Infezione parainfluenzale nel criceto, un virus altamente contagioso che colpisce questo piccolo roditore. Vediamo le cause, i sintomi e cura.
Al giorno d’oggi, è molto frequente osservare quanto la presenza di piccoli roditori nelle famiglie di tutto il mondo sia in costante crescita.
Sono in molti a preferirli, in quanto grazie alla loro piccola dimensione occupano poco spazio e anche per la possibilità di tenerli al sicuro in gabbia nelle ore in cui siamo fuori casa.
Tuttavia, l’impegno che riguarda invece le attenzioni e la cura di questi animaletti e lo stesso che si ha per un qualsiasi altro animale domestico.
Questo è imprescindibile, poiché, i criceti come tutti a questo mondo sono soggetti a patologie a volte anche importanti.
Nell’articolo di oggi, andremo a far luce su una di queste malattie, ovvero l’infezione parainfluenzale nel criceto.
Cause dell’infezione parainfluenzale nel criceto
La causa dell’infezione parainfluenzale nel criceto è un virus chiamato Sendai (parainfluenza di tipo 1).
Questo tipo di infezione si manifesta maggiormente nei criceti giovani o in quelli con un sistema immunitario indebolito.
Inoltre la patologia ha la capacità di trasmettersi da un criceto all’altro quando essi starnutiscono o tossiscono.
Sintomi
I segnali di un’infezione parainfluenzale nel criceto possono essere molteplici e tutti da identificare osservando il comportamento del piccolo roditore.
Nonostante alcuni criceti possano essere solo portatori del virus e non mostrare alcun segnale.
Mentre per altri i sintomi sono:
- depressione;
- febbre;
- perdita di appetito;
- perdita di peso nel criceto;
- respirazione difficoltosa;
- secrezione nasale;
- morte improvvisa (in alcuni casi).
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Diagnosi e trattamento dell’infezione parainfluenzale nel criceto
Per poter effettuare una diagnosi, al veterinario basterà osservare già i primi segnali, ovvero osservando i sintomi mostrati dal criceto infetto.
In ogni caso, però, il veterinario procederà con una valutazione più precisa, effettuando degli esami specifici sull’animali, quali: analisi del sangue e analisi delle urine dell’animale.
Una volta stabilita la diagnosi, il medico procederà con la somministrazione di antibiotici per controllare le infezioni batteriche secondarie (molto comuni in questi casi).
Lo scopo è quello di alleviare la sintomatologia, poiché la cura per questa patologia può essere troppo costosa e poco pratica.
Trattandosi di una malattia contagiosa per l’uomo, anche detta zoonosi, è importante non maneggiare in modo diretto, il criceto affetto.
Inoltre, occorrerà allontanare l’animale dagli altri prima che possa diffondersi la malattia.
È essenziale anche prestare attenzione all’igiene del piccolo roditore, cercando di tenere pulito e soprattutto disinfettare la gabbia del criceto una volta scoperta la malattia.
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Raffaella Lauretta