sono i due occhi rossi e delle macchie nere sulle ali. Il nomignolo affibbiatogli deriva dal fatto che è attirato dai piccoli frutti maturi, come ciliegie, pesche e fragole. Su di essi depone le uova e, una volta avvenuta la schiusa, da esse fuoriescono delle larve che mangiano il frutto.
Di origine asiatica (Cina e Giappone) la Halyomorpha halys è arrivata nel modenese e poi nella Pianura Padana nel 2012. Si riconosce per le due bande bianche sulle antenne e si è riprodotta con grande facilità, distruggendo la frutticoltura e l’orticoltura. La sua presenza non è facile da ‘domare’ poiché resiste agli insetticidi ed è molto veloce. La particolare resistenza agli insetticidi e l’alta mobilità ne fanno un insetto difficilmente controllabile. Si riconosce dalle altre cimici per le due bande bianche sulle antenne.
Detto anche ‘fuoco batterico’ quando attacca le piante ne secca le foglie e le lascia come arse. Viene dal Nord America ma è arrivata in Italia nel 1990. Le sue piante preferite da attaccare sono le Rosaceae, gli alberi da frutto e quelli ornamentali.
Di origine asiatica la Meloidogyne graminicola colpisce le piante di riso, dalle radici. In questo modo esse non lavorano più per dare sostentamento alla pianta e ne inibisce la normale crescita e lo sviluppo. Spesso infatti la pianta presenta delle galle e spighe vuote.
Ha causato danni permanenti all’agricoltura salentina, in particolare gli uliveti, creando una vera e propria epidemia nel 2013. L’attacco all’ulivo, tipica pianta della zona, è avvenuto dall’interno: il microrganismo ha prodotto sostanze vischiose che occludono i vasi nutritivi della pianta, facendola morire.
Questo microrganismo attacca il castagno, poiché forma delle galle che impediscono alla pianta di crescere regolarmente. Arriva dalla Cina ma è in Italia da quasi vent’anni. Pare che la cura del parassitoide Torymus sinensis stia dando risultati soddisfacenti.
Coleottero che si riconosce dal collo rosso e dalle lunghe antenne nere. Viene dalla Cina ed è sbarcata in Italia nel 2012. E’ la femmina della specie a deporre le sue uova sotto la corteccia degli alberi: da esse escono le larve che scavano tunnel profondi nel tronco. Le piante più colpite sono solitamente da frutto: albicocco, susino, pesco e ciliegio.
Dal latino: Apis mellifera, o ape da miele. Le sue larve scavano gallerie causando la fuoriuscita di miele e polline dai favi. Arriva in Italia dal Sudafrica nel 2014.
La famiglia degli Anoplophora comprende coleotteri asiatici, particolarmente aggressivi negli ambienti forestali, urbani e vivaistici. Attaccano le piante in ottima salute e non disdegnano tra esse quelle ornamentali, da frutto, arboree e arbusti. Il primo tipo (chinensis) attacca il legno delle radici e del tronco; il secondo (glabripennis) nel fusto e nelle branche principali dell’albero.
D’estate ve ne sono a sciami, e ne sentiamo spesso l’effetto sulla nostra povera pelle martorizzata dai loro continui morsi. Ma la zanzara Culex è ancora più pericolosa: quando è affamata, questa zanzara punge e trasmette un’infezione nota come West Nile. I sintomi sono febbre, nausea, vomito e mal di testa, sia con sia senza evidenti reazioni cutanee. Chi ha un sistema immunitario debole o già compromesso, pensiamo a bambini ed anziani, può essere più facilmente sotto attacco. E’ sempre consigliato l’uso di repellenti di farmacia.
La sua puntura può trasmettere Dengue e Chikungunya, due patologie caratterizzate da alta temperatura e dolori muscolari, come nel caso di influenza. La sua presenza si attesta soprattutto in estate, poiché ama le temperature con alto tasso di umidità e il caldo, tipiche delle zone paludose. Infatti meglio tenersi alla larga da queste zone o almeno proteggersi con repellenti efficaci.
Il Loxosceles rufescens della famiglia degli aracnidi è un ragno di piccole dimensioni. La sua caratteristica è il colore del corpo che oscilla dal giallo al grigio-verde. Sul suo torace è presente macchia scura a forma di violino appunto (da qui il nome). Solitamente non attacca l’uomo per primo, solo se si sente in pericolo: in questo caso attacca con il suo morso. La parte attaccata va in necrosi e inizialmente sono evidenti eritemi, vesciche e alterazione del colore della cute. Costruisce il suo habitat sotto i sassi e vive nelle zone a clima mite.
Quando attacca con il suo pungiglione, emette un veleno particolarmente forte che provoca allergie anche serie. La reazione iniziale è rossore e gonfiore della parte colpita; non è escluso lo shock anafilattico. Solitamente il pungiglione resta dentro la parte punta e quindi è la prima cosa da rimuovere.
Si tratta di un bruco peloso, che vive nei giardini e negli spazi verdi. I suoi danni si verificano su umani e animali e i primi sintomi del suo attacco sono: prurito, gonfiore, eritema e arrossamento. E’ facile vederle in coda con altri simili, poiché si muovo in gruppo e disposte in questo modo quando sono alla ricerca di cibo.
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F.C.
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